Festival delle Colline Torinesi 2010. 15^ edizione all’insegna del ‘risparmio’

Cannibales
Cannibales
Cannibales aprirà Carta Bianca (photo: Tristan Jeanne-Valés)

Un alfabetario per presentare la quindicesima edizione del Festival delle Colline Torinesi, in scena nel capoluogo piemontese dal 3 al 23 giugno prossimi.
Sergio Ariotti, direttore artistico della manifestazione, sottolinea i cardini di un festival diventato negli anni punto di riferimento consolidato per il territorio, gli artisti e il pubblico.
E si comincia così.

A come accompagnare: “Crediamo nell’importanza di stare accanto agli artisti, di accompagnarli”. E’ da sempre il motto del duo Ariotti-Lagattolla.
B come bilancio, tasto dolente ma necessario in momenti di crisi economica.
C come Carta Bianca. Anche quest’anno si conferma l’attenzione del festival al panorama straniero. Dal 3 al 6 giugno si svolgerà infatti Carta Bianca, progetto transfrontaliero italo-francese nato nel 2007 dalla collaborazione tra l’Espace Malraux-Scène Nationale di Chambéry e il Festival delle Colline Torinesi. Intento del progetto: la diffusione del teatro italiano in Francia e di quello francese in Italia. In apertura del festival si potrà così assistere a una serie di spettacoli francesi in prima nazionale: “Cannibales” di David Bobée, “Woyzeck” di Gwénael Morin, “Baal” diretto da Francois Orsoni e “Pollock” di Paul Desveaux.

D come denaro. Altro tasto dolente ma necessario alla cultura. “Il nostro paese è drammaticamente in coda alle classifiche europee – sostiene Sergio Ariotti – I fondi destinati alla cultura nel 2009 sono stati lo 0,4 %, nel 2010 lo 0,3 %, e per il 2011 si prevede un investimento dello 0,2%”.
E come equipe tecnica, quella che rende possibile lo svolgimento della rassegna.
F come fotografia: i giorni del festival saranno immortalati dal giovane fotografo piemontese Umberto Costamagna.
G come giovani. Nel cartellone 2010 sono presenti più di quaranta artisti compresi fra i trenta e i quarant’anni.
H come hotel. Gli artisti da qualche parte dovranno pur soggiornare…
I come Italia 150. Il Festival delle Colline Torinesi guarda al prossimo anno e anticipa un’edizione dedicata alle lingue d’Italia.
L come Libano. Realtà assolutamente vivace teatralmente. La 15^ edizione delle Colline ospita due importanti figure della scena internazionale: Wajidi Mouawad, artista franco libanese, per la prima volta in Italia con “Seuls”, pièce che abbina teatro di parola e performance, e Rabih Mroué insieme a Lina Saneh in prima nazionale con lo spettacolo “Photo Romance”.
M come Mupi, icone della campagna pubblicitaria.
N come Nunzio, artista che ha curato il “segno” del festival regalando un’immagine che scomposta in sei parti forma un unico puzzle.
O come omaggi. Quest’anno, spiega Ariotti, sono stati aboliti tutti gli omaggi, per questioni morali e tecniche; i gadget avranno un costo simbolico di 1 euro.
P come partner, indispensabile sostegno per la manifestazione.
Q come quindici edizioni.
R come risparmio, parola che non richiede commenti. Ed è lo stesso Ariotti a dire di essersi tagliato il cachet per “rientrare nei costi”.
S come sostenitori, altro sostegno indispensabile.
T come testi e traduzioni. In occasione del festival verranno presentati tre volumi: “O/Z” dedicato al Mago di Oz di Fanny & Alexander, la compagnia ravennate che quest’anno conclude il suo lavoro sul Mago di Oz presentando in prima nazionale “West”. “Visioni di Leo”, testimonianza sul lavoro di Leo de Berardinis, e infine il libro “Marisa Fabbri. Lungo viaggio nel teatro di regia”. Ariotti ricorda l’ultimo anno in cui l’attrice avrebbe dovuto partecipare al festival e, impossibilitata, scrisse una lettera: “Sono tanto dispiaciuta di non venire, di non divertirmi con voi e per le nostre utopie”.
U come Ubu. Il direttore ricorda alcuni tra gli ultimi vincitori del premio. Ermanna Montanari, premio Ubu 2009 come migliore attrice italiana, presenta quest’anno insieme al Teatro delle Albe lo spettacolo “Rosvita”. Valter Malosti, altro Ubu 2009 come miglior regia, ospite con il Teatro di Dioniso nella “Corsia degli incurabili”.
V come video, curati da Ernaldo Data, autore delle immagini che scorrono sullo schermo in cui si vede un’ipnotica Silvia Calderoni ruotare su se stessa. Tornano infatti all’edizione 2010 i Motus con una tappa del loro percorso sul mito: “Iovadovia (antigone) contest # 3”.
Z come Zucca (Elisa), preziosa collaboratrice, come tutto il resto dello staff, sostiene Ariotti.

Durante i venti giorni del festival saranno a Torino alcune tra le più importanti compagnie di ricerca come Socìetas Raffaello Sanzio, in cartellone con “L’ultima volta che vidi mio padre” e Scena Verticale di Saverio La Ruina con “La borto”.
Le Colline proseguono poi nell’impegno di tutela della giovane creazione teatrale. Ospiti di questa edizione saranno l’Associazione 15febbraio che presenta “Studio per still live”, la giovane Ambra Senatore con “Passo”, la compagnia romana Santasangre in prima nazionale con “Prima ipotesi_bestiale improvviso”, Babilonia Teatri con un ironico “The best of” e Menoventi con “Semiramis”.
Segnalate dal progetto Rigenerazione del Sistema Teatro Torino, le compagnie piemontesi presenti quest’anno sono Tecnologia Filosofica con “Der Augenblic Dort” e BlucinQue con “ApeRegina”.

La conferenza stampa (svoltasi a Torino la settimana scorsa) si chiude con i ringraziamenti di rito: ai vari partner, sostenitori, collaboratori, e con una particolare riconoscenza a Isabella Lagattolla, da sempre direttrice di organizzazione e comunicazione della rassegna. “Senza Isabella – conclude Ariotti – senza il suo appoggio, contributo e sostegno, il Festival delle Colline Torinesi non sarebbe arrivato alla sua 15^ edizione e, forse, non avrebbe nemmeno preso il via”.

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1 Comments

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  1. says: marco rotondi

    è nei momenti di magra che si vede la bontà di una direzione artistica e mi pare che qui sia evidente la bontà di tale percorso. quanto al programma mi viene da dire .. i babilonia non sanno più che inventarsi. BASTA! Pasolini direbbe ” bestie da stile”. ma quando li faranno tornare normali?
    e poi … vi siete accorti che tra i “giovani” non ce ne sta uno che faccia della drammaturgia il suo punto forte? e non ditemi che i babilonia hanno dei bei testi. certo questo è abbastanza preoccupante e un fatto che dice molte cose sull’andazzo del teatro. qualche giorno fa discutevo con amici sull’argomento e si è arrivati a tale considerazione: vi siete accorti che da quando le nuove leve del teatro giovane considetato tale da critici e organizzatori hanno proposto questa nuova(?) linea verso l’annullamento del testo, i teatri si svuotano mentre i suoi problemi ( finanziamenti) aumentano? portano sfiga o cosa?