Una regione che ha dato i natali a Carmelo Bene, ispirando “Nostra signora dei turchi”. E poi per anni niente. O quasi. Fino all’ultimo decennio di rinascita.
“Allora per l’intervista ci diamo appuntamento sul lungomare. Sì, sì, dove vendono il pesce, N’derr a la Lanz’!”. Eccoli, alcuni protagonisti del teatro del territorio, chiamati a parlare di quel che si sta muovendo, cercando di sondare l’ufficiale, l’off e la provincia: proprio per tornare sul “quasi”, e su quello che si è ricostruito e costruito, dopo la ferita del rogo del più importante spazio teatrale, il Petruzzelli, che ancora non si rimargina.
Abbiamo scelto il territorio di Bari, un po’ per comodità, un po’ perchè comunque funziona da epicentro. E se non mancano interessanti esperimenti anche nel nord della Puglia (il grande appuntamento con il Festival Castel dei Mondi ad Andria) e nel Salento (Officine Koreja e altri), è pur vero che il capoluogo resta per molti versi l’unica possibilità di una produzione. Una scelta che speriamo rappresentativa della condizione tipica di molte regioni italiane, che sono un po’ fuori dal circuito “ricco”. Ecco dunque i chi e i perché delle nostre scelte.
Carlo Bruni, regista e attore teatrale. Dopo anni di collaborazioni con importanti università, fra cui quelle di Perugia, Bari e Bologna per progetti nel campo della produzione, programmazione e formazione teatrale, è stato direttore artistico e collaboratore di diversi teatri, per poi diventare consulente per la Cultura e la Comunicazione della città di Bari. Negli ultimi anni ha curato il cartellone del Piccinni, il teatro di prosa più importante del capoluogo pugliese. Nella stagione che sta per cominciare sarà possibile, grazie anche al suo lavoro, vedere fra gli altri Bob Wilson, Massimiliano Civica con lo spettacolo vincitore del premio Ubu, e poi da Lombardi/Tiezzi a Malosti e Timi, fino al Peter Brook di “Love is my sin”. Insomma, non diremmo proprio gli avanzi…
Roberto Ricco è invece uno dei responsabili, sia dal punto di vista artistico che di direzione, dello storico teatro “off” di Bari, il Teatro Kismet OperA, che dal 1981 produce, promuove e diffonde arte scenica in tutti gli ambiti della vita culturale e sociale. L’esperimento nacque come compagnia di teatro ragazzi intorno alla scuola universitaria di formazione all’attore diretta da Carlo Formigoni, seguendo poi il suo “felice destino” – kismet in sanscrito – fino a quando, nel 1989, si inaugurò la nuova casa, un ex capannone industriale. Teatro come officina artistica, fucina di idee, luogo d’incontro, centro di cultura e di dialogo permanenti.
Roberto è un radar instancabile, per tutto l’anno gira festival, rassegne, in Italia e all’estero, per pescare le giovani realtà, i nuovi linguaggi, le proposte più audaci. E conosce bene il territorio. Le sue considerazioni, anche se tormentate dal vento che soffia sul lungomare, sono interessanti per capire le difficoltà di fare tanto con poco.
Michele Bia e Franco Ferrante rappresentano un piccolo teatro di provincia, Teatroscalo (in riferimento al vicino scalo ferroviario), luogo di passaggio aperto a ogni tipo di linguaggio e forma espressiva. Teatroscalo è nato a Modugno nel 2003 per opera dei fondatori dell’omonima compagnia, Bia, autore e regista, e Ferrante, attore. Da allora stagioni teatrali, rassegne e laboratori, e produzioni che hanno partecipato negli anni a festival importanti come il Mittelfest, Primavera dei Teatri, Castel dei Mondi. Il successo più grande al cinema, con “Meridionali senza filtro”, cortometraggio vincitore nel 2007 del David di Donatello e di altri cinquanta premi in festival internazionali in Italia e all’estero.
Carlo Bruni
Roberto Ricco
Teatroscalo