Co-direttore della Fondazione Pontedera Teatro dal 1977 ad oggi, all’interno del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale (da gennaio ’99 Fondazione Pontedera Teatro), dove ha curato praticamente di tutto, lavorando fianco a fianco anche con Jerzy Grotowski. Carla Pollastrelli non avrebbe sicuramente pensato che, dieci anni dopo la laurea, nel ’76, in Lingua e letteratura Polacca a Venezia, avrebbe iniziato una collaborazione su base stabile con Grotowski che ha portato alla creazione, nel 1986, di un istituto internazionale di ricerca avanzata, il Workcenter of Jerzy Grotowski (dal 1996 Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards) di cui è stata anche direttore esecutivo.
Ha tradotto dal polacco tutti i testi di Grotowski pubblicati in Italia e per il Workcenter ha realizzato progetti in Belgio (1987), Israele (1992), Cile e Russia (1993), Brasile (1996), Francia (1999 e 2000) oltre a tutta l’attività di convegni sul celebre regista polacco. Dopo quelle a Pontedera nell’ottobre 2001, in occasione del decennale della morte del grande maestro del teatro, ha progettato per quest’anno “Grotowski tra noi”, una nuova serie di conferenze ed iniziative volte non solo a ricordare ma, se possibile, a perpetuare i messaggi più forti di un insegnamento che Pontedera ha avuto la fortuna di ospitare sul suo territorio.
E quest’anno parte anche, sotto la direzione artistica di Roberto Bacci e dei co-direttori Luca Dini e Carla Pollastrelli, la prima stagione del Teatro Era, “Vedute dai teatri”, che, tra febbraio e aprile, offrirà un percorso che accosta maestri e grandi interpreti a giovani gruppi, in un mix di assoluto interesse che parte il 5 febbraio dal “Così è” di Castri per proseguire con Mascia Musy in “Ascoltami bene” di Emanuela Giordano (7 febbraio).
Sempre a febbraio, Claudio Morganti proporrà i suoi tre ultimi spettacoli, “L’amara sorte del servo Gigi” (il 16), “Mr. Krapp goes into painting” (il 18) e “Scimmia” (il 21), in cui compare in veste di regista ed interprete; mentre il 22 “Il pigiama di Macbeth”, prodotto dalla compagnia Campo Teatrale, è interpretato da Luca Stetur e soltanto diretto da Morganti.
Danio Manfredini con “Al presente”, in unica data il 21, porterà il suo monologo/autoritratto che parla con la deformazione del linguaggio della follia.
Al ciclo di conferenze su Grotowski faranno da contrappunto, a marzo, altre proposte di giovani artisti come Oscar de Summa in “Amleto a pranzo e a cena” (18 e 19), M. Costanzo e R. Rustioni in “Un cerchio alla testa”, e poi ad aprile i lavori dei quattro gruppi selezionati a Fabbrica Europa 2008 all’interno del progetto Cantieri Teatrali ed aiutati a produrre un spettacolo per quell’edizione: Teatro Sotterraneo (il 3), Città di Ebla e Gruppo Nanou (il 4).
E, ancora, le produzioni della Fondazione: “Mutando Riposa”, spettacolo per soli 20 spettatori diretto da Roberto Bacci (dal 19 al 29 marzo), e la coproduzione con Ert Fondazione, Fondazione Pontedera Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi e Fondazione Fabbrica Europa, di César Brie con il suo Teatro de los Andes in “Odissea”, prosecuzione della personale rilettura di Omero.
Tornando all’audio-intervista che qui vi proponiamo, parlare con Carla Pollastrelli significa confrontarsi con una delle più alte coscienze del teatro italiano oggi, una professionista in cui coabitano memoria ed inesauribile volontà di progresso e progettualità.
La chiacchierata prende spunto proprio dal ciclo di conferenze su Grotowski in programma a Pontedera per il decennale dalla morte: un modo per far conoscere la passione, non di rado silenziosa e a fari spenti, con cui Pollastrelli ha lavorato e continua a lavorare per il teatro.