Cirque Orphelin. Incanti dalle marionette dei canadesi Les Sages Fous

Cirque Orphelin (photo: sagesfous.com)
Cirque Orphelin (photo: sagesfous.com)

“Cirque Orphelin” di Les Sages Fous. Visto a Torino, Cavallerizza manica corta, il 16 ottobre 2011 in prima italiana per il festival Incanti

“Cirque Orphelin” è un appuntamento clandestino con la magica follia della compagnia canadese Les Sages Fous, un magazzino dei sogni, scrigno segreto del teatro di figura. Va in scena alla Cavallerizza Reale di Torino nell’ambito dell’edizione 2011 di Incanti, iniziativa di Controluce Teatro d’Ombre, che attende il suo gran finale con la prima italiana del nuovo spettacolo dei Bread & Puppet Theater, in scena domani, 28 ottobre, con “Men of flash & cardboard”.

Il pubblico di “Cirque Orphelin” viene invece dirottato dal foyer e condotto all’interno del teatro attraverso una porta di servizio, un ingresso buio segnalato con enfasi da due buffe figure che gesticolano in modo esasperato agitando alcune torce. La scena appare come miniaturizzata e illuminata da una costante penombra, cinta da strane pareti di latta e popolata da grossi cassonetti della spazzatura. Una scena del riciclo, una piccola scatola di latta dove gli attori in scena sono liberi di muoversi quasi impercettibilmente, manovrando semplici congegni e pupazzi di dimensioni ridotte.

Ecco quindi che il Cirque Orphelin apre i battenti e i due imbonitori cominciano a presentare i piccoli artisti-marionette. Oltre al mistero e alla magia, Les Sages Fous sembrano seguire una sorta di poetica dello stupore, e non a livello narrativo (non c’è storia tout court quanto piuttosto microstorie senza sviluppo) bensì per l’effetto che producono sul pubblico, tutto intento a non perdersi nemmeno un dettaglio, un movimento minimo di questi strani pupazzi.

Lo stupore in sala si fa sempre più palpabile quando vengono presentati i piccoli artisti-marionette del Cirque Orphelin, tutti “animati” attraverso un abile gioco di fili e bacchette.
Il fascino dell’inanimato, che improvvisamente diventa essere sensibile e capace di commuovere, è di certo una grande lezione per l’arte del teatro, laddove spesso attori in carne e ossa, presi a “comunicare” le più disparate emozioni, perdono di vista proprio quelle abilità del corpo che invece il pupazzo-marionetta riporta a estrema grazia e poesia.

I due attori-imbonitori da circo non perdono credibilità davanti all’assoluta magia delle creature che manovrano, anzi, si muovono all’unisono e partecipano alla magia di questi piccoli corpi in movimento. Così, il Bruco equilibrista, l’Uomo-uccello e la Sirena non sono semplici personaggi ma individui a tutto tondo, capaci di sprofondare nel più plateale panico da “prestazione” come anche di innamorarsi.

In parallelo allo spettacolo, inteso di base come “messa in funzione” del Cirque Orphelin, anche una piccola storia nella storia: l’improbabile e impossibile amore tra la bellissima Sirena e l’Uomo-uccello, la prima obbligata fisiologicamente a vivere nell’acqua e il secondo rinchiuso in una gabbia di legno.
Ogni circo che si rispetti è la culla del trasformismo, di conseguenza anche la Sirena avrà un nuovo paio di gambe, con cui potrà lanciarsi in una danza commovente insieme al suo amato.

Spettacolo suggestivo e pieno di insegnamenti, “Cirque Orphelin” ci regala una carica di magia e stupore; un piccolo e prezioso dono di un teatro capace di aiutare l’uomo nelle sue tante solitudini, a vedere le cose, anche e proprio le più piccole, con occhi nuovi, finalmente stupiti.

Il corpo del “Cirque Orphelin” è un corpo che danza e dunque “teatralmente politico”, che spezza i confini senza cadere in facili stereotipi. Un plauso a questi ‘saggi folli’ canadesi, capaci di riportare in auge un teatro di poesia, senza effetti speciali e facili scappatoie registiche.

Cirque Orphelin
allestimento, marionette e maschere: South Miller
musica originale: Christian Laflamme
manipolazione: Jacob Brindamour
meccanismi e strutture: Sylvain Longpré
con: Jacob Brindamour e Chaterine C. Mousseau
produzione: Les Sages Fous (Canada)
durata: 61’
applausi del pubblico: 2’ 13’’

Visto a Torino, Cavallerizza Reale, il 16 ottobre 2011
Prima italiana

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