Da Shakespeare a Testori: intervista a Valter Malosti

Valter Malosti
Valter Malosti (photo: teatrodidioniso.2you.it)

Nuove produzioni, come Venere e Adone, con una tournée che avrà le prossime tappe a Roma, Bari, Lecce, Rimini, Ravenna e Bologna; ma anche una settimana su Testori a Milano dopo l’Epifania: il 2009 di Valter Malosti parte davvero con sprint.

Di Venere e Adone il 20 ottobre scorso è stata realizzata anche una diretta radiofonica negli studi Rai di Roma. Nello spettacolo una dea innamorata e pazza di desiderio insegue un giovane uomo bellissimo, che le sfugge, finendo ucciso tra le zanne di un cinghiale. Shakespeare, durante la peste del 1593, ne scrisse su commissione del suo giovanissimo patrono, l’efebico diciannovenne Henry Wriothesley conte di Southampton, di cui è stato ritrovato, un paio di anni fa, un ritratto in abiti femminili.

Dal poemetto erotico-pastorale Malosti ha ricavato uno spettacolo torbido e sensuale. In scena dei binari si perdono all’orizzonte, e una sorta di piattaforma-vagone arriva dinanzi allo spettatore trasportando la “pazza dea dell’amore”; il tutto fra schegge di teatro giapponese, opera barocca, tradizione del “cunto”, ma anche periferia pasoliniana: di qui un ulteriore gioco sulla promiscuità delle identità in tema di “amore”. Macchiati di luci rosse e nere, lo spettacolo e l’attore avvincono per potenza fisica e di parola.

A partire dall’8 gennaio e fino al 18, intervallando le repliche dell’insolito Shakespeare, Malosti sarà anche al Teatro i di Milano con un altrettanto poco frequentato Giovanni Testori. Passio Letitiae et Felicitatis, romanzo del 1975 che racconta dell’amore scabroso in un convento tra due donne, Suor Felicita e un’orfana quasi bambina (Letizia), affronta il tema del rapporto tra sessualità, morte e fede religiosa. Un testo che, come danza macabra, avvolge in un rituale oscuro e visionario sesso, morte e religione, dove l’osceno rincorre l’ascesi, il porno la pittura sacra e l’avanspettacolo cimiteriale si dipana fra lingua e dialetto, recuperi arcaici e neologismi.
La messa in scena, con Laura Marinoni e Silvia Altrui, verrà riproposta insieme a Maddalene e a un ciclo di conferenze/performance per un focus sull’autore con tre serate dedicate al drammaturgo milanese, come quella del 10 gennaio su “Suor Virginia e le altre figure monacali femminili nel teatro di Testori”, con Federica Fracassi.

Abbiamo incontrato l’attore e regista in una delle prime date di questa stagione, al Teatro Sociale di Brescia – Ctb, attento a dare spazio in cartellone alle forme espressive più raffinate della scena italiana.
Ne è nata, più che un’intervista, una chiacchierata intima, nel clima disteso del post-spettacolo, dove un Malosti in accappatoio, guardandosi e guardandoci allo specchio, ha percorso sia i temi di Venere e Adone, sia quelli della sua poetica teatrale, per finire con una carrellata sugli impegni della stagione.

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  1. says: Paola

    Il “Venere e Adone” di Malosti è uno spettacolo di una bellezza mozzafiato. Malosti è un interprete straordinario!