Viva la Svezia. Evviva per gli Abba, per l’Ikea ma soprattutto per lo strabiliante Cirkus Cirkör.
In esclusiva per l’Italia, lo spettacolo “Inside Out”, ultima fatica della compagnia svedese di circo contemporaneo applaudita in tutto il mondo, ha debuttato lo scorso week-end al Teatro La Fenice di Senigallia.
E’ un vero e proprio viaggio “Inside Out”, che si avvale dei prodigi dell’arte circense unita alle suggestioni della musica dal vivo, per raccontare una storia, quella di Maria, all’inizio apparentemente scelta a caso tra il pubblico, fin dentro il pulsare del suo cuore.
In un’atmosfera retrò e polverosa che pare un po’ quella dei carrillon, delle vecchie giostrine dei luna park e delle boule che quando le scuoti scende la neve, il circo recupera le suggestioni più affini alla sua natura, legate alla tradizione di uno spettacolo senza tempo che parla una lingua universale: quella dell’incanto.
E’ uno strabilio un po’ alla vecchia maniera però, assai diverso rispetto alla moderna sontuosità di un’altra compagnia alla quale non è possibile non pensare quando si parla di circo contemporaneo, il Cirque du Soleil.
Seppure gli ingredienti della formula non differiscano troppo fra loro (arte circense + musica dal vivo + cura dei personaggi + leit motive narrativo), ciò che colpisce del Cirkus Cirkör è il senso di intima poesia che lega ogni spettatore con un filo diretto, unico ed esclusivo, a ciò che avviene sul palco.
Uno spettacolo totale ma non industriale, grandioso e ricercato ma allo stesso tempo artigianale e un po’ demodé.
Un miscuglio vincente di stili, di riferimenti e di generi capace di richiamare tanto al senso di decadenza dei fenomeni da baraccone di fine ‘800, tanto alla moderna arte visuale, con l’ausilio di proiezioni video di ultima generazione.
Il tendone c’è, i drappeggi rossi pure, così come le insegne dorate. E poi il clown tutto bianco, le trapeziste, il giocoliere, l’orchestrina con le giacche da domatore… Non manca neanche la “bestia in gabbia”, che invece di un leone è una vecchia barbuta e pelosa vestita di tulle.
Apparentemente scelti tra il pubblico, ecco prima Tom, incastrato dal suo troppo raziocinio, e poi Maria. Già, Maria, che tiene il cuore fragile ed indurito nella borsetta. Saranno proprio il cervello di Tom e soprattutto il cuore pulsante di Maria ad animare le intenzioni degli altri personaggi, tutti impegnati a proteggerlo, quel cuore, e a farlo risplendere, perché è il motore del mondo. Mosso da questo intento, il circo si svecchia, svetta e diventa a poco a poco un grande spettacolo rock.
L’orchestrina con le giacche da domatore, interpretata dalla band svedese Irya’s Playground, assume altri toni, acquista atmosfere rock e lievemente “emo”, lancia ritmi frenetici e coinvolgenti che coinvolgono il pubblico in un crescendo vertiginoso. La dimensione poetica si trasforma, non è più solo carillon e polvere di stelle, ma diventa vortice di attrazioni, suoni, corpi e oggetti lanciati senza peso e senza gravità, con l’arte che sfida velocità ed equilibrio, dove ogni tanto rifa capolino il cuore luminoso.
Non poteva che essere così per il Cirkus Cirkör, il cui nome deriva dalla forma svedese delle parole francesi Cirque Coeur, circo cuore. La storia di questo gruppo di appassionati performer è infatti un invito a credere nei sogni e ad impegnarsi per realizzarli.
Nata come gruppo di circo contemporaneo nel 1995, la compagnia ha iniziato riunendosi in una piccola cucina di casa, barattando lezioni per avere l’uso della palestra scolastica dove provare di notte. L’attuale sede della compagnia, che con “Inside Out” sarà impegnata in una tournée mondiale per tutto il 2010, è oggi a Botkyrka. Considerata ormai un’istituzione, nel 2002 al Cirkus Cirkör è stato affidato lo spettacolo durante il banchetto per il Nobel nella City Hall di Stoccolma, e la scuola della compagnia, la Cirkuspiloterna, fondata nel 2000, è considerata tra le migliori tre scuole del genere al mondo, accanto a quella canadese di Montreal e alla francese di Châlons.
Inside Out
di Cirkus Cirkör
con: Fredrik Deijfen, André Farstad, Jay Gilligan, Angela Wand, Mirja Jauhiainen, Sanna Kopra, Jens Engman e Anna Lagerkvist
la band Irya’s Playground: Irya Gmeyner, Pange Öberg, Erik Nilsson, Ludvig Rylander e Jon Bergström.
direzione artistica: Tilde Björfors
musica: Irya Gmeyner e Pange Öberg
scene e costumi: Sigyn Stenqvist
installazioni e sculture: Lina B. Frank
drammaturgia e sceneggiatura circense: Mia Winge
coreografie: Dag Andersson
costruzione circense: Ulf Poly Nylin
disegno luci: Jenny Larsson
coreografia circense: Vippen
trucco: Helena Andersson
durata: 1h 50′
applausi del pubblico: 3′ 17”
Visto a Senigallia (AN), Teatro La Fenice, il 6 dicembre 2009
Veramente fantastici, mai visto uno spettacolo così completo per scenografie,teatralità e performance di altissima qualità. Vorrei davvero rivederli, ma come faccio a trovare il calendario del tour mondiale? Andrei anche a Mosca a piedi……Lascio la mia mail per chi può darmi maggiori INFO e-mail: straun.clown@libero.it grazie e chi lo ha visto può capire…….