Giulio Morgan legge Carmelo Bene
(Lorenzaccio, in Opere, Milano, 1995)
“La sensazione di una ‘lettura da camera’ era del resto cercata in tutti i testi, tranne nei due di Carmelo Bene, dove il linguaggio imponeva altri registri, e certo rischi maggiori. […]
I testi di Bene hanno infatti una prepotenza concettuale propria e inconfondibile, una inesorabilità che non lascia scampo e che costringono allo stesso tempo l’attore a confrontarsi con l’eco di una voce indimenticabile.
E’ stato l’unico scarto rispetto alla scelta di un
registro tra ironico stralunato e buffonesco, da sempre tra i più congeniali alla rivista”.
(Francesco Carbone – Il Compagno Segreto)
2′ 24”
Da Rai Due Palcoscenico, il Lorenzaccio di Carmelo Bene con la regia televisiva di Marco Contini