Cinque letture per Amleto – V puntata: Sara Alzetta legge Giorgio Manganelli

compagno_segreto

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Ofelia “Oh, io sono morta pazza, nevvero?
Certo che ero un po’ morbosa. Ma un pazzo ben diretto dalla sua pazzia può trovare non sapete quante meraviglie nelle cose più umili, anzi più vili e goffe.

Ad esempio, quel fiumiciattolo, quella scheggia d’acqua come i pezzi di specchio che si mettono nei presepi, a fingere uno stagno, un lago; non era un bel fiume, anzi, nemmeno un fiume, una gora, una roggia, un canale interrato e lento; ma per me, pazza ed Ofelia, era una culla, un letto nuziale e un letto di adolescente, era una coperta calda da tirarsi fin sopra gli occhi, era anche una fucina per foggiare un anello, anzi era proprio l’anello ed io, entrando in quelle acque battesimali, amorose ed inquiete, diventavo grande abbastanza per infilarmi al dito l’argento o forse l’oro bianco di quel fiume, a meno che il fiume non fosse un velo – di monaca, di sposa, di morta – o piuttosto una bara di garza, un sarcofago mobile…”.

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