Che noi italiani abbiamo un rapporto particolare con il cibo, è poco ma sicuro. In tempi normali prendiamo d’assalto bistrot e trattorie. In tempi di Covid, una capatina in pizzeria alimenta la percezione che il peggio è passato.
Slow food o fast food, ristorante stellato o piadineria, mangiamo con facilità sia italiano sia etnico. Spaziamo dalla bagna cauda al cuscus, dal maialino sardo al sushi. Siamo capaci delle più raffinate dissertazioni su lievito madre e farine ai sette cereali, ma poi, quando non abbiamo voglia di cucinare, ripieghiamo volentieri sul Mc Donald’s sotto casa.
Al cinema o stravaccati sul divano, ci sfondiamo di popcorn e patatine. E mentre mangiamo, in famiglia o tra amici, parliamo ancora di cibo. I grandi chef ormai hanno l’appeal dei maître à penser. Elisa Isoardi doppia lo share di Massimo Recalcati. La food blogger Benedetta Rossi vende più libri di Erri De Luca, Daniel Pennac e Chiara Gamberale messi insieme.
Non stupisce quindi che alle istrioniche attrici di Qui e Ora Residenza Teatrale, Laura Valli, Francesca Albanese e Silvia Baldini, sia venuto in mente “Cosa bolle in pentola? Ricetta per un incontro”. Un progetto gratuito in videochiamata. Uno storytelling sul cibo. Con la mediazione di una delle attrici, si incontrano persone sconosciute.
La chiacchierata dura 20-30 minuti. Ci si presenta, ci si conosce, si parla del più e del meno. Il cibo diventa occasione per una conversazione più ampia, per una relazione che può diventare amicizia.
L’occasione è ghiotta. La quarantena ha sdoganato il cuoco che giaceva latente in noi. La bilancia in tempi di lockdown può essere impietosa: siamo passati dalla pianificazione alla panificazione, dai pasti (di lavoro) agli impasti di farina e acqua.
Il teatro squarcia il velo dell’ipocrisia. «L’uomo è ciò che mangia»: l’aforisma di Feuerbach si riempie d’implicazioni psicanalitiche. Il pugliese Michele Sinisi, ad esempio, si è inventato il “Decreto quotidiano”: spassose pillole di teatro in video, una al giorno, rigorosamente prima dei pasti: per esorcizzare il virus e gli infiniti decreti del Presidente del Consiglio. Sinisi usa come sfondo un megafrigorifero bifamiliare saturo di ogni delizia. Accanto a lui una forma di pane galattica, roba da sfamare un villaggio.
Laura Valli, quando ci chiama per parlare di cibo, ha invece dietro di sé la classica libreria. Una scelta stereotipata, ma anche uno sberleffo in un Paese dove «con la cultura non si mangia», e un ignorantone qualunque può diventare ministro della Repubblica.
Attraverso il dialogo sul cibo, conosco meglio Laura e la nostra interlocutrice Carmela. Che vive a Matera, fresca Capitale della Cultura Europea, famosa per i Sassi e per lo straordinario pane dal doppio lievito. Carmela descrive con grazia la pasta al forno rituale nella sua famiglia: mozzarella stagionata a treccia da sfilare, ziti chilometrici da spezzettare nell’acqua bollente, ragù con polpettine di manzo che «più sono piccole più sono buone».
Io, brindisino trapiantato a Milano, rilancio con una personalissima doppietta: pizzoccheri valtellinesi con un tocco di taleggio, per irrobustire il sapore di burro, casera, parmigiano e bitto; pasta ai broccoli barese con l’aggiunta d’uva passa, per aggiungere un retrogusto dolciastro a un piatto amarognolo. Prima di essere cannibalizzato dai palati fini delle due “commensali”, sciorino un’improvvisata cultura sui formaggi delle Murge: ricotta vaccina e mista, mozzarella e fiordilatte, burrata, giuncata, scamorza. E primo sale, che «non si scorda mai».
Qui e Ora con il cibo ha un conto aperto. Uno dei suoi spettacoli più divertenti (sapidi per lo spirito e per le papille gustative) è “Saga salsa”, visto all’edizione 2019 del festival Il Giardino delle Esperidi, con la regia di Aldo Cassano e la partecipazione cammeo di Valerio Bongiorno. Una cronaca familiare attraverso tre generazioni di donne. Indimenticabili, nella circostanza, la pasta ai tre agli e le polpette alle tre mente che corredavano la cena- spettacolo. Humour e ingredienti leggeri, senza strascichi sulla bilancia. Cosa che del resto non avrebbe scombussolato le tre attrici, abituate a giocare con i propri corpi nel collaudato “My place”, buffo rimbalzo di carni e ombre ordito dall’esilarante Silvia Gribaudi.
Ingredienti:
• 3 attrici della compagnia Qui e Ora, Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli
• una manciata di artisti passati da Qui e Ora in residenza, a fare spettacolo, a costruire progetti
• una ventina di partecipanti dei laboratori tenuti da Qui e Ora sul territorio
• spettatori a volontà dalle loro case, da tutta Italia
• q.b. – curiosità e voglia di raccontare
Tempo di preparazione: 20 minuti
Per partecipare bisogna scrivere a quieora.organizzazione@gmail.com indicando il proprio nome, cognome, indirizzo mail, numero di telefono, in quale giorno e orario siete disponibili per essere chiamati, se potete essere chiamati con zoom, whatsapp o telefono.