È nel caos di resti greci, etruschi e romani del parco del museo archeologico di Milano, sotto il volo aperto delle rondini dopo il tramonto, che assistiamo ad “Andromaca”. Siamo nell’ambito dell’ottava edizione di Stanze, esperienze di teatro d’appartamento, progetto ideato e realizzato da Alberica Archinto e Rossella Tansini, prodotto da Teatro Alkaest.
La tragedia di Euripide si trasforma in farsa dai tratti surreali nelle mani di Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia.
Davanti a noi sarcofaghi, colonne, basamenti di marmo. Un tratto di strada romana. Attorno si stagliano le architetture della città contemporanea, un puzzle di stili. Oltre la cinta, rumori d’auto e di moto.
La cornice scombinata ben si addice a questo spettacolo delirante, coacervo di generi. Come da tradizione classica, tutti i ruoli, maschili e femminili, sono interpretati da uomini adulti. Rigorosamente in tonaca bianca, i protagonisti entrano in scena all’unisono. Rimangono a vista in stand by, seduti su un piedistallo, anche nei momenti in cui non sono chiamati in causa.
Giulia Gallo, l’unica donna, la ritroviamo nel ruolo del coro. Andromaca, interpretata da un Gabriele Carli (anche nella parte di Oreste) barbuto e ingioiellato, piange la propria malasorte di vedova e madre cui hanno ucciso il figlio. Il pianto greco di questa figura bizzarra riconduce a una delle possibili etimologie della parola “tragedia”: il filologo John Winkler la fa derivare dal vocabolo traghìzein (τραγὶζειν), ossia «cambiare voce, assumere una voce belante come i capretti».
Nel resoconto bislacco con cui il coro narra le vicissitudini di Andromaca, nelle reazioni schizoidi di lei aggrappata a una statua della Madonna di Medjugorje (qui rappresenta Teti), abbiamo la cifra del lavoro: personaggi satireschi, e l’umorismo disincantato che avevamo già riscontrato in “Dialoghi degli dei”, lavoro precedente della compagnia.
L’azione si svolge a Ftia, in Tessaglia. Dopo la distruzione di Troia, Andromaca, vedova di Ettore, è prigioniera di Neottolemo, figlio di Achille. Neottolemo, immemore delle promesse fatte alla sposa Ermione (Enzo Iliano, anche nella parte di Peleo) è ora innamorato della prigioniera, da cui ha avuto un figlio, Molosso (Giovanni Guerrieri, interprete anche di Menelao e del Messaggero). Ermione, accecata dalla gelosia, vorrebbe uccidere sia Andromaca sia Molosso, a difesa dei quali interviene Peleo. A risolvere la vicenda arriveranno Oreste (innamorato di Ermione e desideroso di prenderla in sposa) e il Messaggero, che reca la notizia della morte di Neottolemo durante il viaggio verso l’oracolo di Apollo.
Ironia sofisticata, comicità plebea, ridimensionamento della sfera religiosa. Le divinità, che in “Dialoghi degli dei” erano esseri ordinari e viziosi, qui si vedono solo in forma di statuetta. E non compaiono neppure gli eroi. I miracoli avvengono rasoterra: uno sputo fa nascere l’acqua, un accendino fa nascere il fuoco.
Ironia cinica, in bilico tra finzione e realtà. “Andromaca” è una tragedia stralunata che in questa rilettura ha i tempi e lo stile della commedia. È una comicità sorniona, controvoglia, ogni tanto arriva un colpo di sonno.
L’umorismo da vita quotidiana, con qualche invenzione surreale, fa riferimento a certa commedia all’italiana (il Monicelli di “Amici miei”) e al cabaret televisivo (la Smorfia di Troisi, Arena e De Caro). Negli accenti usati, è un mix tosco-partenopeo. Suona comico per la nostra epoca anche il testo di Euripide, quando Andromaca confessa a Ermione (di cui non tollera la gelosia) che aveva allattato al proprio seno i figli illegittimi del marito Ettore pur di trattenerlo con sé.
C’è persino un omaggio a “Tutto il calcio minuto per minuto”, trasmissione radiofonica cult del secolo scorso, nella narrazione passo passo della morte di Neottolemo.
Inducendoci a ridere sul ribaltamento di certi canoni logici, Civica e gli scanzonati attori dei Sacchi di Sabbia ci costringono a riflettere sulle cristallizzazioni ed evoluzioni della società, e a ridere di noi stessi, per meglio conoscerci e analizzarci.
In scena il 26 luglio al teatro romano di Nora (Pula) per il festival sardo La Notte dei Poeti.
ANDROMACA
da Euripide
uno spettacolo di Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia
con Gabriele Carli (Andromaca – Oreste), Giulia Gallo (Coro), Giovanni Guerrieri (Menelao – Molosso – Messaggero), Enzo Iliano (Ermione – Peleo)
produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi
in co-produzione con I Sacchi di Sabbia
e il sostegno della Regione Toscana
durata: 1 h
applausi del pubblico: 2’
Visto a Milano, Museo Archeologico, il 24 giugno 2019