Sono i Transiti urbani, veri e propri passaggi di teatro in luoghi cittadini che, per una sera, possono mutare la propria vocazione per accogliere performance o spettacoli, a caratterizzare e dare il titolo a questa quinta edizione di Zoom festival, progetto di Giancarlo Cauteruccio, a cura della compagnia Gogmagog, che ha chiuso a Scandicci la scorsa domenica.
Il cartellone, ricco di compagnie toscane, ha testimoniato una linearità e un’attenzione apprezzabili nella loro coerenza.
L’ultimo lavoro di David Batignani, “Assolutamente solo”, vede il giovane attore in scena con il padre Mario, impegnato in uno spettacolo di trasformismo, per ricreare un luogo di relazione familiare che, sfruttando la notevole somiglianza fisica tra i due, porta alla luce i tratti distintivi consequenziali alla differente età e al diverso bagaglio di esperienze e passioni.
L’assenza di una trama classica da seguire, di una storia, lascia spazio a un rapporto intimo e toccante, quello di un padre e di un figlio che comunicano attraverso un breve scambio epistolare, in parte mutuato da “Lettera al padre” di Kafka.
I due si alternano i ruoli, eseguono con eleganza e maestria ironici giochi di trasformismo, coadiuvati da un enigmatico manichino, fino ad assumere un’identità comune, che comune non è. “Unica si perpetua la mutabilità”, così termina l’ultima missiva letta in scena.
È un modo di fare teatro, quello di Batignani, nel quale non capita spesso di imbattersi. Un modo di fare teatro pacato, interiore e poetico, dove non c’è spazio per rumori forti e immagini eccessive, per emozioni esibite e gridate, dove ci si può immergere come in un ambiente ospitale e osservare quel poco (che si manifesta, invece, come tanto) che emerge da uno spazio di penombra dove un manichino, una cabina da illusionista, un padre e un figlio testimoniano il passare degli anni, in un rapporto familiare intenso e delicato che lascia molto nell’animo di chi ha assistito. E di questo ci si accorge dopo il toccante finale, dopo che si è riso per piccole cose, dopo che l’atmosfera incantata è stata interrotta da applausi spontanei a scena aperta, a cui non siamo abituati.
“Assolutamente solo” può forse migliorare, può essere vivacizzato nella parte iniziale, nonostante il ritmo dilatato funzioni quasi sempre per preparare l’atmosfera, passo necessario a uno spettacolo pacato e pensato, coinvolgente e convincente.
David Batignani l’avevamo già ammirato in “Karavankermesse”, spettacolo ambientato in un camper dove si ricreano le atmosfere di un circo intimo ed evocativo. E qui, al Teatro Studio di Scandicci, ancora una volta non delude, con il suo “teatro artigiano”, absit iniuria verbis, che cura i minimi dettagli, che esige da parte dello spettatore un’attesa e un tempo lento, fatto di pazienza e attenzione, ma così salutare per l’animo dello spettatore, stupito e attonito.
Del resto lo stesso Batignani è stato tra i protagonisti, sempre durante Zoom festival, di un altro lavoro molto riuscito, allestito negli spazi dell’ex biblioteca di Scandicci. “Try creampie (vuoi venire a letto con me?)”, della compagnia milanese Animanera, accoglie gruppi di sei spettatori ogni quarto d’ora per la durata di tre ore. Si viene immersi in atmosfere morbose e cariche di lussuria, sfrenatamente erotiche, tra rimandi a Jean Genet, Virginia Woolf, Allen Ginsberg, Oscar Wilde e altri, coinvolti da attori che giocano con gli spettatori, sussurrano frasi inquiete, fissano dritti negli occhi da pochi centimetri, sconvolgendo tutte le nostre certezze, mentre scandagliano il tema dell’amore nelle sue pieghe più segrete e intime.
ASSOLUTAMENTE SOLO (UNO SPETTACOLO DI TRASFORMISMO)
di e con David e Mario Batignani
collaborazione artistica Véronique Nah, Alessandro Libertini
costumi: Talita Carmignani, Camilla Garofano
montaggio audio: Luca Libertini
co-produzione: Kilowatt Festival, Festival Visioni, Teatro Comunale di Castiglion Fiorentino
durata: 55′
applausi: 03′ 04”
Visto a Zoom Festival, Scandicci (FI), il 9 dicembre 2010