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Brecht-Weill secondo Irina Brook e Chailly per la Giornata mondiale del teatro

Lauren Michelle e Kate Lindsey (photo: Brescia e Amisano - Teatro alla Scala)|© Brescia e Amisano

Lauren Michelle e Kate Lindsey (photo: Brescia e Amisano - Teatro alla Scala)|© Brescia e Amisano

Per la Giornata mondiale del teatro, il Teatro alla Scala, in streaming su Rai 5, ha offerto al pubblico una proposta musicale di rarissima esecuzione: il dittico di Brecht-Weill “Die sieben Todsünden” (I sette peccati capitali) e “Mahagonny Songspiel”, diretti da Riccardo Chailly con la regia di Irina Brook, figlia del grande regista Peter, che ha debuttato nella prestigiosa Sala del Piermarini.

Il maestro Chailly è tornato dunque, ancora e finalmente, alla musica del Novecento dopo la “Salome” di Strauss, che abbiamo molto apprezzato poche settimane fa, proponendo insieme l’ultima e la prima collaborazione tra il drammaturgo tedesco e il suo musicista d’elezione.

“Die sieben Todsünden” (I sette peccati capitali) è un Ballet chanté, balletto satirico con canto formato da un prologo, sette parti e un epilogo, che ebbe la sua prima a Parigi, al Théâtre des Champs-Elysées, il 23 giugno 1933, con regia e coreografie del famoso coreografo russo George Balanchine e scene di Caspar Neher, mentre “Mahagonny Songspiel” è considerata una specie di anticipo di uno dei grandi capolavori di Brecht-Weill “Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny” (“Ascesa e caduta della città di Mahagonny”), opera che avremmo dovuto vedere con estrema curiosità l’anno scorso nella stagione dei Teatri di Reggio Emilia.
Si tratta di una piccola cantata scenica del 1927 composta da sei canzoni (due di queste, “Alabama Song” e “Benares Song”, sono dell’inglese Elizabeth Hartmann) che venne rappresentata per la prima volta a Baden-Baden nel 1927 per opera del Deutsches Kammermusikfest.

Riccardo Chailly e Irina Brook immaginano un continuum fra i due lavori, ambientandoli in uno squallido bar che, in Mahagonny-Songspiel, viene posto su una specie di zattera / isola, circondata da bottiglie di plastica, dove trovano rifugio un gruppo di persone provenienti da lontano.

Abbiamo definito “Die sieben Todsünden” un “balletto cantato”, ma in effetti è un originale miscuglio di vari elementi, sia formali che musicali, in cui convivono teatro, danza (le coreografie sono ideate da Matteo Gavazzi), opera e kabarett da una parte, songs, jazz, fox trot, ragtime, valzer e un coro a cappella dall’altra, fatto che dimostra, senza fuor di dubbio, la genialità di un musicista così poco conosciuto e riconosciuto come Kurt Weill, capace di padroneggiare e mescolare con sapienza alto e basso.

Qui due sorelle, Anna I e Anna II (una che canta, l’altra che recita e balla, proponendo delle controscene), raccontano il loro viaggio della speranza attraverso l’America (Memphis, Los Angeles, Philadelphia, Boston, Baltimora, San Francisco) per raccogliere sufficiente denaro per coronare un loro sogno: una casa in Louisiana, sul Mississippi.

Anna I rappresenta l’aspetto razionale dell’animo umano, diversamente da Anna II, la quale invece non sa resistere alle proprie passioni: Anna I vuole quindi salvare la sorella dai peccati che man mano la investono: accidia, superbia, ira, gola, lussuria, avarizia e invidia, rappresentati in altrettante scene, precedute e concluse da un prologo e un epilogo, e collegate tra loro da brevi interludi orchestrali. In questo viene supportata dal Coro della famiglia, composta tutta da voci maschili, e che appare anche in un video in bianco e nero.
Ciascuna delle città visitate da Anna corrisponde a un peccato capitale; in questo modo il percorso intrapreso dalle due protagoniste, nell’opera di Bertolt Brecht e Kurt Weill, risulta essere una specie di apologo morale sull’apocalisse dei valori borghesi (il titolo completo è infatti “I sette peccati capitali dei piccoli borghesi”).
Alla fine Anna I e Anna II saranno sconfitte, inglobate in una società che non perdona e che brucia tutti i loro sogni.

© Brescia e Amisano

Meno teatrale è “Mahagonny-Songspiel” che, come detto, anticipa “Ascesa e caduta della città di Mahagonny” e che si avvale soprattutto del Coro.
I personaggi della Cantata arrivano in questa specie di terra desolata, circondata da migliaia di bottiglie di plastica, metafora della immaginaria città di Mahagonny, una terra promessa, una specie di città di smeraldo dove trovare ricchezza, un paradiso fasullo dominato dal denaro (“Bella, verde, luna di Mahagonny”), dal gioco d’azzardo e dal whisky.

Sullo schermo appaiono chiari i mali di quella società: odio, individualismo, materialismo, rapacità. Alla fine la regia, con bell’intuito, da una radio propone “Alabama Song” nella cover di fine anni Sessanta di Jim Morrison e dei Doors: “Oh, luna di Alabama… Ora ti dobbiamo dire addio. Abbiamo perso la nostra buona vecchia mamma… E dobbiamo avere il whiskey, oh, tu non sai il perché…”.

Irina Brook, in perfetto stile brechtiano, non lascia spazio alla metafora: ogni peccato e ogni vizio della borghesia vengono evidenziati attraverso apposite didascalie, poste teatralmente nel nostro tempo, perché nulla è cambiato da allora.
Tutto è proposto con semplicità e chiarezza, con dichiarato effetto didascalico.

Eccellenti tutti gli interpreti, tra cui segnaliamo Kate Linsdey come Anna I (nei Todsünden) e Betsy (in Mahagonny) e Lauren Michelle rispettivamente come Anna II e Jessie.
Spicca anche la presenza dell’attore Martin Chishimba come barista in paillettes e di Dio, fornito di bianche piume di struzzo.
Come per Salomè non possiamo che dire un gran bene di Riccardo Chailly e dell’Orchestra del Teatro alla Scala, che interpretano a meraviglia una partitura così inusuale e composita.

Die sieben Todsünden
Kurt Weill
Ballet chanté in nove scene
Testo di Bertolt Brecht
Direttore Riccardo Chailly
Regia Irina Brook
cast:
Anna I Kate Lindsey
Anna II Lauren Michelle
Fratello Elliott Carlton Hines
Madre Andrew Harris
Padre Matthäus Schmidlechner
Fratello Michael Smallwood
Attore Martin Chishimba
Ballerino Matteo Gavazzi
Danzatrice Elena Dale

Questa registrazione di Die sieben Todsünden è stata realizzata con l’autorizzazione di The Kurt Weill Foundation for Music, Inc. e gli eredi di Bertolt Brecht.

Mahagonny-Songspiel
Direttore Riccardo Chailly
Regia Irina Brook
cast:
Jimmy Andrew Harris
Bobby Elliott Carlton Hines
Billy Michael Smallwood
Charlie Matthäus Schmidlechner
Jessie Lauren Michelle
Bessie Kate Lindsey
Attore Martin Chishimba
Ballerino Matteo Gavazzi
Danzatrice Elena Dale

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