Come uno scarafaggio sul marciapiede. La nuova prova di Varvarà

Come uno scarafaggio sul marciapiede
Come uno scarafaggio sul marciapiede
Come uno scarafaggio sul marciapiede

Tonalità rosse, a volte fredde altre calde, che fungono da elemento di coesione in una composizione altrimenti episodica,  ci consegnano “Come uno scarafaggio sul marciapiede”, il nuovo spettacolo di Questa Nave in coproduzione con la giovane compagnia TrePunti, che affronta per la prima volta un testo contemporaneo.

Note cariche di pensieri e ricordi, un ciarlare incalzante che, scena dopo scena, va a montare i tasselli di una vita che non conosciamo, quella di Martin, e ricompone i pezzi di un puzzle del quale non si arriva ad avere l’immagine completa, ma si riconosce qualche forma, un pezzetto, degli accenni.
Pensieri compressi, come una valigia fatta di fretta, pronti a esplodere alla prima goccia di travaso. Soffocano il corpo, aprono voragini, scavano con precisione chirurgica.

L’incontro è quello col dolore annidato, di fronte al quale ci si ritira, ci si annulla, diventando trasparenti alle emozioni, agli altri, a se stessi. Un io rimasto piccolo, solo e abbandonato ma circondato e ossessionato da tante parti di sé, come in una stanza di specchi.

Ecco allora che Martin, protagonista di questa storia, prende con sé poche e care cose e parte, si distacca dal mondo, muovendosi delirante lungo l’asse dei suoi pensieri, che in una sequenza a quadri lo giudicano, consolano, educano. E’ un continuo passaggio di testimone, dal silenzio al verbo, dal corpo al pensiero, dall’uomo alle tre figure femminili che danno forma ai suoi pensieri: come ricordi, fantasmi, idee. Ognuna indossa il proprio “abito”: quello impeccabile e autoritario di una madre, i colori tenui e gentili dell’amante, pungenti e fantasiosi di un’amica. Ma spetta a Martin e allo spettatore compiere la scelta finale: liberarsi o meno dal piccolo involucro dello scarafaggio “evitato dallo sguardo degli uomini, ricercato dai loro piedi”.

Ancora un volta il regista Antonino Varvarà, autore del testo, lascia alla parola il ruolo di dominatrice della scena. Procedendo di pari passo nell’elaborazione scenica e drammaturgica, attraverso un lavoro di improvvisazione con gli attori: Anna De Franceschi, Sara Bettella, Claudia Gafà e Demis Marin, dei quali raccoglie suggestioni e riflessioni, tesse in forma poetica i disagi e le incertezze del vivere, affidando alla parola la forza evocatrice  di un male esistenziale.

Il lavoro, al suo debutto assoluto, necessita ancora di qualche aggiustamento: a tratti la drammaturgia cede più al sentimentalismo che al sentimento, eccessivi alcuni effetti visivi e sonori, ancora un po’ troppo manierata la prova degli attori. Ma complessivamente lo spettacolo riesce a regalare alla generosa platea momenti di intensità ed emozione.

Come uno scarafaggio sul marciapiede. Sogno di fine stagione
testo e regia: Antonino Varvarà
con: Sara Bettella, Anna De Franceschi, Claudia Gafà, Demis Marin
produzione: Questa Nave – Compagnia TrePunti
durata: 45′
applausi del pubblico: 1′

Visto a Marghera (VE), Teatro Aurora, l’8 aprile 2011

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