TEATRO COMUNALE DI CASALMAGGIORE (CR) STAGIONE 2010 – 2011

Sabato 06 novembre 2010 – ore 18.00

Strada nostro santuario

Questa Stagione teatrale non poteva che aprirsi con un personaggio veramente straordinario: Guido Ceronetti. Scrittore, poeta, “maestro del tè”, “filosofo ignoto”, guerriero, patafisico e autore di traduzioni “storiche” (Catullo, Marziale, Il Cantico dei cantici, Qohélet). Una presenza, un incontro che onora il Teatro Comunale, considerata anche la rarità delle sue uscite pubbliche e la sua proverbiale ritrosia, e quindi, diremmo, imperdibile. Il pubblico potrà dapprima dialogare con Ceronetti e poi assistere allo spettacolo messo in scena col Teatro dei Sensibili da lui fondato con la moglie nel 1970 allestendo spettacoli itineranti con le sue “marionette ideofore”.

Uno spettacolo composto da filastrocche, canzoni e ballate composte per teatranti di strada, come repertorio di cantastorie, profondamente intriso di contemporaneità e storia. Un incontro che illumina e appaga il pensiero.

 

 

 

 

Venerdì 12 novembre 2010 – ore 21.00

Sogno di una notte d’estate

Fuoco d’artificio di equivoci, incanti, litigi e riconciliazioni di innamorati, Sogno d’una notte d’estate è una delle commedie più popolari e più amate di Shakespeare, è un congegno teatrale di stupefacente maestria. Fate, folletti, elfi, con gli abitanti di Atene, danno vita a un incantevole gioco dell’immaginazione in una delle più pirotecniche invenzioni della fantasia. In scena 18 giovanissimi attori, per un progetto fresco e accattivante guidato dal grande Carlo Cecchi. Cecchi è considerato una delle figure di spicco del teatro di innovazione in Italia. Alterna il lavoro di attore teatrale e cinematografico a quello di regista teatrale. Memorabile la sua interpretazione del dramma Finale di partita di Samuel Beckett e, per il cinema, quella di Renato Caccioppoli in Morte di un matematico napoletano. Nel 2007 si aggiudica il Premio Gassman come miglior attore teatrale italiano.

 

 

 

 

Venerdì 26 novembre 2010 – ore 21.00

Il Mistero Buffo di Dario Fo (FUORI ABBONAMENTO)

Il Mistero Buffo di Dario Fo, nella nostra umile versione pop di Paolo Rossi, è un omaggio al maestro Dario Fo (Premio Nobel per la Letteratura 1997), ed è anche un’avventura, uno spettacolo che si allontana il più possibile dalla versione originale diventando un contenitore unico, dove i misteri originali e quelli nuovi si uniscono e si miscelano, come accade nel teatro popolare. Ogni sera diverso – nonostante non ci sia niente di improvvisato -, recitato con il pubblico e non per il pubblico, è uno spettacolo ricco di cambi di registro, è un’allegoria che confonde i generi, la finzione con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca. Attore di teatro, cinematografico e televisivo Paolo Rossi è, secondo la descrizione di Gino & Michele: “Gigione come Walter Chiari, cialtronesco come Jannacci, mangiafuoco come Dario Fo, teatrale come Carlo Cecchi. Che sono tutti suoi Maestri riconosciuti”.

 

 

 

 

Venerdì 03 dicembre 2010 – ore 21.00

Amleto

Il Teatro del Carretto, presenza “storica” nelle stagioni di questo tetro, torna con una riscrittura di un sanguinoso melo’ sulla vendetta che della tragedia della vendetta conserva l’apparenza. Sollevato il velo dell’apparenza viene alla luce il dramma dell’uomo che lotta per trovare una ragione d’essere. Sembra infatti che Amleto faccia della vendetta solo o soprattutto l’argomento della sua rappresentazione. E’ illuminante che uno spettacolino di una scalcagnata compagnia di guitti, La trappola per topi, permetta di svelare la verità. Questo Amleto è un fool a tratti cinico, a tratti, con una grazia quasi femminile, porta con sé la nostalgia dell’infanzia come l’incarnazione di un sogno romantico: crudele e sempre lucidamente fedele al metodo della sua follia. Nello spettacolo colpisce la compattezza delle soluzioni plastiche e gestuali, la forte icasticità dei mutamenti scenici e coreografici e la raffinatissima resa di alcuni vertici della vicenda. “Oggi ho vissuto un’emozione straordinaria: non soltanto per le formidabili forza delle idee di questo spettacolo, per la serietà artigianale di questa compagnia davvero ammirevole, ma perchè questa forma di teatro mi ha dato anche dei suggerimenti di regia, mi ha dato la voglia di tentare altre strade, ed è il massimo che uno spettacolo possa provocare”.  Jean-Pierre Vincent, Comèdie Française

 

 

 

 

 

 

Sabato 18 dicembre 2010 – ore 21.00

Fantasmi

Con l’allestimento di Sgombero e de L’uomo dal fiore in bocca (uno dei capolavori di Pirandello), Vetrano e Randisi raccolgono i fili di un lungo percorso pirandelliano intrapreso negli anni scorsi. Intrecciando alle vicende narrate spunti paradossali, citazioni fulminee e passaggi surreali si compone una riflessione umoristica e struggente sull’attesa, il rifiuto e l’accettazione della fine. Mettendo insieme questi due atti unici si ha la percezione del senso di grande vitalità e disprezzo del comune pensare che si respira in tutta la drammaturgia di Pirandello, della capacità di irridere e far ridere con amarezza dei vizi e dei paradossi della società. I luoghi delle azioni – la sala di attesa di una stazione ferroviaria e un’improvvisata camera ardente – diventano le “stanze della tortura” che Giovanni Macchia individua come topoi costanti nei lavori pirandelliani. Il fiore in bocca diventa malattia di una intera società, che accomuna l’uomo che nel momento dell’addio trova ancora la forza di parlare di sé con malinconica ironia ed esce di scena canticchiando, e la donna ribelle che nel finale di Sgombero sussurra come in un ricordo la ninna nanna dolcissima e dolorosa per il suo bambino perduto.

 

 

 

Sabato 22 gennaio 2011 – ore 21.00

Richard Galliano e Gonzalo Rubalcaba, presentano LOVE  DAY

Richard Galliano, virtuoso della fisarmonica, sostenitore convinto del suo strumento come meritevole di un posto d’onore nel panorama della musica jazz, arriva in Italia con il pianista Gonzalo Rubalcaba, a presentare in una inedita veste di duo Love Day. Due giganti per una serata di grande musica.

Richard Galliano virtuoso della fisarmonica, è universalmente riconosciuto per aver superato i limiti imposti al suo strumento, che ha dimostrato essere capace di travalicare i generi, grazie alla sua padronanza dei fraseggi, la sua versatilità, la sua capacità di spaziare nelle tonalità più diverse. Gonzalo Rubalcaba, con la sua sublime capacità di miscelare tradizione cubana e sperimentazione jazz, è capace di emozionare e di trasformare la routine quotidiana in un’esperienza intensa e significativa, in qualunque linguaggio egli si esprima.

 

 

 

Sabato 29 gennaio 2011 – ore 21.00

Oblivion Show

Prima di tutto il ritmo e il senso del tempo… Ecco da dove sono partiti i cinque cantattori , autentica rivelazione del palcoscenico, per costruire, sotto la divertita ma rigorosa guida di Gioele Dix, uno spettacolo che coinvolge il pubblico e lo travolge con la velocità delle gag, con l’arguzia delle citazioni e dei riferimenti musicali e letterari, con la sensazionale tecnica vocale e precisione scenica di una compagnia che è cresciuta a pane e musical. Il pubblico di ogni età apprezza la precisione scenica e la ammirevole tecnica canora sullo stile del grande avanspettacolo italiano del secolo scorso. Gli Oblivion utilizzano almeno un secolo di materiale musicale italiano servendosi delle canzoni come di un alfabeto privato, per montare, intrecciare, deformare, riciclare in modo da costruire uno scintillante palinsesto canoro, al tempo stesso omaggio ai grandi e sberleffo ai meno grandi, in cui si raggiunge un miracoloso equilibrio tra citazione e creatività, tra umorismo e commozione. Il senso del tempo, non solo musicale, entra nella natura stessa di questo show, permettendo le esilaranti e impensabili connessioni musicali.

 

 

 

 

Sabato 05 febbraio 2011 – ore 21.00

L’ultimo nastro di Krapp

Rick Cluchey è attore e personaggio straordinario per il quale Samuel Beckett, sulla soglia dei suoi 78 anni, accettò di fare la regia di tre sue memorabili opere. Il Progetto Beckett directs Beckett fu l’ultimo capitolo del bizzarro eppur fecondo sodalizio tra uno dei massimi drammaturghi del ‘900 ed un ex ergastolano, divenuto attore, autore, regista. Queste poche note, unitamente a un testo-capolavoro, sono sufficienti a rendere il senso di un incontro memorabile.

Ciò che si vede in Krapp’s last tape (l’Ultimo nastro di Krapp) è la stanza, se così si può chiamarla, di Krapp, un vecchio che ha l’abitudine di celebrare i suoi compleanni con solitari brindisi, solitarie mangiate di banane e solitarie rivisitazioni mediante l’ascolto di vecchi nastri fino alla fine e anche dopo la fine, quando il nastro ormai gira a vuoto.

 

 

 

 

 

 

 

Sabato 12 febbraio 2010 – ore 21.00

Uchuu – Cabaret (Prima Nazionale)

Dall’universo di Freaks al cabaret erotico berlinese, da Nijinski al dadaismo, dal balletto al cancan, dal rap alle maschere tradizionali. Uno spettacolo sorprendente, sconcertante, graffiante e davvero sublime! Carlotta Ikeda, coreografa e fondatrice dell’unica compagnia al mondo di danza buto esclusivamente femminile, firma un nuovo capolavoro.  Tra richiami orientali e occidentali, la danza voluttuosa e animale di ARIADONE sorprende l’Europa per la propria singolare intensità espressiva, la suggestiva potenza e sensualità delle immagini, l’erotismo e l’humor. La costruzione dello spettacolo si fa sul principio della successione di “numeri” che sono altrettante rappresentazioni del concetto “Uchuu” (in giapponese vuol dire spazio, cosmo, universo). Per me Uchuu è il luogo in cui galleggiano le immagini. Scrivendo questo cabaret, voglio esplorare queste immagini e rappresentare la vertigine dei sogni. Guardo dentro di me per provocare l’impossibile e per accordarmi al tempo del sogno. Il mio cabaret dipingerà questo sogno. Lo prevedo fantastico e curioso.     Carlotta IKEDA

 

 

Sabato 26 febbraio 2011 – ore 21.00

La locandiera

L’enorme fortuna di questo testo, studiato nelle scuole e messo in scena da moltissime compagnie, rischia di rendere muti. Ancora oggi, un’energica rilettura ce ne fa comprendere la fortuna e la perplessità del pubblico che lo vide in scena la prima volta. Il suo meccanismo perfetto, che muove a tratti la commozione pur facendola brillare tra le risate, non dà alcuna soluzione, ma pone continue domande. Perchè una donna non può realizzare il suo desiderio di autonomia fondandosi sulla sua capacità lavorativa e sull’indipendenza dei sentimenti? Sono proprio tanto diverse le donne dagli uomini, sarà sempre guerra tra loro? Con intelligenza, civetteria e determinazione, Mirandolina intesse una sottile trama di gesti nell’illusione di poter ricreare un ordine del mondo a partire dal luogo da lei animato e abitato. Il suo servire ha la dignità e l’incedere di una regina senza titoli. E poi gli ostinati e umoristici tic sociali degli altri personaggi  e le comiche Deianira ed Ortensia poi irrompe nell’intreccio l’ombra fascinosa del grande teatro guitto che Goldoni volle combattere. La compagnia fondata nel 1992 da Elena Bucci e Marco Sgrosso attori del nucleo storico del Teatro di Leo del grande  Leo de Berardinis, si distingue nel panorama nazionale quella che persegue la rilettura di testi classici in chiave contemporanea, attraverso l’utilizzo di un linguaggio teatrale vicino alla sensibilità del nostro tempo.

 

 

 

Giovedì 03 marzo 2010 – ore 21.00

GRAN GALA’ CARNASCIALESCO

Non ce ne importa niente

Giovedì grasso, e per una sera lo spettacolo non sarà solo sul palcoscenico!

La spettatrice e lo spettatore che, a insindacabile giudizio delle Sorelle Marinetti, indosseranno il vestito ispirato agli anni Trenta più convincente, verranno omaggiati con un oggetto originale dell’epoca. L’appuntamento è nel foyer, alla fine dello spettacolo, per un brindisi di Carnevale

Non è un semplice concerto, ma una vera e propria piece di teatro musicale, che propone allo spettatore un viaggio temporale a ritroso, verso gli anni ’30. Interpreti di questo viaggio sono Le Sorelle Marinetti, un trio di “ragazze” davvero particolari, che, affascinate dall’esperienza artistica e umana del Trio Lescano, si calano nei panni di tre signorine degli anni ’30 per raccontare con gustosi sketch la società del tempo e per interpretare i più grandi successi di quegli anni in perfetto falsetto e “canto armonizzato”. A sostenerle, l’Orchestra Maniscalchi diretta dal Maestro Christian Schmitz (vero mentore delle Sorelle) e l’ugola d’oro del cantante Gianluca De Martini.

 

 

 

Sabato 12 marzo 2011 – ore 21.00

Requie a l’anema soja

Per paradosso, sotterfugi ed espedienti la morte per farsa costituisce uno dei filoni principali attorno a cui vediamo dipanarsi le vicende delle brevi ed esilaranti Cantate eduardiane.

Il gioco ruota attorno a due decessi, per finta e per il vero, che si realizzano in un ambiente per solito dimesso in cui personaggi di fiera povertà imbastiscono trame ai limiti del sospettabile per l’esercizio quotidiano della sopravvivenza.

Il cilindro è il copricapo eterno e miracoloso che il protagonista indossa per le sue magie quotidiane: intimidire i creditori, raggirare i malcapitati, impressionare gli sprovveduti già compromessi nell’equilibrio mentale dalla presenza, nell’alcova dell’occasionale incontro amoroso, di un morto che si saprà per finta; in I morti non fanno paura si assiste  alla scena di cordoglio; la sola e confortevole camera che ha ospitato il morto è in uso da un affittuario viaggiatore di commercio, che all’improvviso vi fa ritorno, per giunta ammalato e bisognoso di ricovero.

Invenzioni drammaturgiche e situazioni comiche segnano questo incontro con Eduardo.

 

 

 

 

Sabato 26 marzo 2011 – ore 21.00

La Gilda del Mac Mahon

Testori è l’inventore di una straordinaria saga “neorealista”, sulla storia intima e privata della Milano degli operai e proletari degli anni cinquanta di cui La Gilda del Mac Mahon (1959) è uno dei suoi racconti più significativi. Una donna dalle fattezze provocanti che somiglia vagamente alla famosa diva Rita Hayworth si innamora di un balordo, Gino Bonfanti e lo “ mantiene come un signore “ vendendo il proprio corpo. I personaggi come la Gilda sono emblemi della “gioventù bruciata” che abitava le periferie milanesi nel dopoguerra e viveva di sogni acerbi quanto ardenti, di amori consumati, di speranze deluse e illusioni bruciate. Solo le luci del varietà riuscivano, per un attimo, a lenire il grigiore di una periferia che offriva ben poco ai loro fremiti. La scelta de La Gilda del Mac Mahon si sposa quindi con il bisogno di tenere vive le tradizioni culturali che sono alla base delle nostre radici. La ricerca spirituale di Testori è anche un bisogno di ritrovare una purezza perduta in un tempo che tutto consuma ma che non corrode nel profondo gli animi umani che tanto necessitano di valori e di punti di riferimento.

 

 

 

 

Sabato 02 aprile 2011 – ore 21.00

Trilogia degli occhiali

Emma Dante dopo la prestigiosa parentesi scaligera, allorché le fu affidata la regia della Carmen di Bizet che ha aperto la stagione del Teatro alla Scala 2009-2010, torna al teatro con questo nuovo spettacolo. Per noi un altro grande ritorno, un’altra grande presenza con tre spettacoli, autonomi ma indissolubilmente legati dagli stessi temi. Acquasanta, Ballarini e Il castello della Zisa, sono difatti legati al tema della marginalità. Nel primo lavoro un uomo si àncora in scena, alla prua di una nave immaginaria. Esperto nel manovrare gli ingranaggi che muovono la simulazione della prua, l’uomo si salva dalla finta burrasca inscenata per far affiorare i ricordi della sua vita di mozzo. In Ballarini una coppia di vecchietti danza il secolo passato, accompagnati da una colonna sonora che ripercorre la loro vita e la loro storia d’amore. Ne Il castello della Zisa si racconta la storia di Nicola, un uomo autistico strappato, a quindici anni, dalle braccia della zia e portato in un istituto. La Trilogia si preannuncia come l’ennesima grande prova di Emma Dante.

 

 

 

Sabato 16 aprile 2011 – ore 21.00

Utopia

Leo Bassi, un passato da clown e un presente da artista internazionale, giunge al Teatro Comunale di Casalmaggiore. Il cinquantaseienne artista francese, di lontane origini italiane, naturalizzato spagnolo, che parla otto lingue, porterà la consueta sagacia dissacrante nello spettacolo-evento: Utopia, in cui coinvolge e travolge la platea con una ricchezza comica che la stampa spagnola ha paragonato ad un mix tra Roberto Benigni e Dario Fo. Per il pubblico italiano, che ha potuto godere in passato di rare apparizioni sceniche dell’artista in Italia, questo appuntamento è un’occasione imperdibile per conoscere Leo Bassi. Dopo aver raggiunto un livello eccellente nelle sue esibizioni come clown e giocoliere nel circo, Bassi arrivò alla riscoperta della più elementare relazione tra artista e pubblico: lo spettacolo girovago. Passando da una piazza all’altra, tra Europa, Medio Oriente e Asia, con il suo The World’s Smallest Circus. Verso la fine degli anni Settanta la sua carriera ha avuto una svolta decisiva. In pochi mesi, dopo aver sorpreso e sconvolto il mondo dei festival internazionali di teatro, il suo inimitabile humour aggressivo lo condusse alla fama internazionale.

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