Le arti della scena di Contemporanea Colline Festival 2009

Franko B.
Franko B.
Franko B.

Contemporanea Colline Festival 09 rappresenta il luogo privilegiato della creazione per le arti della scena, intesa come produzione di percorsi artistici articolati ma anche di relazioni che coinvolgono strategie culturali e progettualità del territorio”. Sceglie queste parole Edoardo Donatini, direttore del festival fin dalla sua nascita, che da stasera interesserà una serie di comuni intorno a Prato. Un’edizione, la 2009, che oltre ad avere il contributo di Virgilio Sieni, si divide tematicamente in due periodi: Le Arti della Scena si svolgeranno a Prato da stasera al 1° giugno, mentre i Concerti sulle Colline si terranno dal 18 giugno al 7 luglio.

“La collaborazione con Sieni è stata interpretata come dialogo aperto tra direttori di due festival, Contemporanea Colline Festival e Festival Oltrarno Atelier, decidendo di tracciare insieme un percorso di condivisione artistica e territoriale secondo un principio di radicamento e spargimento – prosegue Donatini – La scelta  degli artisti e delle loro opere coincide con il disegno della mappa di collegamento dei due territori [Prato e Firenze, ndr]; una sorta di legame ideale che trova la sua materializzazione nella ‘Passeggiata’. Il progetto video della passeggiata di 20 km realizzata da persone non vedenti che collega le città di Firenze e Prato, testimonia concretamente questa volontà di congiunzione; una piccola grande impresa che disegna un tracciato delle possibilità aprendo ad una nuova geografia della frequentazione”.

L’apertura della rassegna è affidata stasera alla prima assoluta (al Teatro Magnolfi sino al 26 maggio) del progetto triennale con i 12 allievi attori del Laboratorio di Prato con cui Federico Tiezzi completa il lavoro sul testo “La Madre” di Bertolt Brecht. La storia industriale di Prato, con le sue lotte operaie e la nascita del distretto, sono così diventati i punti di partenza della “Tavola di orientamento/Brecht/La Madre-01”.
Il 26 e 27 maggio Virgilio Sieni presenta “Grande adagio all’imbrunire”, un progetto dell’Accademia sull’arte del gesto, da lui fondata e diretta nel 2007. L’Accademia costituisce un percorso di approfondimento sul movimento e il gesto, attraverso processi di studio, di trasmissione e di creazione, dall’infanzia alla maturità. Nello spettacolo un gruppo di donne e uomini tra i 65 e gli 80 anni, guidati dal coreografo, darà vita a un coro liturgico fatto di sguardi, brevi passi, estensioni e incastonamenti degli arti, attraversando lo spazio con l’esercizio della lentezza e l’ascolto dell’altro.

Il Fabbricone ospita il 28 la prima nazionale di Hotel Modern “Shrimp tales” (Storie di gamberetti), un ritratto caleidoscopico in cui il ruolo degli umani viene interpretato da gamberetti e pieno di momenti significativi e insignificanti: la vita, la morte e tutto il frenetico brancolare che vi sta in mezzo.
La danza torna il 29 con Emio Greco in “Extra dry”, terzo progetto della serie “Fra cervello e movimento”, un insieme di tre performance – “Bianco”, “Rosso”, “Extra Dry” – che indagano le relazioni tra cervello e movimento, sulla mente che vuole controllare un corpo curioso di nuove sensazioni.
Tra gli altri ospiti il Teatro delle Albe con Marco Martinelli, Quotidiana.com, Francesca Grilli, Chiara Guidi della Socìetas Raffaello Sanzio, il primo studio di “Io mento”, il nuovo lavoro di Kinkaleri, Pere Faura e I Sacchi di Sabbia alle prese con un inedito (e parodico) “Don Giovanni”.

A contorno di un festival ricco di proposte, i progetti speciali e gli incontri. Tra i primi “The persistence of dream. Part 1: Love me tender”, spettacolo per uno spettatore alla volta di Iraa Theatre e Cuocolo-Bosetti. Mentre il Centro per l’Arte Contemporanea Pecci ospiterà il 27 e 28 “I’m thinking of you” di Franko B.

L’artista presenterà un’immagine surreale, onirica, una visione romantica della fantasia e dell’abbandono infantile. Centrale sarà il corpo, ma verranno presentati anche oggetti e musica, che convergendo trascineranno l’osservatore attraverso un’esperienza intima e contemplativa.

Ad aprire gli incontri sarà lunedì pomeriggio, alle 17,30 al Teatro Magnolfi, “L’arte dello sguardo”, in ricordo di Nico Garrone, critico del quotidiano La Repubblica recentemente scomparso: “L’assenza di Nico Garrone si fa sentire: manca la sua curiosità instancabile, la sua eleganza veloce, il suo puntiglio nel mettere a fuoco quello che vedeva e che non gli risultava chiaro – introduce Gianfranco Capitta, che coordinerà tutti gli incontri – Era capace di dire cose anche dure, ma era impossibile offendersi. La lingua e la scrittura erano state il suo primo amore, poi allargatosi al teatro, e alla televisione dove aveva lavorato con la stessa insaziabile curiosità. Amava i conforti della vita, ma con la stessa naturalezza aveva imparato a fare rassegne mirabili a Radicondoli con budget molto bassi. E’ la prima occasione per ricordarlo da parte di chi l’aveva letto, apprezzato, amato”.

Capitta incontrerà anche Franko B., i Rimini Protokoll, Virgilio Sieni e l’architetto Alessandro Mendini: “Con il teatro Mendini ha sempre avuto un rapporto – prosegue Capitta – Non solo per la bella reinvenzione della “Bicchieraia” aretina, ma anche per le suggestioni visive di indimenticabili spettacoli dei Magazzini, da “Crollo Nervoso” a “Ebdomero”. Incontrarlo oggi è tentare di scoprire dove è la rappresentazione, e la sua prospettiva”.

 

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