Usciti a riveder le stelle, Babilonia Teatri alza le vele alla navicella dell’ingegno. Esattamente a due anni dal debutto di “Inferno”, esito frutto del primo incontro fra i nuovi Leoni d’argento per il teatro alla Biennale di Venezia e la compagnia ZeroFavole, arriva alla luce “Purgatorio”, nuova fatica di questo ormai consolidato connubio.
Se della pluripremiata ditta Enrico Castellani e Valeria Raimondi sappiamo ormai tutto, è doveroso spendere due parole sulla compagnia ZeroFavole, un gruppo laboratorial-teatrale nato a Reggio Emilia nel 2001, e formato da attori disabili, volontari e tirocinanti che utilizzano il teatro come strumento/pretesto per abbattere le barriere tra le persone; vuole essere un luogo di confronto in cui mettere in atto percorsi formativi ed evolutivi di tutti i partecipanti.
Non nuovi a questo genere di esperienze (si veda il “Pinocchio” realizzato da Babilonia Teatri con la compagnia Gli amici di Luca che opera con persone risvegliate dal coma), Babilonia conferma la sua prolifica sensibilità verso l’interazione con l’alterità.
In “Purgatorio” condottiera non è tanto l’idea di misurarsi con il Sommo Poeta, ma una riflessione introspettiva sullo stato di sospensione che a volte la natura impone alle nostre esistenze, incagliate negli scogli che infestano la rotta verso il paradiso. Sospesi come i sacchi da boxe che oscillano sulla scena, emblemi delle persistenti lotte quotidiane contro cui gli individui “diversi” sono costretti a lottare. Sospesi come i desideri che vengono riscattati nel lungo incipit dello spettacolo, incessantemente rivendicati come esigenza di riscatto e affermazione esistenziale.
Non importa che si tratti di attraversare l’oceano a nuoto o di baciare la ragazza di fronte, importa la loro unicità e l’impellenza di condividerla con altre anime perse. È un’espiazione d’intenti che non segue trame riconoscibili o disegni conclusi, ma la spontanea epifania creativa di un gruppo di attori non-attori che manifesta l’urgenza di una incondizionata accettazione delle differenze umane.
Il Purgatorio diventa così una romantica cavalcata nelle terre di mezzo, dove si incontrano Dante, Beatrice e Virgilio che dialogano senza filtri con Rocky Balboa, l’improvvisato confessore Don Paolo e i relatori ingessati di un dibattito per definire se si spurga più da vivi o da morti.
Babilonia Teatri non sacrifica l’irriverenza della sua tipica cifra stilistica, o la dissacrante inventiva, e invettiva, del teatro pop punk rock a cui ci ha abituato, e ne distilla la pratica per renderlo accessibile ai non omologati compagni di questo viaggio. Si sprigiona quindi un assemblaggio caotico ma lucidissimo di scene e controscene, in cui gli interpreti sono perfettamente a loro agio in un genuino processo espressivo autonomo e liberatorio.
Non importa che si parli di quanti uomini si porti a letto Chiara o della passione sfrenata per la Nutella di Daniele, non sono necessari scrupoli o sacralità, importa la stralunata poesia e la valorosa dignità che quei corpi seminudi sanno elargire senza risparmiarsi.
La magia che Chiara Bersani sprigiona nella sua danza con una carrozzina non è meno suggestiva delle sgangherate lezioni di moralità di Paolo Terenziani nelle vesti di prete; finzione e verità perdono ogni tipo di valore concreto, dissolvendosi in un gioco dove il controllo o l’improvvisazione non hanno più bisogno di riconoscersi, o di svelarsi in una tangibilità reale.
Enrico Castellani si accomoda nel ruolo di allenatore, guida di una squadra che padroneggia abilmente schemi e tattiche, anche se il suo compito assomiglia più a quello di un amico di baldorie, un complice di salutari misfatti che non ha bisogno di mediare o tradurre, ma lascia scorrere un unico filo impercettibile che tende segni, gesti e azioni.
Dietro a un apparente turbinio anarchico di indiscriminati flussi di coscienza, monta un’onda purificatrice che seppellisce ogni debolezza o infermità.
Il successo di questo percorso si misura con la vivace capacità di farci sentire, noi spettatori normodotati, del tutto inadeguati a confrontarci con un mondo in cui sono i nani a sorprendere i giganti.
PURGATORIO
Con Enrico Castellani e Daniele Balocchi, Maria Balzarelli, Chiara Bersani, Carlo Trolli, Paolo Terenziani
produzione Babilonia Teatri
un progetto di Babilonia Teatri e ZeroFavole
collaborazione artistica Stefano Masotti, Sara Brambati
con il sostegno della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
con il contributo di Fondazione Alta Mane Italia (AMI) e Fondazione Manodori
produttore esecutivo La Piccionaia S.C.S.
Organizzazione Alice Castellani
scene Babilonia Teatri
luci e audio Babilonia Teatri / Luca Scotton
costumi Franca Piccoli
foto Eleonora Cavallo immagine locandina Andrea Avezzù
residenza artistica La Corte Ospitale di Rubiera, La Biennale Teatro di Venezia
durata: 1h
applausi del pubblico: 4′ 4”
Visto a Reggio Emilia , Teatro Cavallerizza, il 6 dicembre 2016