Blackbird: il teatro politico ‘sconsigliato ai minori’ di Lluìs Pasqual

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Blackbird (photo: piccoloteatro.org)

L’incontro tra Lluìs Pasqual, spagnolo e lorchiano regista, e David Harrower, osannato drammaturgo scozzese, dà vita, sul palco del Teatro Studio di Milano, ad uno spettacolo di altissima qualità.
Interpreti d’eccezione, Massimo Popolizio e Anna della Rosa vestono i panni di Una e Ray, protagonisti di “Blackbird”, testo che consacrò il drammaturgo come autore più interessante della drammaturgia scozzese; Paco Azorìn, scenografo barceloneta, abituale collaboratore di Pasqual, cura le scene: tutti ingredienti che non possono far altro che portare grandi risultati.

“Blackbird” nasce nel 2005, sotto commissione del Festival di Edimburgo. La vicenda è scottante e prende spunto da un fatto di cronaca: Toby Studebaker, ex-marine dell’esercito americano membro dell’unità antiterrorismo, attivo nelle operazioni contro Al-Quaeda a seguito dell’11 settembre, è giudicato e condannato per il rapimento di una ragazzina di 11 anni.
La relazione era nata via internet in uno scambio di messaggi erotici da parte di entrambi (lei si fingeva diciassettenne) portando ad una fuga degli “amanti” prima a Parigi, poi Strasburgo e a Francoforte. Cinque giorni al termine dei quali Studebaker viene arrestato e condannato.

Harrower, con la collaborazione di Peter Stein, che per primo la mise in scena, della vicenda mantiene tutto: il corteggiamento esplicito da entrambe le parti, la relazione, la fuga e l’arresto. Vi aggiunge però un incontro, dopo quindici anni, in cui i due si mettono a confronto rivelando le proprie colpe e i sentimenti, in una lotta amorosa senza vincitori né vinti.

Comincia così lo spettacolo, con l’irruzione improvvisa di Una, non ancora trentenne, nel posto di lavoro di Ray e nella sua vita.
Non esistono risposte univoche al problema trattato (“perché esiste l’abuso? quando una persona è adulta? dove nasce la provocazione?” si chiede Pasqual); e in questo sta la forza del testo, che il regista definisce “esempio perfetto di teatro politico, di un teatro che si fondi sulla messa in discussioni di principi, postulati della morale”.
Questa la grande sfida del drammaturgo: trattare un tema come l’abuso cercando di rilevare il punto di vista di entrambi i personaggi, di scoprire dove si colloca la colpa, di quando ci si può considerare adulti, del perché esista l’abuso e in sostanza in cosa consista. Un testo pieno di domande senza soluzione, costruito come “una partita di tennis, una finale di Wimbledon: lo spettatore è in tribuna e sposta gli occhi da Ray a Una, da Una a Ray, tentando di capire le ragioni dell’uno e dell’altra, i sentimenti di entrambi” racconta sempre il regista. Un match da cui si esce spiazzati e confusi, raro successo in teatro, scoperti di ogni certezza sull’uomo e sui sentimenti.

Abilissimi i due grandi attori che, soli (ad eccezione di un’apparizione di Silvia Altrui, allieva dell’Accademia dei Filodrammatici, già scelta da Valter Malosti per il suo lavoro su Testori, e qui in veste della ragazzina figlia dell’attuale compagna di Ray), animano una lotta d’amore senza sosta e con grande generosità.
Anna Della Rosa è nervosa, scattante, in preda all’agitazione e vittima di un passato che la tiene prigioniera. Non un secondo di tregua; sembra calmarsi ma i suoi occhi fiammeggiano e ancora parte all’attacco: seducente, aggressiva, bestiale e infantile. Massimo Popolizio è il suo contraltare: la sua fisicità, la sua voce sono più calmi, il suo dramma è più controllato, un uomo alla ricerca della ricostruzione di sé, ora nuovamente a confronto con un passato che lo ha dannato ma a cui è visceralmente legato. Una sofferenza nel tenere il controllo lo pervade, e la si legge da subito nel muoversi frenetico della mano, nei silenzi, nelle frasi interrotte, nel passo da animale in gabbia.

Eccezionale anche la scelta scenografica elaborata da Paco Azorìn, che ha ricostruito per “Blackbird” un interno essenziale ma molto forte, in cui la spazzatura, sparsa per terra qua e là o in bidoni, è centrale, a simboleggiare le mancate risposte a ciò che è accaduto. I due amanti si incontrano tra cartacce e rifiuti in un luogo che porta in sé tracce del passato e che, ad un tratto, si animerà: la piattaforma inizia a roteare su se stessa durante il lungo monologo di Una, attirando da lì in avanti gli spettatori nel vortice dei suoi pensieri.
Fino al 29 maggio.

Blackbird
di David Harrower
con: Massimo Popolizio, Anna Della Rosa, Sivia Altrui
regia: Lluìs Pasqual
scene: Paco Azorìn
costumi: Chiara Donato
luci: Claudio De Pace
durata: 1h 30’
applausi del pubblico: 5’ 40’’

Visto a Milano, Teatro Studio, il 28 aprile 2011

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