Antonio Tarantino divide il palco con degli asini

Maria e la puledrina Trilli
Maria e la puledrina Trilli
Maria e la puledrina Trilli, ospiti del rifugio

L’incontro tra Claudio Zanotto Contino e Antonio Tarantino non poteva che sortire un esito interessante. Il primo, dal 1997, è impegnato a girare le piazze di borghi e contrade insieme alla sua asina, Geraldina La Sommaire. Il secondo è uno tra i massimi drammaturghi italiani viventi. Cosa li lega? Il fatto di essere vicini di casa.
Lo spettacolo che segna la collaborazione tra due figure assolutamente originali è “L’asina deve partorire ma l’asinello non ne vuol sapere di nascere”, adattamento in chiave “asinesca” di un dialogo di Tarantino fra una partoriente e un nascituro che non ha intenzione di venire al mondo.

Occorre innanzitutto inquadrare la cornice in cui si svolge lo spettacolo: il rifugio degli Asinelli di Sala Biellese, casa per oltre 200 asini maltrattati e poi salvati. Il pubblico siede su panche di legno, per terra vi è la paglia e il ragliare degli asini fa da sottofondo.
Sulle prime parrebbe di stare per assistere ad uno spettacolo per bambini. La protagonista fa la sua comparsa con una testa di asino sul capo affiancata da due valletti che portano grandi orecchie.
Gli oggetti di scena sono a cura di Paola Risoli, una scultrice che per i propri lavori si serve di materiali di recupero: una grande valigia rossa, una lampada e altri pochi e semplici dettagli, la cui forma rimanda immediatamente al mondo dei fumetti.
Subito però ci si rende conto che, nonostante il tono leggero della rappresentazione, l’intento dello spettacolo non è del tutto fiabesco.

La protagonista è un’asina zoppa, nella versione “umana” una prostituta d’alto borgo, che sta per partorire. Il dolore del travaglio è forte, e la mamma si domanda se in realtà non sia un castigo di Dio per i suoi atti impuri, se dentro di lei non si agitino piuttosto degli esserini diabolici. Ma l’asina si consola: “Dio sa perdonare le Maddalene, qualora si redimano, e a me non manca la grana per cambiar vita”. Intanto il parto si avvicina e al nascituro è già stato assegnato un nome: Conan. Eppure l’asinello non ne vuol sapere di nascere, ed è costretto ad intervenire il medico per tentare di risolvere la situazione.

E’ questo il momento in cui lo spettacolo raggiunge la maggiore intensità, quando la voce di Antonio Tarantino in persona comincia a leggere le battute del medico. La sua cadenza pacata, spontanea ma espressiva, risalta accanto alla recitazione un po’ di maniera degli attori, riuscendo così a dar rilievo al testo, che grazie all’autore assume una forza maggiore.
Il dottore si avvicina all’asina, estrae un fonendoscopio e comincia a parlare con il piccolo che non vuol venire al mondo. “Talvolta la melanconia ingrandisce ai nostri occhi certi fenomeni. Perché non vuoi nascere?”. “Non voglio per non rischiare di diventare un cialtrone come te. Noi asinelli non ancora nati ci siamo resi conto che non avete fatto altro che predicare bene e razzolare male”, replica il piccolo per voce di uno dei valletti che assiste alle doglie.
“Abbi il coraggio di nascere, Conan”, lo supplica il dottore.
L’asinello allora si rivolge alla madre: “Cara mamma, Conan come nome mi pare una vera schifezza, magari mi sarebbe piaciuto Tarzan. Ma comunque a me non va di nascere”.
E mentre si allontana ogni speranza, e sembra che l’asina e il piccolo Conan siano ormai destinati alla morte, ecco Tarantino avvicinarsi al sipario, scostare la tenda rossa e mostrare un asinello che forse, alla fine, si è poi deciso a nascere.
Un finale un po’ frettoloso, ma il significato è chiaro: “Il nascere è il contrario del trapassare che si dice del morire. Ma, in realtà, nascita e morte hanno così tanto in comune, sono due trapassi”. E solo chi ha affrontato il lungo travaglio di un parto sa quanto palpabile sia quella linea sottile che divide, ma allo stesso tempo unisce, vita e morte.
Repliche il 9, 10 e 11 luglio.

L’Asina deve partorire ma l’asinello non ne vuol sapere di nascere
di Antonio Tarantino
regia: Claudio Zanotto Contino
con: Antonio Tarantino, Rita Bruno, Silvia Ribero e Stefano Saccotelli
durata: 50′
applausi del pubblico: 2′ 45”

Visto a Sala Biellese, Il Rifugio degli Asinelli Onlus, il 4 luglio 2010

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