Il festino, ultimo spettacolo della regista palermitana Emma Dante, porta in scena quella profonda umanità che contraddistingue i suoi lavori, dove la solitudine, la diversità, l’abbandono, sono gli aspetti di un nucleo familiare a volte presente fisicamente in scena, altre, come in questo caso, presente solo nei ricordi del protagonista, ma non per questo meno tangibile.
Siamo ad una festa di compleanno, di quelle semplici e senza troppe pretese: palloncini, trombette di carta, festoni colorati, una torta al ketchup, un regalo da scartare, una festa dal sapore antico, da ragazzini d’altri tempi.
Paride compie 39 anni. In un lungo monologo attraversa i ricordi e recupera un mondo immaginario, credendo fortemente alle persone con cui parla e alle situazione che vive.
Ecco allora il palcoscenico diventare lo sgabuzzino dove la madre lo rinchiudeva per punizione da bambino e in cui ha conosciuto Guendalina, Ciccio, Vincenzo, Sammy, Carmela… lunghe e secche scope. Ma Paride ha anche un fratello, Jacopo. Gemelli, due gocce d’acqua con un’unica differenza: Paride cammina e Jacopo no: “Io sono il corpo e mio fratello la mente, io mangio e Jacopo si sazia, io dormo e mio fratello sogna”.
Paride e Jacopo, o Jacopo e Paride, uno il doppio dell’altro, reso perfettamente in scena da Gaetano Bruno che, grazie ad un’allenata gestualità ed ad un gioco di mani e braccia, rende i due fratelli speculari e intercambiabili.
Ultimo atto della festa: il padre, che un giorno uscì dalla porta di casa per non far più ritorno. È proprio lui ad aver inviato un regalo a Paride che, con ansia ed emozione, scarta: otto scope ed una lettera d’auguri.
Citando il protagonista, “Te la posso dire una cosa?”, Paride ci piace e ci piace molto, nel suo essere un bambino mai cresciuto o un adulto tutto “aggrappato” e, ancor più, quel suo diventare ricercatore di baricentri.
“Ho messo in equilibrio gli stuzzicadenti, le posate, l’ombrello di papà, lo scopettino del cesso, i nostri spazzolini da denti e infine le scope, tutto tranne lui che era il più facile… Finché ho sgomberato tutto per fare un po’ di spazio, ho messo i suoi piedi sopra i miei, l’ho tenuto per la vita e lui si è aggrappato a me. Ti insegno io, te lo giuro su Dio! destra sinistra, destra sinistra… muovi le gambe, Jacopo, destra sinistra, destra sinistra segui il ritmo, e tieniti forte che se cadi ti fai male… destra sinistra, destra sinistra, ora sì che ti faccio volare!”.
IL FESTINO
testo e regia: Emma Dante
con Gaetano Bruno
luci: Antonio Zappalà
assistente alla regia: Vincenzo Di Michele
direzione organizzativa: Fanny Bouquerel
foto e progetto grafico: Carmine Maringola
produzione: SudCostaOccidentale in collaborazione con Festival delle Colline Torinesi e Nuovo Teatro Nuovo Napoli
Visto a Torino, Cavallerizza Reale, il 24 giugno 2007