Ascanio Celestini: il teatro è solo l’incontro fra due persone. Videointervista

Ascanio Celestini (©Musacchio
Ascanio Celestini (©Musacchio

L’ultima volta che Klp aveva incontrato Ascanio Celestini era lo scorso anno, in occasione della tappa torinese di “Pueblo“, secondo capitolo di quella saga cominciata con “Laika”, di cui avevamo parlato con lui nel 2017 ad Alessandria.
Quest’estate lo abbiamo ritrovato in un piccolo paese su una collina, Calamandrana, nell’astigiano, noto ai teatranti e al pubblico piemontese per aver ospitato, per molti anni, il Festival Teatro e Colline che affollava le sue piccole strade, trasformando il borgo in un perfetto luogo di incontro e convivialità per artisti e spettatori.

I tempi oggi sono decisamente diversi per tanti motivi, quello che però non cambia è l’approccio al lavoro di uno dei più affermati narratori italiani, che riesce a portare con disinvoltura i suoi spettacoli tanto nei grandi teatri quanto nei piccolissimi contesti, arrivando allo spettatore con grande verità.

“Ascanio sarebbe sempre da invitare in un’osteria, a prendere un caffè o a mangiare qualcosa” ci confida uno degli organizzatori, sintetizzando così la voglia d’incontro e di scambio che gli si legge negli occhi.
E’ qui all’interno della ricca programmazione di eventi di Attraverso Festival che, alla sua quinta edizione, riunisce ventisei comuni tra Langhe, Monferrato, Appennino Piemontese e Roero per offrire una ricca proposta di concerti, eventi, spettacoli.

Inevitabile parlare con Celestini della situazione attuale del teatro, partendo dai 20 anni di “Radio Clandestina”, uno dei suoi racconti più conosciuti, a pochi minuti dall’inizio della replica.

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