Primo appuntamento: essere nervosi è naturale, specialmente se sei un trentenne che non esce con qualcuno da anni, hai conosciuto la partner potenziale in una chat-room e non hai idea né di che faccia abbia, né di cosa lei si aspetti da te.
Dopo il precedente “Pericolo di Coppia”, Marco Cavallaro fa un passo indietro, tornando a quel momento magico e insieme terrificante che precede il formarsi della coppia… se coppia sarà. Ed è quantomeno ciò che il pubblico si augura, dopo aver assistito divertito alla performance del simpatico protagonista.
Visione agrodolce dell’uomo moderno, “Cheek to Cheek” mostra una figura maschile attuale ed emblematica: l’uomo che ha perduto i modelli forti del passato e si aggira sperduto e senza un’identità chiara tra mille proposte, lusinghe e promesse di facili successi. Siamo davanti ad un modello di maschio più maturo che in passato, capace di vedersi dal di fuori e giudicarsi, spesso severamente. Attitudine tradizionalmente femminile, questa conquistata capacità di introspezione ha però l’effetto di rendere insicuri; sentire le proprie emozioni, infatti, può far diventare troppo sensibili, specialmente se il confronto è con il modello del macho sicuro di sé e padrone della situazione, eterna proposta del vincente propinato da media d’ogni tipo.
Con un sarcasmo a tratti timido e perfino pudico, Cavallaro affronta l’annoso problema dell’incomunicabilità tra i sessi, alternando l’angolazione futurista a quella nostalgica. Gli incontri del nuovo millennio sono i nuovi “appuntamenti al buio”: un tempo venivano combinati dai genitori, oggi il medium è internet. Nascosti dallo schermo di un computer ci si sente protetti e ci si può divertire ad immaginarsi diversi. Ma quando arriva il momento di lasciare il virtuale per incontrarsi nella realtà, si scopre di non sapere come comportarsi, alla stregua di animali nati in cattività che hanno perduto l’istinto a muoversi nell’ambiente naturale.
Più incerto nelle parti drammatiche, l’attore dà il meglio di sé nei momenti cabarettistici, che conquistano e convincono. Come ogni clown che si rispetti, anche Cavallaro ha il suo lato triste, e neanche troppo nascosto: la risata si fa amara, diventare grandi è difficile e ci si illude che sarebbe stato meglio rimanere bambini, quando tutto era – forse – più semplice.
Il teatro non è gremito, ma se si tiene conto che, a pochi isolati di distanza, è una partita di campionato a tener banco, diventano sorprendentemente tanti coloro che, sabato, hanno scelto di venire al Garage. Il motivo sta forse nella struttura accogliente, quasi intima, e in un’organizzazione che ha deciso di assecondare i gusti di un pubblico eterogeneo invece di fossilizzarsi in scelte culturali che piacciono solo agli addetti ai lavori. “Privilegiamo una drammaturgia contemporanea”, spiega l’addetta stampa Manuela D’Agostino. E in effetti il cartellone della stagione 08/09, pur proponendo autori ormai divenuti classici come Pinter e Beckett, si proietta anche verso opere di autori emergenti.
Il Garage lancia un segnale chiaro: coinvolgere il pubblico. Volontà che emerge anche da produzioni come “Lettere da lontano”, in scena lo scorso novembre, che racconta l’emigrazione attraverso missive e diari di emigranti italiani di inizio ‘900, per proseguire con testimonianze attuali di emigrati e immigrati di Genova. O con il premio Teatro in Divenire, conclusosi a dicembre, in cui il pubblico è stato chiamato a giudicare diversi progetti di spettacoli, in un’interattività che ha il duplice scopo di tenere viva l’attenzione e aprire le porte a nuove e meritevoli proposte d’intrattenimento.
CHEEK TO CHEEK
di e con Marco Cavallaro
musiche: Matteo Musumeci
scene: Federico Marchese
suono: Tiziano Stampete
regia: Renato Sannio
produzione: Associazione Culturale Esagera
durata: 1 h 20’
applausi del pubblico: 1’ 10’’
Visto a Genova, Teatro Garage, il 10 gennaio 2009