A ridosso del progetto svolto in Salento che ha coinvolto un attore e un regista del Teatro Nazionale di Pechino, Astràgali Teatro a fine maggio è approdato in Brasile per una residenza.
Ed è quindi questa esperienza brasiliana che oggi ci raccontano dai loro occhi, in un periodo destinato per antonomasia ai viaggi ma che oggi diventa soprattutto di necessaria e urgente riflessione critica sulle tante (troppe) contraddizioni e folli incrinature del nostro mondo contemporaneo.
San Paolo del Brasile è stata la metropoli in cui abbiamo indirizzato maggiormente l’attuazione delle nostre attività: una città dalle dimensioni spaventose che ha suscitato da subito il nostro interesse. Ma anche uno dei luoghi da cui partire per creare i presupposti affinché il coinvolgimento continui ad essere parte integrante di un lavoro di ricerca artistica, in spazi e tempi caratterizzati dal conflitto e dalle contraddizioni della realtà sociopolitica.
Insomma, un luogo da cui partire per riflettere ancora sugli altri e su noi stessi.
Dall’Air France, prossimo all’atterraggio presso l’aeroporto di Guarulhos, intravediamo colline affollate di strutture grezze, cariche di ruggine, strade desolate illuminate solo da rari lampioni lontani tra loro: è una favela a catturare da subito una riflessione, ancor prima di toccare la terra latino-americana.
Come quarta città per grandezza nel mondo e prima dell’emisfero australe, San Paolo è una capitale variegata e cosmopolita, che si è arricchita, durante il XIX secolo, dall’arrivo di numerosissimi immigrati da Portogallo, Italia (a San Paolo vive la più grande comunità di italiani al mondo), Russia e Spagna, contando oggi 20 milioni di abitanti, con un diametro cittadino che sfiora i 150 km.
Ci balza subito agli occhi la multiculturalità della città, caratterizzata dalle tipiche divisioni metropolitane in ghetti, oggi quartieri, in cui donne e uomini si intrecciano, si ricongiungono e si lasciano. Quel vortice di colori dalle differenti provenienze e origini diventa il punto di partenza per comprendere le dinamiche della grandiosa ed enorme, tangibile ma difficilmente afferrabile, cultura brasiliana.
Astragali Teatro è stato invitato a realizzare il workshop “Theatre and Conflict” dall’Instituto de Artes dell’Universidad Estadual Paulista Jùlio De Mesquita Filho, collegato al progetto e allo spettacolo “Metamorphosis”. Il laboratorio, preceduto da incontri pubblici finalizzati ad introdurre studenti, docenti, operatori culturali e le istituzioni coinvolte alla storia di Astragali e alle sue molteplici azioni nelle zone di conflitto, ha condotto non solo la compagnia ma tutti i partecipanti, attraverso i binari della curiosità, della ricerca sociale, della discussione e dell’arte, a ragionare su quelle che sono le dinamiche del conflitto invisibile. Un conflitto che si perpetua quotidianamente tra le vie della metropoli che, come una lama silenziosa, lacera la storia degli uomini e delle donne senza urlo alcuno.
I primi giorni a San Paolo sono stati segnati da disorganiche immagini che hanno calpestato con forza la superficie della percezione. Ci siamo sforzati di aprire maggiormente gli occhi e il cuore alla miriade di contraddizioni che dipingono la realtà brasiliana con quei grattacieli segnati dalla guerriglia dei ‘writers’.
San Paolo, lo sappiamo, è segnata da una fortissima disuguaglianza socio-economica. La disparità nella distribuzione del patrimonio e del reddito, così come l’accelerata e caotica urbanizzazione, si può visibilmente constatare dalla sfilza di grattacieli che costeggiano le favelas. Camminando per la città ci si imbatte continuamente in uomini, donne e bambini che, senza una fissa dimora, chiedono l’elemosina, dormono sui marciapiedi, mentre elicotteri e macchine di lusso trasportano persone di tutt’altro ceto sociale in giro per la città.
Il tasso di violenza nell’area metropolitana è tra i più alti al mondo. E colpisce il livello di assuefazione a questa violenza. Furti e rapine avvengono con regolarità anche nelle zone ritenute più sicure della città, tra cui il centro.
Segnata dal sangue di omicidi, sequestri di persona, quotidiane rapine a mano armata e repressione brutale della polizia (definita la più violenta al mondo), ma anche da lotte fratricide tra gang e dal narcotraffico, San Paolo conta negli ultimi anni più morti ammazzati della guerra in Siria.
Statistiche che raccontano la grave situazione in cui vertono i ceti più deboli, tra cui i bambini: 6 su 10 vengono regolarmente molestati. Altri sono costretti a spacciare droga o ad aumentare il numero, già troppo alto, di prostituzione giovanile.
E’ in questo contesto che Astragali Teatro ha portato con sé le “Metamorfosi” di Ovidio.
L’arte, il pensiero e la riflessione sulle dinamiche della violenza e del conflitto, che da sempre sono parte del nostro lavoro, segnano ancora di più i giorni della residenza latinoamericana.
La necessità di parlare del conflitto, l’accettazione della sua esistenza sono il primo passo per una risoluzione.
Attraverso l’esemplare storia di resistenza dell’umano al divino del mito di Aracne, Astragali ha condotto il proprio lavoro percorrendo le vie della violenza perpetuata contro la donna, dal mito all’uomo. Temi attualissimi sia nel nostro paese sia in Brasile, dove il fenomeno della violenza sulle donne ha dimensioni spaventose (nella sola San Paolo ogni giorno vengono uccise 12 donne).
Ecco allora che la presenza femminile in “Metamorfosi” diviene segno dell’opposizione alle dinamiche della guerra, della discriminazione, della violenza.
Ma San Paolo non è solo violenza e povertà. Un altro aspetto fondamentale è la sua forte essenza multiculturale: le influenze si mischiano in un uragano di sensazioni, odori, sapori, lingue, con comunità considerevoli, da quella portoghese e italiana a quella araba cristiana, formata soprattutto da libanesi e siriani, ma anche africana e giapponese.
Al tempo stesso San Paolo dimostra di essere anche una metropoli dall’attività teatrale estremamente sviluppata: vediamo interi quartieri pieni di teatri, di cui 200 sono municipali.
Con la professionalizzazione del teatro di prosa, attraverso la fondazione del Teatro Brasileiro de Comédia (1948) e la costruzione di numerosissime sale private, si è imposta la volontà di dare ai cittadini la possibilità di studiare teatro.
E’ nata così la Escola de Arte Drammatica. Su un altro livello si è sviluppato il teatro sociale e di quartiere, di cui sono noti esempi Gianfrancesco Guarnieri e Augusto Boal.
Date le contingenze artistico-culturali della metropoli, è stato affascinante partecipare ai numerosi incontri informativi e progettuali con molteplici istituzioni culturali, avviando collaborazioni e consolidando delle partnership: dal Centro Brasiliano dell’International Theatre Institute alla Cooperativa Paulista de Teatro, una società che si occupa della tutela e gestione di una quantità enorme di compagnie teatrali professioniste dello stato di San Paolo; dalla Escola De Teatro, una tra le scuole di drammaturgia più prestigiose del continente americano, caratterizzata dall’innovativa metodologia di insegnamento e dal forte impegno sociale per l’integrazione e l’assunzione, all’interno della scuola, di donne e uomini in difficoltà economiche e sociali; ai teatri di ricerca e innovazione come Barracao Teatro e l’Universidad Federal de Alagoas di Maceiò.
Teatro, musica e più in generale arte sono quindi dimensioni che segnano fortemente il tessuto culturale della metropoli. In un insieme di pratiche, arricchite dalla dirompente multiculturalità e cosmopolitismo, non solo di spettacolo, ricerca e collettività, ma anche di resistenza e reazione della cittadinanza alle violente dinamiche socio-economiche e politiche.
E questa resistenza contagia il nostro percorso.
Tra gli occhi delle persone che abbiamo incontrato e conosciuto si riconosce il desiderio di cambiamento, libertà, umanità, amore.
Professori e studenti, direttori e coordinatori, registi e attori, scenografi, musicisti, rappresentanti e manager, uomini dal grande sorriso e spirito di comunità, ci hanno trasportato nell’oceano della loro condizione, accogliendoci.
Dalle immagini di attrici e attori che attraversano le vie del teatro, del canto, della danza, per riscoprire sé stessi e gli altri, rinasciamo e rinnoviamo la volontà di continuare a percorrere questo cammino.
L’orchestra dei calorosi abbracci, alla partenza, ha riempito i nostri cuori di gioia e prossima nostalgia. Il teatro ricongiunge corpi e anime, la critica al pensiero, l’unione che crea la vita, la nostra storia.
Abbiamo conosciuto persone che hanno fatto della nostra un’esperienza concretamente profonda, affascinante e allo stesso tempo allegra, e della seppur violenta San Paolo una culla in cui stendersi e perdersi.
Pierluigi Greco – Astràgali Teatro