Bisbigliata creatura: dalla poesia di Chandra Candiani alla danza di Mariella Celia

Bisbigliata creatura (ph: Fabio Bartoccioni)
Bisbigliata creatura (ph: Fabio Bartoccioni)

Presentato durante il festival InDivenire di Roma, giunto alla IV edizione e diretto da Giampiero Cicciò

“Bisbigliata Creatura” è lo spettacolo di Mariella Celia andato in scena allo Spazio Diamante di Roma come conclusione del festival InDivenire 2023. I primi vagiti del lavoro sono in realtà da retrodatare al 2019, anno in cui il lavoro ha vinto il premio danza del festival, prima del blackout pandemico.

L’immaginario dello spettacolo, le ascendenze estetiche e linguistiche sono debitrici a una lunga tradizione, basti confrontarsi con l’apertura, svolta dietro un sipario semitrasparente di cellophane che percorre l’intera larghezza del boccascena lasciando intravedere bagliori ambra. È qui che ha luogo una lunga, molto lunga, fase di nascita della creatura del titolo, una doppia creatura in verità, interpretata dai due corpi delle performer (in scena, oltre a Celia anche la notevole Cinzia Stià).

Come immerse in una doppia baluginante lingua di fuoco, le due creature sono partorite dall’utero vulcanico di una faglia sottomarina, dal magma stesso che nutre la terra. Raffreddate, sono ora tutte color carne, nei costumi, nei volti e nei guantoni da pugilato che portano sulle mani, i capelli tenuti insieme dalla stessa creta sottomarina che ne informa i corpi.
La biografia delle due creature acquatiche si svolge poi tra il mare (correnti ne accarezzano gli arti abbandonati come tentacoli di meduse) e il mondo nuovo della superficie. È là che i teneri esseri sottomarini, gettati all’asciutto senza preparazione, tentano di articolare i primi passi, incerte sui ginocchi come vitelli neonati, a fatica guadagnando una postura eretta.

Ma poi c’è il mondo, appunto: una strada trafficata, resa con rombi e stridii, rende ancor più ostile la vita inetta delle due, finché si trovano a una parziale ma radicale metamorfosi: perdono i guantoni. Solo allora, come date nuovamente alla luce – una luce che è il rapporto di una con l’altra, un abbraccio – inizia una loro vita più consapevole; solo allora la cura che l’una prodiga verso l’altra pare rendere accettabile la vita.

«Nel mondo ci sono i suoni».
Ah sì?
E qualcosa li accoglie
e li abbandona?
Vie di mare,
perdute e abissali.
L’universo non ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa così:
ci si avvicina lentamente
eppure senza motivo apparente,
poi allargando le braccia,
si mostra il disarmo delle ali,
e infine si svanisce,
insieme,
nello spazio di carità
tra te
e l’altro.

Sebbene sia un’altra la poesia di Chandra Livia Candiani a fare da esergo al lavoro di Celia (“Dio breve nell’erba”, comincia), è questa a contenere tutto lo svolgersi di “Bisbigliata creatura”, dagli abissi all’abbraccio finale con l’altro.

A momenti di intensa bellezza pittorica, che dimostrano una notevole maestria tecnica nella confezione di un ambiente scenico di impatto (scene della stessa Celia con Francesca Innocenzi, luci di Francesco Tasselli, musica di Gianluca Misiti) corrisponde una drammaturgia narrativa tesa a un lirismo ripiegato, che dei versi di Candiani assume e traduce i toni più accesi di intimismo e di tenera ma vibrante assertività sentimentale.

Eppure ai versi della poetessa soccorrevano anche immagini, squarci di luce, improvvise accelerazioni nel quotidiano che nel lavoro di Celia paiono sacrificati alla rilettura sotto l’unico campo semantico di una fragilità sospesa, del tono in pianissimo (bisbigliato), della sapienza ingenua e forte, dell’ascolto minuto – minuzioso, si direbbe, sensibilissimo, come continuamente urticato dal contatto col mondo.

Come risultato, sembrerebbe che questa omogeneità di tono, oltre a patire il rischio di qualche lungaggine, non renda giustizia né alla più ampia materia di ispirazione (“La bambina pugile”, successo editoriale 2014 di Candiani) né a un discorso che voglia sollevarsi dal puro gesto lirico e puntare altrove.
Sembra che si resti, insomma, nell’alveo di una parabola asciutta eppur ridondante, arricchita di dettagli, ma di dettagli concentrici, senza aperture, senza il coraggio di una parte veramente costruttiva, né come qualità del gesto teatrale, né come soluzione a un rovello esistenziale, né come opera traduttrice/traditrice di un pensiero in versi, rischiando di farsi, quanto più dolcemente accarezza lo sguardo, consolatoria.

Bisbigliata Creatura
ideazione e regia Mariella Celia
coreografia, ricerca drammaturgica del movimento Mariella Celia in collaborazione con Cinzia Sità
interpreti Mariella Celia, Cinzia Sità
suono Gianluca Misiti
trucco/ assistente di scena Francesca Innocenzi
costumi Mariella Celia in collaborazione con Francesca Innocenzi
disegno luci Francesco Tasselli
produzione Associazione Sosta Palmizi
con il sostegno di Vera Stasi, Teatro Azione e Carrozzerie N.O.T, ALDES, Teatri Sospesi, Cittadella dei giovani Aosta, Teatro di Roma – Teatro Nazionale

durata: 50′
applausi del pubblico: 2′

Visto a Roma Spazio Diamante, il 29 gennaio 2023

stars 2.5

 

 

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