Al Teatro Nazionale di Genova l’opera composta nel 1917 ripropone la riflessione sul relativismo di una verità assoluta
“Ho deciso di bandire ogni elemento grottesco dalla rappresentazione, prediligere una chiave interpretativa di ispirazione kafkiana e collocare i personaggi al centro di uno spazio che potrebbe essere il cortile di un manicomio o un insieme di palchi teatrali”. A spiegarlo è il regista Luca De Fusco, che torna a confrontarsi con un’opera del drammaturgo siciliano per la sesta volta.
E al Teatro Duse di Genova, sold out, la scena si apre appunto su uno spazio circolare grigio, delimitato da archi e finestre. E’ questa la cornice in cui avviene il noto processo pirandelliano di “Così è (se vi pare)”, che vede tra i protagonisti Eros Pagni, quasi sempre in scena, nel ruolo dello scettico Laudisi. L’attore veste un abito chiaro e abita il proscenio, in poltroncina, sulla sinistra. Presenza fastidiosa e giudicante per gli altri personaggi, buffi impiccioni alle prese con l’enigma che ben conosciamo, non risolve il nodo, anzi lo complica e se ne diverte. La classicità contemporanea del suo recitare calza fino alla sovrapposizione con la parte interpretata.
E’ proprio sul testo, infatti, che lo spettacolo fonda gran parte della sua efficacia, e sono gli attori a fungere, inevitabilmente, da strumento privilegiato ed essenziale.
Anita Bartolucci è una signora Frola particolarmente interessante. Il microfono anni Sessanta dietro al quale i due “imputati” pronunciano le loro arringhe davanti alla “giuria” ne amplifica la potenza emotiva. E’ il luogo deputato alla parola ma anche all’ascolto, e l’interprete lo utilizza in modo attivo e cosciente. La parrucca argentata, l’abito scuro, il passo dimesso ma elegante contribuiscono ad accrescerne la complessità.
Accanto a lei c’è il signor Ponza, Giacinto Palmarini, meno misterioso ma non per questo meno intrigante. I suoi monologhi, inizialmente controllati, lasciano spazio a intensi sprazzi nevrotici man mano che la vicenda si complica.
E poi c’è la corte, la giuria, gli altri personaggi del processo. Sono figure quasi intercambiabili nella funzione. Pirandello gioca con loro facendo dimenticare addirittura i nomi quando gli altri, apparentemente predominanti, rivolgono loro la parola. E invece sono proprio questi ruoli a diventare il vero motore drammaturgico dell’opera.
De Fusco li fa accomodare su vecchie seggioline di teatro, alcune di esse legate tra loro a formare una fila. Si godono il deprimente e voyeristico spettacolo che manovrano e alimentano con insaziabile curiosità. Il grigio predominante colora gli abiti eleganti e le sedute stesse, supportando la regia nel mettere in evidenza qualcosa di démodé che emerge non soltanto dalle parole ma anche dalla prossemica che gli attori “indossano”, in coerenza con i vestiti.
La platea ride in diverse occasioni per poi pentirsene allo “scatto” della trappola del rimorso. Un sentimento assente tra le figure in scena ma ben presente tra il pubblico che, poco a poco, prende consapevolezza di stare giocando con i vissuti di Frola e Ponza. Ci si trova così dalla parte dello scomodo Laudisi mentre si assiste all’ultimo e tanto atteso intervento chiarificatore, vale a dire il breve monologo della signora Ponza, giunta ad hoc in paese. La donna arriva al palco attraversando la platea, coperta da un velo da sposa nero. E’ un fantasma che sussurra poche parole, famosissime e piene di eco. Sembra provenire dall’aldilà. Mentre è in scena, gli altri interpreti si collocano all’interno della scenografia, in piedi, dando vita ad un abbraccio straniante che chiude lo spettacolo.
Seppur sia il copione ad emergere senza mezzi termini, lo spettacolo, di chiaro impianto classico e senza prendersi troppi rischi dal punto di vista registico e drammaturgico, pone le sue radici su interpreti davvero eccellenti.
Così è (se vi pare)
Produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro Biondo Palermo, Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro, Compagnia La Pirandelliana
Regia Luca De Fusco
Interpreti Eros Pagni, Anita Bartolucci, Giacinto Palmarini, Paolo Serra, Lara Sansone, Giovanna Mangiù, Valeria Contadino, Domenico Bravo, Roberto Burgio, Plinio Milazzo, Irene Tetto
Scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
Scelte musicali Gianni Garrera
Luci Gigi Saccomandi
Durata 1h 50′
Applausi del pubblico: 2′ 46”
Visto a Genova, Teatro Nazionale, il 13 gennaio 2023