Andersen Festival 23, dalla poesia teatrale di Panzuto all’incanto della natura di Romeo

L'Atlante delle città con Antonio Panzuto (ph: Giulia Romano)
L'Atlante delle città con Antonio Panzuto (ph: Giulia Romano)

A Sestri Levante la 26^ edizione del festival diretto da Marina Petrillo prosegue fino al 18 giugno

Per testimoniare dei due giorni trascorsi all’Andersen Festival 2023 di Sestri Levante, cominciamo dalla fine, ovvero dalla sera di domenica 11 giugno, quando la sorprendente pianista, compositrice e cantante polacca Hania Rani, sulle acque della Baia del Silenzio, restituisce amplificati, come un purissimo prisma di cristallo, tutte le emozioni, le sorprese, gli incontri, le sensazioni, i sottesi di una due giorni di spettacoli, iniziative, incontri e progetti che hanno popolato il paese ligure, in un avvicendamento di colori, immagini e figure; dalla poesia di Antonio Panzuto alle centinaia di lettere e disegni dei bambini delle scuole del luogo, passando attraverso le storie di un passato di una popolazione in lotta con una terra ostile dove solo vite e ulivo resistono e sopravvivono all’uomo da secoli, fino a una “Tempesta” scespiriana che rimanda a un’altra che ha da poco sconvolto parte dell’Europa.
Ma procediamo con ordine.

Il primo spettacolo a cui assistiamo sabato è anche, diciamolo subito, il meno convincente. Si tratta di “Uno spettacolo esecrabile al sole” di Mdm, Mammadimerda, al secolo Sarah Malnerich e Francesca Fiore. Il duo in scena è la coppia di creatrici del famoso e seguitissimo blog “mammadimerda”, blog satirico che combatte contro gli stereotipi del concetto della mamma perfetta. Replica sold out, gran seguito di donne e pochissimi uomini.
Malnerich e Fiore, in poco più di un’ora e un quarto, cercano di offrire un’istantanea del contemporaneo universo delle madri italiane, con momenti assai divertenti, soprattutto all’inizio – grazie anche al coinvolgimento del pubblico -. Tuttavia, col passare dei minuti, il loro non essere attrici emerge e pesa sull’esito di un lavoro che si fa un po’ fatica a seguire fino al termine, rivelandosi non poi così originale.
La grande parte del pubblico segue divertita, quasi assistesse ad un rito o fosse a una cena tra vecchie amiche. E questo va sottolineato. Perché la performance vuol dare anche dei messaggi forti, non così scontati per tutti, lottando contro stereotipi che non sono per niente lontani da una società ancora fortemente maschilista come la nostra.

A seguire, nella Baia delle Favole, è la volta dell’anteprima nazionale di “Dopo la tempesta”, adattamento e regia di Carlo Sciaccaluga, la restituzione scenica di un progetto site-specific molto ambizioso, iniziato nel luglio 2022, che ha visto la collaborazione di artisti, cittadini, istituzioni e aziende del territorio attraverso incontri, interviste, laboratori, studi degli spazi per arrivare a “un grande evento teatrale partecipato, a basso impatto ambientale”, che mettesse in scena una nuova relazione tra luoghi, storie e persone colpite dalla recente tempesta Vaia, con i suoi 42 milioni di alberi abbattuti.
Una messinscena molto evocativa, con una essenziale ma potente scenografia, vede sullo sfondo un funambolo (Ariel) abitare una corda luminosa per l’intera durata del lavoro. La scena si articola in una grande porzione di spiaggia ed è abitata da solo tre personaggi. Questo rende il paesaggio vuoto, a tratti desolato, concentrando sovente l’attenzione dello spettatore sull’acrobata e sulla suggestiva atmosfera che si viene a creare, esaltata dalle musiche originali live dei Nogravity4monks e dal sapiente ed efficace uso delle luci di Stefano Mazzanti, con la protagonista Angela Baraldi (Prospero e Calibano), brava a tenere le fila del gioco e notevole per la presenza scenica che dimostra. Tuttavia si ha la sensazione che si sarebbe potuto osare maggiormente, e che il progetto sulla carta sembrasse promettere qualcosa in più rispetto a quanto visto.

Domenica 12, nel pomeriggio, mentre il borgo è affollato dai turisti del week-end e i facoltosi stranieri si appartano nelle piscine a 4 stelle, a pochi metri dalla Baia del silenzio va in scena l’omaggio a Calvino di Antonio Panzuto, “L’Atlante delle città”, spettacolo che compie in questo 2023 trent’anni. Eppure non li dimostra.
Seduti sotto a una tenda, avvolti dalla magia onirica delle storie di uno stralunato viaggiatore, assistiamo incantati – adulti e bambini – alla metamorfosi di una macchina scenica che trasmuta da aereo in bicicletta, per poi divenire lanterna e atlante: qui sono celate infinite storie di personaggi, luoghi e città. Invisibili a coloro che non sono entrati. Peccato per loro, le scene e gli oggetti ideati da Panzuto sono davvero qualcosa di raro, e certo non lo scopriamo oggi.

Nel secondo pomeriggio una navetta ci conduce ai piedi del monte Pagano, poco fuori dal centro. Qui ci addentriamo in un bosco, tra castagni, querce, lecci e ulivi, per incontrare sette personaggi. C’è una ragazza francese che canta nell’attesa dell’innamorato partito con l’esercito piemontese, che forse l’ha dimenticata nelle braccia di qualche bella italiana; il doganiere sempre all’erta pronto a sorprendere fantomatici contrabbandieri che sono dappertutto e da nessuna parte; la nobildonna appassionata di rimedi e raccoglitrice di erbe, portatrice di una sapienza che nei secoli ha trasformato molte donne in streghe; una contadina che coltiva con fierezza la sua vite a dispetto di una terra amara e venata di salsedine; un signore alto e magro in mezzo ai suoi ulivi, piante secolari che non si lamentano mai, si adattano, indifferenti agli uomini e a tutte le difficoltà, come fa l’acqua nel terreno; e infine un giovane che rinuncia a partire per mare alla ricerca di corallo, accontentandosi di ciò che offre la vita.
Il nostro percorso si chiude con l’omaggio finale al silenzio, affidato ai Ring Around Quartet. È questo “Di ulivi, vigneti, storie e silenzio”, qui in prima nazionale, spettacolo itinerante per raccontare i luoghi, le storie, le tradizioni e i personaggi di un territorio peculiare, con testo e regia di Amedeo Romeo.

Di ulivi, vigneti, storie e silenzio (ph: Elisa Sirianni)
Di ulivi, vigneti, storie e silenzio (ph: Elisa Sirianni)

Dopo una ripida discesa, la navetta ci riporta in centro. Il sole tramonta. È tempo di mettersi in fila per assistere a un concerto che la direttrice artistica Marina Petrillo ed Elisa Sirianni, ufficio stampa assieme ad Elisabetta Cosci, ci hanno anticipato essere molto bello. Ma noi non sappiamo ancora davvero quanto. È Hania Rani, di cui abbiamo parlato in apertura.

Finisce qui questa intensa due giorni in Liguria. Ma, in chiusura, preme fare un breve excursus sul progetto “Lettere, una voce dei bambini” di Antonio Panella, che accompagna il festival nell’intera sua durata.
L’iniziativa è nata durante il laboratorio teatrale Andersen che, per tutto l’anno, ha attraversato il territorio con l’intento di “far vivere l’esperienza artistica, come occasione di crescita, alle classi delle scuole di Sestri Levante infanzia e primaria” e si è ispirato alla figura di Mario Lodi, nel centenario della sua nascita. È stato chiesto ad ogni piccolo partecipante di scegliere una persona importante per comunicarle ciò che di profondo sentiva di condividere, senza alcuna indicazione o pressione. Così sono arrivate quasi 900 lettere che hanno dato luogo all’installazione, allestita nell’atrio del Comune come luogo simbolo della casa dei cittadini, dei bambini e delle bambine. E in effetti è potentissima la lettura di questi semplici scritti, senza fronzoli, nella loro lirica e nuda verità. Una testimonianza di pulsante e poetica ricchezza.

La 26^ edizione del festival prosegue fino a domenica 18 giugno con molti eventi. Per il teatro segnaliamo, fra gli altri, Mario Perrotta, Factory Compagnia Transadriatica, Cada Die Teatro, Elena Dragonetti, Lella Costa, Stefano Massini

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