Se andare a teatro significa entrare in quel mondo dell’extraquotidiano appartenente al rito di matrice greca, “Bollocks!” vuole accantonare totalmente questa logica, rispolverata troppo sbrigativamente ogni volta che si parla della messa in scena e delle relative potenzialità.
La giovane compagnia Nim, Neuroni in Movimento, prosegue nel suo percorso di riflessione e ricerca intorno ai grandi punti interrogativi che bloccano, nel 2009, la crescita personale dell’individuo.
Il rito diventa così una meditazione collettiva che non può fare a meno di travolgere il pubblico, proprio perché va a prendere per la giacca ogni singolo spettatore, frugandogli nelle tasche alla ricerca di quegli scheletri che non sono più nell’armadio ma perfettamente mimetizzati dentro ognuno di noi.
Niente di nuovo, certamente. Non è una novità farsi specchio della platea dicendo alla gente di guardarsi: si è fatto e si continua a fare, con successo e modalità diverse, da moltissimo tempo. Ciò che però colpisce positivamente è la precisione con cui quel maledetto specchio riesce a riportare non solo l’aspetto esteriore, ma anche le parti più nascoste, in una specie di magica radiografia totale.
“Peter non è solo un uomo evirato che soffre l’oppressione di una società fortemente contaminata dal sesso e dalla legge del più forte, ma un individuo che, a causa di una disgrazia, compie un viaggio che lo porta a comprendere qualcosa in più della fragilità della natura umana – scrive nelle note di regia Pier Luigi Pasino – Questa presa di coscienza emerge dal confronto di Peter con il pubblico, che s’interroga riguardo a ciò che egli vive e scopre sulla scena con gli altri personaggi”.
Il problema è soltanto uno: è più forte il testo, la messa in scena o la bravura degli attori?
Senza dubbio nessuno dei tre, ma tutti in percentuali diverse.
E’ infatti abbastanza probabile che un drammaturgo specializzato in “specchi della società” come Lee Hall sia bravo a scriverli; meno scontato è invece che un gruppo di attori giovani riesca a portare in scena un testo difficile non tanto da capire quanto da far vivere nell’intimo di chi guarda.
“Bollocks!” è un inno alla privazione, alla mancanza, al non-sense della nostra epoca, ed impone un approccio che insista più sul togliere che sul costruire. Il contro eroe impaurito e svogliato soffre di un dolore vero, tangibile e immediatamente verificabile da chi siede poco distante.
La poltrona inizia allora a diventare scomoda, si cambia posizione senza trovare mai quella giusta. Osservo con piacere che anche gli altri spettatori si muovono. Unico peccato? L’essere ancora un po’troppo pochi in platea.
Bollocks!
di Lee Hall
traduzione di Letizia Russo
regia: Pier Luigi Pasino, Vito Saccinto
con: Matteo Cremon, Barbara Moselli, Pier Luigi Pasino, Gisella Szaniszlò, Vito Saccinto, Marco Taddei
scene e costumi: Greta Cuneo
durata: 1 h 20’
applausi del pubblico: 2’ 10’’
Visto a Genova, Teatro Duse, il 26 novembre 2009