“Any attempt will end in crushed bodies and shattered bones” porta in scena 17 performer di varie età, professionisti e non, che rivendicano il proprio posto sul palco / nel mondo, senza toglierlo agli altri
Quante sono le cellule che costituiscono un corpo umano? La stima approssimativa si aggira intorno ai 100 mila miliardi e si riferisce ad un maschio adulto di altezza media con un peso corporeo di 70 chili circa. Differenti tipologie di cellule che insieme contribuiscono a formare i tessuti, gli organi, gli apparati di un sistema complesso caratterizzato dall’influenza reciproca tra le singole parti che lo costituiscono. Madre Natura ci insegna che il singolare non può esistere veramente, soprattutto se i corpi in questione sono quelli di una compagnia di danzatori.
Ne sa qualcosa, probabilmente, Jan Martens, il coreografo fiammingo che ha presentato nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, nell’ambito della programmazione di Romaeuropa Festival, il suo “Any attempt will end in crushed bodies and shattered bones”. Una produzione e un’opera sulla forza dirompente dell’essere fuori passo, non in linea con la normalità, eseguita da un’originale e atipico corpo di ballo di diciassette elementi, un gruppo composito, disuguale, di danzatori e performer. Una cooperazione di donne e uomini diversi tra di loro morfologicamente, anagraficamente, etnicamente, e questa è una evidente dichiarazione d’intenti del progetto, precisa ed esplicita, quasi un manifesto politico.
Diciassette artisti in cerca della loro voce interiore, del proprio spazio da abitare sul palcoscenico senza mai toglierlo agli altri, di un linguaggio che possa essere indossato sulla pelle, esibito come sgargianti costumi di scena rossi e sfilato come ordinarie t-shirt e pantaloni cargo dalle diverse sfumature di grigio-celeste, austere come divise.
In un mondo come quello attuale, caratterizzato dalla presenza di contrasti e diversità, Martens vuole riunire le differenze abbracciando la moltitudine, l’eterogeneità. I 17 artisti sul palco rappresentano il paradigma di tutte le umane complessità. Saltano, si dimenano, vagano, apparentemente senza un obiettivo, ma progressivamente il moto diventa diretto e intenzionale. Sviluppano una frenesia aumentata ma sempre controllata. Le progressioni dei danzatori diventano qualcosa di armonico, simile alle onde marine, con una precisa coordinazione. Tanti piccoli atolli di movimento individuale inglobati, piano piano, dal flusso collettivo, per poi esplodere nuovamente in scatti improvvisi di espressione personale.
“Any attempt will end in crushed bodies and shattered bones” è quasi una mostra, un’installazione collettiva sulla società contemporanea le cui variazioni di resistenza sono circolari, multidirezionali. La ripetizione dei movimenti è un concetto chiave, sempre presente durante la performance, così come è ossessiva la riproduzione dei concerti “Allegro Molto” e “Vivace” di Henryck Górecki.
I performer disegnano raggruppamenti e disgregamenti, linee diagonali di rivolta contro la prevaricazione, le schiavitù moderne, la discriminazione, le disuguaglianze. Urlano senza bisogno di alzare la voce. Gridano, mediante la fissità e il silenzio degli sguardi, il diritto al dissenso, al manifestare e prendere posizione. Il gesto che si costruisce con gli elementi dell’accumulo e dell’abbondanza all’improvviso si trasforma in una profusione di passi, quasi fino diventare un sit-in. La voce di Kae Tempest concede un fugace e raro momento di forte emozione prima di avviarsi verso l’apoteosi di un finale rosso scarlatto.
È dal 2010 che Jan Martens si occupa, con la sua ricerca coreografica, delle relazioni tra le persone, tra pubblico e performer, con il “qui e ora” del teatro. Ha realizzato opere come “Sweat Baby Sweat”, “Ode To The Attent”, “The Common People”, “The Dog Days Are Over”, “Rule Of Three”.
Il vigore, l’energia di “Any attempt will end in crushed bodies and shattered bones” sono notevoli e affascinano, ma in alcuni momenti lo spettacolo evoca ricordi e riferimenti precisi, troppe citazioni e fonti di riferimento (una tra tutte la danza postmoderna e minimalista di Lucinda Childs), che si traducono in una sensazione di déjà-vu, che determina una stridente impersonalità o mancanza di originalità, nonostante la preparazione tecnica del cast, tra cui spicca Steven Michel con la sua intensità istrionica.
Cosa resta della danza senza la creatività e se non fa battere forte il cuore? Cosa resta del teatro se non trasforma lo spettatore rendendolo una persona diversa?
Any attempt will end in crushed bodies and shattered bones
Coreografia: Jan Martens
Danzatori: Ty Boomershine, Truus Bronkhorst, Jim Buskens, Zoë Chungong, Piet Defrancq, Naomi Gibson, Kimmy Ligtvoet, Cherish Menzo, Steven Michel, Gesine Moog, Dan Mussett, Wolf Overmeire, Tim Persent, Courtney May Robertson, Laura Vanborm, Loeka Willems and – alternating – Pierre Bastin, Georgia Boddez, Zora Westbroek, Lia Witjes-Poole [on tour], Abigail Aleksander, Maisie Woodford, Simon Lelievre, Solal Mariotte [understudies] e Baptiste Cazaux [original cast member]
Assistenza artistica: Anne-Lise Brevers
Progetto illuminotecnico: Jan Fedinger
Assistenza Progettazione Illuminotecnica: Vito Walter
Costumi: Cédric Charlier
Assistenza alla progettazione dei costumi: Alexandra Sebbag e Thibault Kuhn
Occhio esterno: Marc Vanrunxt, Renée Copraij, Rudi Meulemans e Siska Baeck
Testo: estratto da SPRING by Ali Smith. Copyright © 2019, Ali Smith, used by permission of The Wylie Agency (UK) Limited
Musica: “Concerto pour Clavecin et Cordes Op 40” Réf Im: 108884 Musique de Henryk Mikolaj Górecki © PWM Editions représenté par Alphonse Leduc Editions Musicales ;
“People’s Faces” scritto da Kae Tempest e Dan Carey © Published and Administered by Domino Publishing Company Limited (50%) and MANATA LTD Administrated by Warner/Chappell Music Belgium N.V. (50%) ;
“Triptych: Prayer/Protest/Peace” scritto da Maxwell Roach © Published by Milma Publishing Company Administered by Kobalt Music Publishing Limited.
Direzione Tecnica: Michel Spang
Tecnici: Michel Spang e Valentijn Weyn o Bart Van Hoydonck/Nele Verreyken
Direttore di produzione: Sylvie Svanberg
Assistenza alla produzione: Marie Luyten (internship) e Saskia Vervoort
Direzione aziendale: Klaartje Oerlemans
Supporto commerciale: Ruud Van Moorleghem, precedentemente: Lotte De Mont
Comunicazioni: Sam Loncke
Fotografia: Phile Deprez
Progetto grafico: Luis Xertu
Trailer e teaser: Paul Sixta, Stanislav Dobak en Jan Fedinger
Produzione: GRIP
In collaborazione con: Dance On Ensemble
Distribuzione internazionale: A Propic / Line Rousseau and Marion Gauvent
Coproduzione: DE SINGEL (Antwerp, BE), Theater Freiburg (DE), Sadler’s Wells (London, UK), Julidans (Amsterdam, NL), Festival d’Avignon (FR), Le Gymnase CDCN Roubaix Hauts-de-France (FR), Norrlandsoperan (Umeå, SE), La Bâtie – Festival de Genève & l’ADC – Association pour la Danse Contemporaine Genève (CH), tanzhaus nrw (Düsseldorf, DE), Le Parvis Scène Nationale Tarbes-Pyrénéés (Tarbes, FR), La Danse en grande forme (Cndc – Angers, Malandain Ballet Biarritz, La Manufacture – CDCN Nouvelle-Aquitaine Bordeaux – La Rochelle, CCN de Caen en Normandie, L’échangeur – CDCN Hauts-de-France, CCN de Nantes, CCN d’Orléans, Atelier de Paris / CDCN, Collectif Fair-e / CCN de Rennes et de Bretagne, Le Gymnase | CDCN Roubaix | Hauts-de-France, POLE-SUD CDCN / Strasbourg and La Place de La Danse – CDCN Toulouse Occitanie) and Perpodium
Con il supporto di: De Grote Post (Ostend, BE), Charleroi Danse (BE), CCNO – Centre Chorégraphique National d’Orléans in collab. with la Scène nationale d’Orléans (FR) and December Dance (Concertgebouw and CC Brugge)
Con il sostegno finanziario di: the Flemish Government, the city of Antwerp, Tax Shelter of the Belgian Federal Government and Cronos Invest
Ringraziamenti: Mr. Jean Chabert (STANLEY/STELLA), Wannes Labath, Nadine Scheuer and de! Kunsthumaniora
Durata: 1h 30’
Applausi del pubblico: 3’
Visto a Roma, Auditorium Parco della Musica, il 29 settembre 2022