
“B” infatti si sviluppa come un’installazione a stanze, in cui lo spettatore non più bambino è invitato a percorrere lo spazio diviso in piccole stanze, questa volta in solitudine, accompagnato da auricolari.
Ma se Hänsel e Gretel era la fiaba dell’infanzia e della condivisione della paura, e lo spettacolo era espressamente dedicato ai bambini più piccoli, questa “B” Biancaneve è invece dedicato agli adulti, essendo nelle intenzioni di Cristina Galbiati, Ilija Luginbühl e Simona Gonella una fiaba del passaggio dall’infanzia all’età adulta “in cui la brutalità infantile della strega antropofaga lascia spazio alla lacerazione e alla solitudine”.
Le stanze, che lo spettatore attraversa desolatamente solo, non sono più abitate da oggetti ed emozioni che rimandano direttamente alla fiaba, narrandola, ma – vivendo di sottrazione – alludono emotivamente e metaforicamente alla storia anziché rappresentarla.
Un lampadario di cristallo, forbici di ogni tipo e utilizzo, scarpette sporche, forse utilizzate dai nani, terra, tanta terra. Anzi, i rumori, le descrizioni che lo spettatore ascolta, lo trasportano anche in una storia parallela, dove, come in Biancaneve, vige un mondo sospeso, in cui la morte è un contrappunto sempre presente. Sono i pensieri intrisi di paure e di false speranze di una bambina che forse non diventerà mai adulta, e la teca dove è racchiuso il suo corpo non è di vetro ma di terra, su cui i sette piccoli nani, o forse solo sei, ne piangono la scomparsa.
Ogni oggetto, ogni rumore interno ed esterno non è mai lasciato al caso, proprio perché ogni singolo spettatore possa interagire attraverso un personale immaginario con quello che vive ed osserva. L’infanzia non c’è più, comunque, e gli oggetti della fiaba e di quel mondo sono, nell’ultima stanza, impacchettati alla rinfusa nel ripostiglio segreto della memoria.
Uno spettacolo sulla morte delle illusioni dunque, amaro e coinvolgente, sapientemente congegnato per restituirci tutti i più segreti significati di una fiaba senza tempo.
B
concetto e realizzazione: Cristina Galbiati, Ilija Luginbühl
dramaturg: Simona Gonella
design: Mike Brookes, Trickster-p
spazio sonoro: Luis Fernandez, Trickster-p
musiche originali: Luis Fernandez
stagista: Francesco Panzeri
con la partecipazione di Massimo Viafora
coproduzione: Trickster-p / Migros-Kulturprozent / Teatro Sociale Bellinzona / Theater Chur / far° festival des artes vivants, Nyon / Schlachthaus Bern / TAK Theater Liechtenstein, Schaan
Visto a Lugano, Studio Foce, il 31 marzo 2012