“Non so se il festival avrà una sua diciottesima edizione, naturalmente lo speriamo, ma quella di quest’anno è un’edizione sofferta, perchè i costi gravano pesantemente sul bilancio comunale, che fa grandi sforzi ma non può fare miracoli”.
Gli sforzi serviranno per far arrivare ad Andria, tra gli altri, Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari (“In fondo agli occhi”), Tony Clifton Circus col debutto di “Losers – Dente per dente”, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con “Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni”, Valerio Aprea e la DauniOrchestra con un monologo di Mattia Torre, VicoQuartoMazzini col debutto di “Bohème!, mentre Fibre Parallele e Antonio Rezza presentano i loro ultimi ” Lo splendore dei supplizi” e “Fratto_X”.
Anagoor allestirà nel Castel del Monte “L. I. Lingua Imperii”, mentre Carrozzeria Orfeo è pronta al debutto di “Thanks for vaselina”, controcanto degli “ultimi” e degli esclusi dal mondo del successo e del benessere, “in un esistenzialismo da taverna dove ogni desiderio è fallimento”.
Arrivano dalla Francia i 1er Stratagème con “Forecasting”, raccolta di video amatoriali presi da YouTube.
E’ sempre virato ad un certo tipo di impegno il teatro di Serena Sinigaglia, che ad Andria presenta “Ribellioni possibili”, storia di Josè Garcìa (come a dire un nostro Mario Rossi, un uomo qualunque) che un giorno decide di fare causa ad una potente compagnia telefonica per soli 28 centesimi. Dal testo di Luis Garcìa-Araus e Javier Garcìa Yague, una via di ribellione al sistema.
Davvero da Nord a Sud la tournée di Antonio Latella (di cui Klp vi proporrà a breve una interessante videointervista), che dopo il debutto trentino a Drodesera arriva in Puglia con “A. H.“. Ma l’elenco degli ospiti non si conclude con questi nomi.
La direzione di Castel dei Mondi è condivisa: se Antonella Papeo, tra gli ultimi impegni l’assistenza alla regia de “La rivincita” di Teatro Minimo, cura la parte dedicata alla Nuova Drammaturgia, Riccardo Carbutti è direttore della sezione Nuovi linguaggi e Tecnologie (per “uno sguardo curioso e incuriosito che vada al di là della distinzione tra i generi del teatro, per ragionare attorno a forme ibride delle arti performative”), mentre è Mario De Vivo a curare la sezione off di musica. A riunire questi tre sguardi sul teatro, “l’unica avanguardia possibile: l’emozione”.
Antonella, quanto è sofferta quest’edizione?
Tantissimo… una grande battaglia per sopravvivere, ma ci siamo e speriamo di diventare maggiorenni l’anno prossimo (per la diciottesima edizione).
Dacci un numero significativo del Castel dei Mondi.
Oltre 6000 splendidi spettatori l’anno scorso.
Un nome che non c’è nel programma ma che avresti voluto.
Arturo Cirillo… è un invito!
Ad Andria il teatro vive o muore?
Ad Andria il teatro vive d’estate e muore d’inverno… Investire in cultura è fondamentale, ma una amministrazione da sola non può rispondere a tutte le richieste. A volte bisogna concentrare le forze economiche e umane su pochi eventi e, giustamente, credo che la città di Andria punti su festival che permettano di conciliare l’idea di servizio alla città, la promozione turistica e la crescita del territorio, spostando d’inverno l’attenzione su altre forme di offerta culturale.
Cosa dovrebbe fare il teatro per rendersi più ‘pop’, pena il suo declino?
Perchè il teatro dovrebbe essere un pò più pop? E’ necessaria la formazione del pubblico, non la semplificazione del linguaggio artistico.
Anziché semplificare il linguaggio, in certi casi, per provocare quella emozione che anche voi ritenete elemento cardine del teatro, basterebbe forse essere meno autoreferenziali, più aperti all’esterno.
Dal sistema-teatro, in Italia, cosa andrebbe eliminato?
Eliminerei più qualcuno che qualcosa! C’è un volgare esercizio del potere anche nel nostro settore, spesso è fuori luogo e ridicolo, ma c’è. La cultura è un servizio, dovrebbe essere più “politica”, nell’accezione sana del termine, non in quella negativa cui siamo abituati.
Cosa ci salverà?
La stessa cosa che ci consola: l’arte!
Se non fosse ad Andria, sarebbe…?
E dove lo trovo un altro castello magico come Castel del Monte?!?
Facci un’accoppiata tra uno spettacolo del festival da non perdere e un piatto pugliese in sintonia, per una serata vincente.
Riso, patate e cozze. E visto che gli ingredienti sono di terra e di mare mi viene in mente “Fratto_X” di Rezza e Mastrella: la bruta materia umana (terra) rielaborata con la libertà dell’intelligenza (mare).
Riccardo Carbutti, da “titolare della cattedra”, quali sono le Tecnologie e Nuovi linguaggi su cui vi focalizzerete?
Il professionismo teatrale rischia speso di accasciarsi sul teatro di parola. Il Castel dei Mondi vuole offrire al suo pubblico, sempre più curioso e attento, racconti senza troppe parole: un mondo emotivo che si svela grazie all’utilizzo molto discreto ma essenziale di sensori e software dedicati, pareti video, schermi liquidi ad altissima definizione, social video che diventano strumenti narrativi di elezione, e che permettano allo spettatore/attore di vivere storie in augmented reality.