Nel teatro italiano contemporaneo ci sono alcuni “cani sciolti” che, da soli, caparbiamente, hanno proposto un originale percorso artistico, significante, che li ha caratterizzati come autori-attori dallo stile forte e riconoscibile.
Tra questi possiamo certo annoverare Andrea Cosentino, attore e performer tra i più interessanti della sua generazione.
Con “Esercizi di rianimazione“, “Antò le Momò”, “L’asino albino”, “Angelica”, “Primi passi sulla Luna“, “Fedra“, per citarne alcuni, spettacoli che lo hanno fatto conoscere a pubblico e critica, ha creato una sorta di paradossale teatro di narrazione, cantilenante e ossessivo che, mescolando comico e tragico, spesso intriso di umori cabarettistici, è riuscito a scandagliare in profondità molti aspetti della società italiana.
In questi mesi Cosentino si è concesso una pausa come autore e, sempre col suo particolarissimo modo di narrare, sta portando in giro per l’Italia “Lourdes”, dall’omonimo libro di Rosa Matteucci, su adattamento e regia di Luca Ricci, con le musiche originali eseguite dal vivo da Danila Massimi, in cui dà vita a una sequela divertente di personaggi, ciascuno con le proprie illusioni e speranze, tutti in viaggio verso Lourdes.
Lo abbiamo intervistato partendo da questo spettacolo per approfondire il suo percorso in rapporto anche a “Not here not now”, la personalissima performance dedicata a Marina Abramovic, esilarante spettacolo che rilegge in modo provocatorio la body art e l’arte performativa contemporanea.
Per chi volesse vederlo, lo troverà a Lucca questo venerdì, 11 dicembre, con “Trattato di economia”, coreocabaret confusionale sulla dimensione economica dell’esistenza in collaborazione con Roberto Castello, e poi il giorno successivo, 12 dicembre, al Santuario dell’Avello di Ome (Brescia) con “Lourdes”, che arriverà poi anche a Ravenna il 15 gennaio.