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Anna Cappelli. Marinella Manicardi dirige una storia di passioni consumate a tavola

Anna Cappelli
Anna Cappelli
Alessandra Frabetti e Marinella Manicardi (photo: arenadelsole.it)

Anna Cappelli è una delle anti-eroine ruccelliane: una donna mediocre, banale, che vive un’esistenza segnata continuamente dal distacco tra il desiderio – una casa tutta per sé, un matrimonio d’amore – e la necessità di accontentarsi di ciò che le arriva (una penosa coabitazione prima, un uomo che le nega il matrimonio proponendole una convivenza poi).

Anna apparentemente accetta, di volta in volta, il compromesso quale soluzione realisticamente migliore. Ma dentro di sé vive un conflitto sempre maggiore che si svela, improvviso, solo davanti all’ultima, provocatoria richiesta del suo uomo di scendere a patti con la realtà.

La tragicità del conflitto di Anna la conduce all’atto estremo, definitivo, di totale inclusione del proprio compagno, attraverso il quale riporterà forse un equilibrio dentro sé. Con la cena finale a base di amore Anna Cappelli si riprenderà, una volta per tutte, ciò che le è stato negato per l’intera sua esistenza.

Il testo, scritto in forma di monologo, è stato trasformato in un duetto da Marinella Manicardi, che si mette in scena insieme ad Alessandra Frabetti, la prima interpretando l’Anna nascosta, la seconda nei panni dell’Anna svelata. E non è un caso che, durante lo spettacolo, gli equilibri tra le attrici cambino drasticamente.
Il duetto risulta piacevole e interessante anche per la sua capacità di svelarci progressivamente l’evoluzione emotiva della protagonista. Il continuo spostarsi dell’equilibrio tra le due ci permette di assistere al progressivo incrinarsi del mondo interno di Anna. Ne traspare un lavoro delicato e minuzioso, favorito forse dal lungo connubio artistico delle due attrici.

Entrambe si rivelano ricche, accurate, generose e, in certi momenti, inattese. Riescono così a farci superare il lieve disappunto provocato da alcuni dettagli interpretativi proposti dalla regia.
La minuzia di particolari rivelatori proposti dalla lettura di Manicardi crea una corrispondenza sottile tra le interpreti che acquista, impercettibilmente ma inesorabilmente, il segno tragico che esploderà nell’ultima scena, nella quale la tragedia ci appare quasi dipinta nella natura-già-morta dei due sacchetti da frigo (forse l’ultimo scampolo di quella normalità di padrona di casa alla quale Anna aveva aspirato) e nell’inevitabile immobilità di Frabetti.

Come se tutte le scelte interpretative e scenografiche avessero contribuito a disegnare con pennellate successive il quadro de la morte al ballo.
In quest’ottica, anche alcune proposte nella disposizione e abitazione nello spazio, che all’occhio non risultavano particolarmente felici (una per tutte il grosso tavolo che, all’inizio, appare semplicemente brutto), acquistano, nell’equilibrio del quadro finale, un senso profondo.

ANNA CAPPELLI
di Annibale Ruccello
regia di Marinella Manicardi
con Alessandra Frabetti e Marinella Manicardi
una produzione Nuova Scena – Arena del Sole, Teatro Stabile di Bologna

Visto a Bologna, Teatro delle Moline, il 9 novembre 2008

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