Il Teatro Litta di Milano è il più antico teatro attivo della città. E’ una casa di bambola a forma di labirinto, piena di fantasmi, di voci e di storie.
Le racconta tutte, con pazienza, Sara Martignoni (che fin dall’inizio si occupa del Progetto Connections), ogni volta che guida frotte di adolescenti in “visita” a Palazzo Litta. Perché Connections è fatto da e per i giovani di tutta Europa.
Ogni anno, infatti, il festival, la cui sesta edizione è partita ieri, coinvolge ragazzi dai 14 ai 19 anni nella messa in scena di spettacoli che drammaturghi internazionali scrivono appositamente per loro. E i giovani passati per Connections sono davvero tanti: più di 5.000 di 36 istituti superiori diversi, tra attori e spettatori per cinque nuovi testi, selezionati da un portfolio di 40. La rete International Connections vede coinvolti, tra gli altri, il Royal National Theatre di Londra e il Culturegest di Lisbona. E poi Norvegia, Brasile, Germania, Irlanda, Polonia e Turchia.
Quest’anno ospiti d’onore sono i ragazzi tedeschi del Consol Theater di Gelsenkirchen, che presenteranno il loro spettacolo in inglese e lavoreranno insieme con i ragazzi milanesi per tutta la durata del festival.
Ogni spazio del Litta è stato invaso fino a domenica, 10 ottobre, dalla presenza esuberante degli adolescenti: La Cavallerizza, calda e accogliente con i muri in mattone vivo, il foyer, dove ancora ci sono i segni del passaggio delle ruote delle carrozze, la Sala Pontiggia, il Boccascenacaffè, il Cortile dell’Orologio…
I nuovi testi quest’anno vengono dall’Italia con “In-equilibrio” di Tommaso Urselli, per raccontare una Milano in cui c’è ancora un certo fermento, e dal mondo anglosassone, con tre traduzioni di testi in inglese del National Theatre: “Storia di un vampiro” di Moira Buffini, “Chatroom” di Enda Walsh e “DNA” di Dennis Kelly. Ma gli spettacoli in programma sono tanti e, se per caso essere spettatori ed attori non bastasse a questa folla di ragazzini, per loro è stato appositamente istituito un Osservatorio presieduto, in questa edizione, dal giornalista Roberto Borghi, dove un gruppo di aspiranti giovani critici racconterà il festival minuto per minuto, con interviste, recensioni e curiosità per il daily ConnectionsNews.
C’è un passaggio segreto che porta dal Boccascenacaffè al Cortile dell’Orologio e passa proprio sotto il palco del teatro. Per capire che cos’è Connections, forse, bisognerebbe percorrerlo quando il palco è abitato dai ragazzi. La loro forza guizza attraverso il pavimento come un scarica elettrica, tanto da far ricordare cosa significa davvero fare teatro, anche a chi se lo è dimenticato.