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Colpo su colpo, Riccardo Caporossi alle origini del male dell’uomo

Colpo su colpo
Colpo su colpo
Riccardo Caporossi in Colpo su colpo
Riccardo Caporossi arriva a Torino, presentato dalla Fondazione Tpe, ormai senza Claudio Remondi, con cui fondò nel 1970 Rem & Cap. Ricorderà l’amico e compagno di scena subito dopo lo spettacolo, insieme ad alcuni docenti del Dams.

Per “Colpo su Colpo”, narrazione epica che ripercorre le tragedie della famiglia degli Atridi, da Tantalo fino a Oreste, passando per Pelope, Tieste ed Agamennone, Caporossi si avvale della presenza di Vincenzo Preziosa.
La vicenda tratta la serie di maledizioni e vendette che si ripercuotono sulla vita di ciascuno dei personaggi, che trovano voce in brevi monologhi tratti da testi di Omero, Eschilo, Sofocle, Euripide, Graves, Frazer e Calasso.

La narrazione avviene a ritroso: si parte da Oreste, figlio e vendicatore del padre Agamennone, per arrivare all’origine di tutti gli intrighi, incentrati nella figura di Tantalo, capostipite della famiglia, venuto in odio agli dei per aver tentato di far loro mangiare carne umana, offrendo a banchetto il figlio Pèlope.

Il tentativo di Caporossi è quello di rintracciare nella mitologia greca l’origine del male dell’uomo, o almeno di offrire un’opportunità di riflessione sulla nostra contemporaneità: “Gravò sulla stirpe degli Atridi la maledizione del Fato, cupa e terribile, non meno di quella che pesò su altre famiglie e sui loro discendenti”. Ecco il ‘leitmotiv’, costantemente ripetuto da Preziosa all’inizio dei suoi monologhi: “Non c’è niente da capire, ma cerchiamo di capire meglio quello che ancora c’è”.  Che ancora c’è. Che ci riguarda, tutti, da secoli.

La particolarità fondamentale dello spettacolo è che non lo si guarda. Durante il breve prologo, Caporossi invita il pubblico a indossare una benda perché si viva quest’esperienza teatrale col naso e con le orecchie. Oltre alle parole degli attori, il pubblico sentirà infatti il rumore di cose che verranno lavorate, grattate, costruite, fatte rimbalzare, e sentirà l’odore dell’incenso, percependo la vita che continua a scorrere.

Durante questo esperimento, a Torino qualche spettatore non riesce a non commentare ciò che sente, mentre qualcuno si addormenta e russa perfino… il pubblico che riesce invece ad abbandonarsi a questa cecità imposta diventa in un certo senso ‘disinibito’: le difese si allentano, e tutto ciò che accade fuori viene assorbito e vissuto più intensamente e spontaneamente.

Il gioco teatrale che gli attori propongono lascia allo spettatore la libertà di immaginare e lasciarsi coinvolgere da personaggi che ancora ci fanno da specchio. Solo alla fine si toglierà la benda e vedrà i segni di ciò che è avvenuto in quei cinquanta minuti al buio: su un tavolo sono posati tutti gli strumenti usati dagli attori sugli oggetti; ma si scoprono anche quadri appesi – dipinti dallo stesso Caporossi – che rimandano agli episodi raccontati poco prima.
Un’immagine di pochi minuti, formata da Preziosa e Caporossi, chiude lo spettacolo. Tolte le bende, tra il pubblico qualcuno ha l’espressione sconcertata. Caporossi invita sul palco perché da vicino si veda, tocchi, annusi gli oggetti posati sul tavolo di legno.

Non è uno spettacolo ‘facile’ “Colpo su Colpo”, e chi avrà cercato di seguire le vicende degli Atridi sarà stato attento a ogni parola degli attori, preoccupato di non perderne il senso.
Ma chi fosse riuscito a lasciarsi andare, godrà alla fine delle tracce di due bellezze: quella di aprire gli occhi e rendersi conto di aver vissuto cinquanta minuti suggestionati da suoni, rumori e odori, scoprendosi spaesati e assorti. E della bellezza di aver lasciato che questo accadesse, abbandonandosi, in un tacito atto di fiducia, a ciò che il gioco chiedeva, alzandosi poi e uscendo da teatro senza ulteriori spiegazioni, senza strozzare il canale di immagini assolutamente soggettive prima spalancato.

COLPO SU COLPO
di Riccardo Caporossi
con: Riccardo Caporossi  e  Vincenzo Preziosa
produzione: CLUB TEATRO – REM & CAP PROPOSTE
durata: 1h 05′
applausi del pubblico: 2′ 20”

Visto a Torino, Teatro Astra, il 3 maggio 2013


 

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