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Cristina Crippa. Confronto sul teatro con Lola la rossa

Cristina Crippa e Elio De Capitani
Cristina Crippa e Elio De Capitani
Cristina Crippa e Elio De Capitani ne ‘L’ora grigia’ (photo: Luca Piva)

Cristina Crippa ha un volto che sorride, un’espressione che coinvolge nel suo progetto di vita, frutto dell’esperienza e della passione. Tra i fondatori del Teatro dell’Elfo, è attrice, ideatrice di diversi progetti drammaturgici, ma anche regista in alcuni recenti lavori. Dalla versione teatrale di “Tre donne” di Silvia Plath (’79) fino a “Le donne di Trachis”, da Sofocle nella versione di Ezra Pound (per la regia di Roberto Valerio, 2003), alla regia di “Libri da Ardere” (2006), ha attraversato gli ultimi trent’anni della storia del teatro milanese.

Ha interpretato alcuni degli spettacoli che hanno segnato la storia dell’Elfo: “Roberto Zucco” di Koltès, “Alla Greca” di Berkoff, entrambi diretti da Elio De Capitani, la trilogia di Fassbinder allestita da Bruni e De Capitani (“Le lacrime amare di Petra Von Kant”, “La Bottega del caffè” e “I Rifiuti, la città e la morte”).

Fino al 15 marzo torna all’Elfo con un suo grande successo, che debuttò nella stagione 95/96 per la regia di Marco Baliani: “Lola che dilati la camicia”. Adalgisa Conti, internata in manicomio a ventisei anni, nel 1914 indirizzava una lettera al proprio medico nella speranza che riconsiderasse il provvedimento di ricovero. E’ la chiave per rivelare richieste d’amore deluse, una sessualità insoddisfatta e desideri avviliti, fra capriccio e malinconia di un matrimonio fatto di abbandoni e lontananze, sevizie morali e infinita solitudine. Adalgisa non riceverà risposte e diventerà davvero una paziente del reparto agitate, ‘sudicia, erotica, impulsiva’, e per quasi settant’anni ‘invariata’, in manicomio fino alla fine dei suoi giorni. Una storia emersa grazie a Luciano Della Mea, che aveva pubblicato, nel 1978, la lettera e altre testimonianze (ristampate da Jaca Book nel 2000). Una lettura che ha appassionato Cristina Crippa, tanto da realizzarne una versione teatrale diretta da Marco Baliani, di cui lei è straordinaria interprete.

Nell’estate 2006 è tornata alla regia con “Libri da ardere” di Amélie Nothomb, interpretato da Elio De Capitani, Elena Russo Arman e Corrado Accordino. Lo spettacolo aveva debuttato al Festival Asti Teatro ’06 per poi essere riproposto con successo a Milano, a Roma e in tournée nel 2008. L’idea era nata da una lettura scenica proposta alla biblioteca civica di Monza; nel medesimo contesto Cristina Crippa ha curato quest’anno la mise en espace di “84, Charing Cross road” di Helene Hanff.
Con Ferdinando Bruni ed Elio de Capitani, suo compagno, è tra i fautori del grande successo di “Angels in America” (premio Eti – Gli Olimpici del Teatro 2008 come miglior spettacolo di prosa e miglior regia).

La timida semplicità di questa protagonista del teatro meneghino si rivela anche nell’intervista che abbiamo realizzato durante le repliche di gennaio al Filodrammatici di Milano di “Libri da Ardere”.
Un torrente in piena, tumultuoso e carico di gorghi e tumulti verso quel teatro che, per lei, è vita: da quando si addormenta, circondata dai tantissimi libri, a quando si sveglia, accompagnata da mille idee in testa su progetti da realizzare per i prossimi duecento anni almeno.

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