Il Candido del Teatro della Tosse: viaggio tragicomico nel migliore dei mondi possibili

Candido
Candido
Candido (photo: Alberto Rizzerio)

Un perfetto biglietto da visita per il Teatro della Tosse, questo Candido che insieme chiude la serie di appuntamenti dedicati alla memoria di Emanuele Luzzati e apre la nuova stagione. Spettacolo esuberante, generoso, ricco di trovate e d’invenzioni.

La storia, aderente al romanzo di Voltaire, è semplice ed esemplare. Candido, istruito dal professore di metafisico-teorico-cosmo-idiotologia Pangloss, è convinto di vivere nel migliore dei mondi possibili. La sua ingenuità lo porta a trovarsi in situazioni sempre più rovinose, fino a quando, perduto il candore e l’ottimismo, giungerà alla conclusione che “dobbiamo coltivare il nostro orto”.

Satira feroce delle teorie leibniziane, il testo di Voltaire è insieme critica ai costumi dell’epoca e alle istituzioni di potere, Chiesa in testa, e riscatto degli umili e degli onesti. Ma è anche un guardare divertito alle vicende umane, il cui spirito il Teatro della Tosse riprende alla lettera. Si assiste a un teatro veramente popolare nel senso più positivo del termine, ossia ad uno spettacolo d’intrattenimento che non rinuncia a fornire nuovi stimoli al pensiero.

L’allestimento è un cocktail ben congeniato di stili diversi. Sulla scena si susseguono metateatro (Voltaire stesso entra in scena per raccontare personalmente i suoi eroi, o meglio antieroi), commedia dell’arte, teatro delle ombre e operetta; attori a volto scoperto convivono con maschere, attori in carne ed ossa con marionette, in un continuo, insolito interscambio. Sono infatti gli stessi attori a muovere i fili dei loro alter ego di legno e cartapesta e a farli parlare, salvo poi rubare loro la scena e riprendersi la parola quando meno lo si aspetta.
Degni di nota anche i costumi, ricostruiti con evidente ironia e in doppia versione: mini per le marionette e regular per gli attori, ma rigorosamente identici per gli uni e per gli altri, fin nei particolari. Le scenografie, mobili e ingegnose oppure coloratissime, sono parte integrante della storia e contribuiscono a formare un “sogno al cubo” composto in egual misura delle varie arti del teatro, senza che alcuna prevalga o sia considerata più importante di altre perché “Il Teatro della Tosse pone al centro del proprio lavoro non l’attore, non il testo, non la regia e nemmeno la scenografia, ma tutti questi elementi in concerto tra loro”, caratteristica saliente che emerge con decisione dal lavoro che ha debuttato giovedì.

Candido, in scena alla Tosse fino al 5 novembre, sarà anche al Festival della Scienza, che lo coproduce, mentre verrà replicato la notte di Capodanno per celebrare i 250 anni (1759 – 2009) del Candide di Voltaire.

CANDIDO
Viaggio tragicomico nel migliore dei mondi possibili
dal romanzo Candido o l’ottimismo di Voltaire
regia: Emanuele Conte
adattamento teatrale: Tonino Conte e Emanuele Conte
scene e costumi: Paola Ratto e Bruno Cereseto tratti dai bozzetti di Emanuele Luzzati
con: Enrico Campanati, Pietro Fabbri, Bruno Cereseto, Silvia Bottini, Alberto Bergamini, Luca Ferri, Sara Nomellini, Lupo Misrachi
con la collaborazione di Teatro Appesoaunfilo
durata: 1h 30’
applausi del pubblico: 3’ 05’’

Visto a Genova, Teatro della Tosse, il 23 ottobre 2008
prima nazionale

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  1. says: Paolo

    Visto a Torino venerdì 28/11. Meravigliati e sorpresi come bambini di fronte all’imponenza delle scenografie, (sicuramente “di impatto”), alla bravura degli attori e dei burattinai, con una “menzione speciale” per l’uso della voce.
    Un’ora e mezza estremamente piacevole: sapiente mix che sa toccare le corde della tenerezza, del romanticismo, della nostalgia dell’infanzia, ma anche della rabbia e della “voglia di battersi”.
    Seconda volta che vedo il “Teatro della Tosse” e seconda piacevole sorpresa. Bravi! Da noi gli applausi si sono forse avvicinati ai 5 minuti
    Paolo