Dance Well vince Rete Critica 2023

Le vincitrici di Dance Well (ph: Flavia Tartaglia)
Le vincitrici di Dance Well (ph: Flavia Tartaglia)

Al Bellini di Napoli la finale del premio assegnato dalle testate online di teatro

È il progetto Dance Well, pratica artistica di danza che si rivolge principalmente, ma non esclusivamente, a persone che vivono con il Parkinson, il vincitore della 13^ edizione del Premio Rete Critica, cui anche KLP partecipa.

La finale del Premio si è svolta nel fine settimana 18-19 novembre a Napoli, al Teatro Bellini, che per il secondo anno ha aperto i suoi spazi a Rete Critica, rete informale delle testate che operano online.

Una due giorni densa di narrazioni e momenti di confronto, anche sul ruolo e sul futuro della Rete, durante la quale ampio spazio è stato dato alle presentazioni dei quattro progetti giunti alla fase finale e selezionati nelle precedenti fasi del premio dagli aderenti a Rete Critica.

Questa la motivazione: “Partita dalla piccola provincia italiana di Bassano del Grappa, Dance Well si è distinta all’interno del panorama nazionale, attraverso un percorso decennale, per la capacità di trasformare la danza in strumento inclusivo di benessere e cambiamento della vita delle persone. Particolarmente significativo è l’intervento all’interno di luoghi culturali e museali che porta, a una diversa relazione e percezione dell’opera artistica, anche attraverso un fertile dialogo con coreografi e coreografe di respiro internazionale, all’interno di un festival come B.Motion. Il nostro interesse si concentra inoltre sulla straordinarietà di un progetto incoraggiato e sostenuto, fin dagli albori, dalle istituzioni locali, il che dà un segnale incoraggiante sulla possibilità della comunità politica di lasciare un segno nel presente di fronte alle difficoltà del reale”.

Con Dance Well, infatti, si danza nei musei, in gallerie d’arte, palazzi, giardini, perché la pratica si nutre di arte e bellezza e il contesto diventa stimolo creativo e fonte di ispirazione per tutti i partecipanti: un gesto immaginifico capace di creare mondi e narrazioni e riattiva un rapporto fra corpo e movimento anche e nonostante la fragilità della malattia.

Oltre Dance Well, la due giorni ha raccontato pratiche, progetti e percorsi della compagnia multidisciplinare Teatringestazione, con base a Napoli, fondata nel 2006 da Gesualdi | Trono, che ha illustrato Altofest, il progetto costruito con la partecipazione dei cittadini di Napoli che ospitano nelle proprie case artisti nazionali e internazionali chiamati a reinterpretare, in uno spirito di completa condivisione, i loro lavori, all’interno di un ambiente domestico che diventa casa, spazio creativo e luogo di apertura artistica, una drammaturgia attraversabile che si scrive nel momento in cui si svolge.
Secondo progetto giunto in finale, il festival Il Giardino delle Esperidi, organizzato da circa 20 anni a Campsirago e che si innerva nei territori naturali dell’Alta Brianza e della provincia di Lecco, e mette al centro delle proprie attività artistiche multidisciplinari – spettacoli, residenze, cammini in boschi e valli – il rapporto fra criticità e aperture, tra uomo e natura. Ed è proprio al tema natura che negli anni il festival si è fortemente legato, attivando un confronto con gli spazi naturali.
Infine la compagnia Teatro delle Bambole, formazione di Bari, nata come luogo altro per poter sperimentare vie e linguaggi diversi, si muove fra teatro e performance con un suo originale linguaggio nel quale si mescolano coraggio e visione poetica.

Durante i due giorni a Napoli, inoltre, il gruppo di Rete Critica ha potuto assistere a “Penelope“, spettacolo scritto e diretto da Martina Badiluzzi, interpretato magistralmente da Federica Carrubba Toscano, progetto sonoro dal vivo Samuele Cestola, in cartellone al Piccolo Bellini di Napoli.

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