E’ stato uno dei pochi sopravvissuti al Coronavirus “Daily Kepler”, tra i rari appuntamenti della XV edizione del Vie Festival rimasto come un superstite nella strage culturale imposta dalle misure di contenimento del Covid-19.
La performance della compagnia Kepler-452, trasmessa su Radio Città del Capo, si è quindi salvata grazie all’etere, andando in onda – come da programma – dal 25 al 28 febbraio dalle 18.30 alle 19.
La trasmissione è nata all’interno di un progetto di teatro partecipato – Così sarà! La città che vogliamo – rivolto a ragazzi dagli 11 ai 25 anni, realizzato da ERT e finanziato dal Comune di Bologna.
All’interno di questo spazio radiofonico, gli attori Nicola Barghesi ed Enrico Baraldi hanno dato vita ad una performance da microfono, la cui drammaturgia originale ha tratto spunto dalla lettura dei quotidiani e dal commento di eventi della cronaca locale, il tutto con un taglio comico e pungente che ha reso ogni puntata estremamente fruibile e piacevole.
Volenti o nolenti l’argomento predominante di ogni incursione giornaliera è stato il Coronavirus, che ormai ha monopolizzato le pagine dei media, mettendo in secondo piano, se non nel dimenticatoio, le altre notizie.
Fra scherzi, battute, fake news, riflessioni, domande, canzoni, interviste, interventi e lettere dal futuro, la compagnia ha creato una drammaturgia estemporanea ma pensata ad hoc, che in maniera frizzante e a tratti irriverente ha messo in discussione tutta una serie di sistemi: quello teatrale, quello sociale, quello politico ed infine quello capitalistico. Sistemi in cui ci ritroviamo spesso imbrigliati, ma che si potrebbero cambiare se solo ci fosse la volontà di farlo, come sta accadendo in queste settimane per cause di forza maggiore: ripensare la nostra vita, rallentarne il ritmo e fare una serie di riflessioni.
“Grazie al Coronavirus siamo tutti uguali, noi artisti: tutti disoccupati!”, hanno tuonato dai microfoni di Radio Città del Capo. Già, non ci sono più invidie: i raccomandati che ce la fanno, chi ha successo e chi no; grazie al Coronavirus stiamo capendo che “siamo tutti fragili, basta un niente per ritrovarci fra gli sconfitti”. E ci siamo ricordati che “tutelare la salute pubblica è più importante del Pil”.
Ma abbiamo anche riscoperto la potenza del nostro Stato, che dall’oggi al domani ha il potere di chiudere scuole e teatri, fermare treni e aerei, metterci in quarantena; l’emergenza in corso ci ha fatto scoprire le priorità dei nostri politici e ci fa chiedere come mai la tutela ambientale non sia ancora fra quelle. “Lo Stato se vuole può, può eliminare tutti i polimeri plastici del regno, se gli tira il culo di farlo”, semplicemente non lo fa.
In trasmissione anche alcuni ospiti giovanissimi, dai 13 ai 25 anni, a cui gli attori hanno rivolto una serie di domande: Hai paura del Coronavirus? Cos’è per te il lavoro? L’emarginazione? Cosa salveresti della nostra società?
E non capita tutti i giorni d’ascoltare il pensiero di voci così giovani alla radio, con riflessioni forse più sensibili al tema del cambiamento climatico e meno preoccupati dal Coronavirus, grazie a cui si godono le belle giornate che il riscaldamento globale ci regala in questo periodo di pausa dallo studio.
Per chi se le fosse perse, è possibile riascoltare tutte le puntate in streaming sul sito di Radio Città del Capo (a fondo pagina). Noi vi consigliamo soprattutto le ultime due, forse le più originali!