Ballare di lavoro: storie di migrazioni e lontananza

Ballare di lavoro (Veronica Cruciani)
Ballare di lavoro (Veronica Cruciani)
Ballare di lavoro (Veronica Cruciani)
È un centro anziani della periferia romana ad ospitare, in occasione del Festival Bella Ciao ideato e diretto da Ascanio Celestini, l’intensa rappresentazione diretta ed interpretata da Veronica Cruciani.
Siamo in un’Italia emigrante oltreoceano d’inizio Novecento. Una madre è costretta, insieme al marito, a cercare lavoro in America e a lasciare in Italia una figlia che riesce a vivere grazie agli sforzi dei genitori.
Il contatto tra le due figure femminili è epistolare. La figlia soffre la lontananza e ne rimprovera la madre che, per contro, non potrà tornare, legata ad un lavoro del marito che riesce solo a garantire povertà ed ingiustizie, ma nessuno di quegli svaghi che la figlia immagina possibili in America.

La vita trascorre: la scuola, la crescita, il matrimonio. La madre lontana trattiene le lacrime cercando di colmare la distanza. Fino al giorno della morte, in America, senza la figlia, dopo aver vissuto tutta la vita solo per sopravvivere.

Veronica Cruciani, nel ruolo materno, ha il volto della tristezza ma anche della determinazione, di una forza e dignità tipiche di chi ha coscienza della propria condizione e, senza lamentarsi, affronta la vita. Seduta su una sedia, è avvolta in un abito bianco, il volto al pubblico, quasi immobile, in difficoltà nel nascondere quei moti interni irrequieti e in lotta con la stabilità che una madre dovrebbe trasmettere ai figli.
Alessia Berardi, la figlia, è un’esplosione continua di dolore e felicità. Il volto irrequieto è il punto fermo di un’energia che trova negli occhi dell’interprete il canale per fuoriuscire. Tutta la messa in scena è contorno di quegli occhi grandi, luminosi, carichi di lacrime e sorrisi. Come un cucciolo, sa saltellare immaginariamente intorno alla madre mentre questa cammina, lungo una strada obbligata non dal proprio istinto ma dal conflitto di una intera società.

Il pubblico, composto soprattutto di anziani, piange, sentendosi toccato nei ricordi ancora vivi dell’emigrazione. Ma non è solo questo ciò che lo spettacolo smuove. L’opera di Veronica Cruciani è capace di toccare sentimenti che vanno oltre l’evento storico: è la relazione di amore e disperazione che lega genitori e figli e che si ripropone anche oggi, senza dover emigrare, nell’attualità dei nostri giorni.
Gli intenti di Ascanio Celestini e del suo festival hanno successo. In una periferia desolata, dove tra grandi magazzini e ipermercati la memoria può avere difficoltà a trovare il suo spazio, il teatro è arrivato.

BALLARE DI LAVORO
storia di migrazioni
di Renata Ciaravino
regia: Veronica Cruciani
con: Veronica Cruciani e Alessia Berardi
musiche originali dal vivo: Cristina Verone
scene: Loredana Paglioni
disegno luci: Gianni Staropoli
durata: 50’
applausi del pubblico: 3’ 30’’

Visto a Roma, Centro Sociale Anziani La Romanina, il 9 settembre 2008

0 replies on “Ballare di lavoro: storie di migrazioni e lontananza”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *