Al via domani a Milano il festival di danza e performance diretto da Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani, che ci presenta la XXIV edizione della manifestazione
È il ricciolo del guscio di un mollusco l’immagine-simbolo realizzata dal grafico Marco Smacchia per la XXIV edizione di Danae, festival milanese di danza, teatro, performance e sound organizzato dal Teatro delle Moire e diretto da Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani. Una chiocciola che arriva da un’epoca lontana. Un augurio di robustezza per il teatro italiano sotto assedio, e un festival che si accinge a scollinare il suo primo quarto di secolo.
Simbolo di sobrietà, la chiocciola rimanda alla perfezione della sezione aurea. È emblema di grazia e armonia, di una lentezza riflessiva, reattiva al freddo e alla siccità. La chiocciola porta con sé la propria casa e la casa è tutto ciò che possiede.
Tutto ciò che Danae possiede è invece l’arte, e la bellezza della ferita che cura. Attilio Nicoli Cristiani ci illustra le peculiarità dell’edizione 2022, al via martedì 18 ottobre: «Questo per noi è una sorta di anno zero. Ricominciamo dalle nostre risorse, sperando che arrivi l’aiuto delle istituzioni. Nel 2020 il secondo lockdown ci aveva cancellato il giorno del debutto, e avevamo dovuto inventarci un’edizione online. Nel 2021 abbiamo recuperato i lavori saltati, ma le normative anti-Covid ne hanno limitato la fruizione».
Nicoli Cristiani illustra la cifra del festival: «Abbiamo scelto come traccia la casa. Che cosa fa un padrone di casa? Chi ha il piacere di accogliere? Noi a casa nostra abbiamo fatto entrare Giulio Sonno, ex critico teatrale che ora lavora come dramaturg e mediatore culturale. Non è un consulente del festival: è un under 35 con cui è arricchente dialogare. Da qui è nato l’incontro con due realtà molto simili alla nostra: Triangolo Scaleno, organizzatore di Teatri di Vetro a Roma, e Teatringestazione, organizzatore di Altofest a Napoli».
Peculiarità di Danae è la sezione “Laterale”, inaugurata nel 2018: «Non presenta spettacoli, ma ci fa lavorare dentro il processo. “Laterale” consente di esplorare dei percorsi, di condividere singolari esperienze di vita in rapporto con l’arte della scena e in dialogo con le forme della contemporaneità».
Danae 2022 certifica uno stato di salute ritrovato: «Ritorniamo all’esplosione prepandemica – osserva Nicoli Cristiani –. Ritroviamo l’energia. Rinnoviamo la progettualità, operando in linea con i parametri di programmazione triennale con cui il ministero attribuisce i finanziamenti».
Un festival all’insegna della meditazione, e di un’innovazione multidisciplinare in contatto con il pubblico. Partenza quindi domani alle ore 20.30 con la coreografa e danzatrice polacca Ola Maciejewska. Che in “Loïe Fuller: Research”, al Teatro Out Off, presenta “Dancing Dress”, abito-scenografia inventato da un’antesignana della danza moderna americana. Lavoro scultoreo, magmatico, che cerca nella trasformazione della materia il contatto intimo con le cose.
Interessante il focus su Alessandra Cristiani, che ritorna a Danae presentando “Trilogia – La questione del corpo e l’arte di E. Schiele, F. Bacon, A. Rodin” (19 ottobre: “Corpus delicti – da Egon Schiele”; 21 ottobre: “Nucleo – da Francis Bacon”; 22 ottobre: “Naturans – da Auguste Rodin”, sempre alle 20.30, allo Spazio Fattoria / Fabbrica del Vapore). Tre lavori d’indagine sul corpo. Tre sguardi su flussi emozionali, enigmi, spiritualità, paure, eros, nella dilatazione di muscoli e nervi che cercano nuove estensioni spazio-temporali.
Virgilio Sieni e Alessandro Certini di Company Blu si ritrovano insieme dopo 33 anni in “Forme dell’amicizia” (26 ottobre – Teatro Out Off): a narrare, attraverso la danza, l’evoluzione e la trasformazione del loro sodalizio personale, umano e artistico.
“Sonia” di Federica Tardito della Compagnia Tardito/Rendina (Premio Eolo Awards 2015 come miglior spettacolo di teatro ragazzi) è uno spin-off sul personaggio omonimo dello “Zio Vanja” di Čechov. Un lavoro «in bilico tra l’anelito al sublime e il suo inevitabile inciampo», in scena il 20 ottobre al Teatro Out Off.
I compleanni a tempo di musica. Danzandoci sopra. Francesca Foscarini con il Collettivo Jennifer Rosa, presenta “Hit Me!”. Il 3 novembre, allo Spazio Fattoria, la pluripremiata danzatrice parte da una playlist di canzoni in testa alla hit parade nel giorno del suo compleanno, e la reinterpreta attraverso il movimento, come se fosse ancora nel chiuso della sua cameretta.
Simona Bertozzi incontra invece Marta Ciappina in “Quel che resta”, lavoro su una relazione artistica che diventa unisono di respiri, in scena il 28 ottobre al Teatro Out Off.
La relazione con l’inanimato è il tema di “Coming to matter”, lavoro nato dall’incontro fra l’art worker Titta Cosetta Raccagni e la danzatrice e coreografa Barbara Stimoli. Il 5 novembre a Spazio Fattoria il corpo umano conoscerà la pietra in un adattamento in cui è l’animato ad adeguarsi e trasformarsi.
Un viaggio fra casa, memoria e tradizioni. Un accostamento delicato alla pratica del pane fatto in casa, è la proposta laboratoriale di Tindaro Granata, che a LachesiLAB porta “Crescente” (laboratorio 29-30 ottobre e presentazione al pubblico 30 ottobre / laboratorio 5-6 novembre e presentazione al pubblico 6 novembre).
Ancora casa, con una mappatura di suoni e voci provenienti dall’ambiente domestico: il 23 ottobre al Teatro Out Off è di scena “Ashes” di Muta Imago, una sorta di concerto che attraverso i millenni giunge ai nostri giorni.
C’è la città di Milano al centro di “Indipendenze: la scena sommersa come incubatore di futuro”, conversazione di Paolo Giorgio con la giornalista teatrale Sara Chiappori, il 5 novembre a Spazio Fattoria. Un percorso di oltre vent’anni di teatro a Milano, fino agli anni Covid.
Danae è anche spazio all’internazionalità e al suono, con due percorsi immersivi. Ecco le esplorazioni musicali di Alessandro Bosetti, partendo dal linguaggio parlato (“Plane/Talea”, 29 ottobre, Teatro Out Off), e di Lin Chi Wei, artista taiwanese sperimentatore di progetti legati all’oralità (“Talking Knots”, 29 ottobre, Zona K).
Anche la sezione del festival “Laterale” si focalizza sulla casa: con il dance-maker emergente Edoardo Mozzanega (“Nico demini cu. Ovvero: la casa brucia e il fumo è rosa”) e con Associazione OKKO (“Impossibile, è solo una parola”). Entrambi gli appuntamenti il 22 ottobre, al Teatro Out Off.
Il 23 ottobre a Zona K Teatro delle Moire incontra, come anticipato, Teatri di Vetro di Triangolo Scaleno e Altofest di Teatringestazione per riflettere su co-creazione e scambio di pratiche condivise.
Il 30 ottobre al Teatro Out Off è la volta del collettivo Al.Di.Qua. Artists (Alternative Disability Quality Artists), prima associazione italiana di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo con disabilità. Un’occasione per riflettere sulla forza del corpo e della volontà, sulla capacità dell’arte di rimuovere gli ostacoli e trasformarli in gesto comunicativo e atto performativo. Nell’occasione sarà presentato il volume “Lost in Translation. Le disabilità in scena” di Flavia Dalila D’Amico.
“Danae InOnda”, ambiente virtuale creato nel 2020, esplora le molte facce dell’universo domestico in relazione con il lockdown. Il progetto sonoro “Cosmo Domestico” ideato da Ivan Carozzi prevede un podcast in quattro puntate e un appuntamento disponibili online sul sito del festival.
Chiudiamo con “Extra Danae”, workshop in sei puntate con Simona Bertozzi e Marta Ciappina, Collettivo Neutopica, Alessandro Certini, Tardito/Rendina e Alessandro Bosetti. E il laboratorio di Tindaro Granata sulla panificazione. Per restare con le mani in pasta. Per lasciarsi deformare, ancora una volta, dalle emozioni trasmesse da danza, teatro, performance e suono.
Bulzoni, 2021
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