Dantedì 2021: le celebrazioni dei 700 anni dall’Italia dei dialetti all’India

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L’Italia è intrisa di Dante. Sono oltre un centinaio le iniziative culturali che solo oggi ricordano il Sommo Poeta.
Il primo Dantedì si è celebrato il 25 marzo del 2020 per volontà del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini su idea dello scrittore e giornalista Paolo Di Stefano, in analogia con quanto avviene nelle giornate dedicate a Shakespeare o Goethe nei rispettivi Paesi d’origine.
Un anno fa eravamo nel pieno dell’ondata Covid. Solo una settimana prima, a Bergamo, le immagini dei camion militari carichi di bare avevano spazzato ogni dubbio sulla tragedia che stavamo vivendo.
A quell’Italia ferita, Dante recava la forza della poesia consolatrice. I suoi versi aprivano uno spiraglio, erano un invito alla resistenza.

Anche nel 2021 il Dantedì cade in un momento di recrudescenza del virus. Quest’anno si celebra inoltre il settimo centenario della scomparsa del poeta, che coincide con un’epoca in cui le influenze reciproche e gli scambi fra culture diverse sono attivi e profondi.
Convenzionalmente, il 25 marzo è riconosciuto come l’inizio del viaggio nell’oltretomba narrato nella “Divina Commedia”. Il sito del Ministero della Cultura raccoglie decine e decine di eventi solo per la giornata di oggi.

La Commedia è un percorso scosceso per aspera ad astra. È un viaggio fisico e spirituale, dalla selva oscura degli assilli alla tranquillità appagante della salvezza. L’itinerario di Dante intercetta la nostra epoca bisognosa della luce della scienza e della speranza come risposta alle inquietudini che ci attraversano.
Ma la “Commedia” è anche opera teatrale per antonomasia. Dante teatralizza l’oltretomba biblico trasformando un’evocazione astratta in gigantesca messinscena. Le tre cantiche sono palcoscenico per personaggi realmente esistiti. La “regia” condivisa tra il “ghibellin fuggiasco” e le tre guide ultraterrene (Virgilio, Beatrice, San Bernardo) trasforma gli spiriti ora in sculture a tutto tondo, creature vibranti e carnali, ora in sagome eteree ed effimere.
Fagocitati dentro il cammino, anche noi lettori incontriamo fantasmi e proiezioni. La porta dell’Oltretomba avvia un itinerario psicanalitico. Nell’impossibilità di tornare indietro, scopriamo noi stessi nei riflessi altrui.
La “Divina Commedia” è ripiegamento, via crucis, trasfigurazione. È sprofondamento nelle pulsioni bestiali. È, al contempo, ascesi sublime.

Il capolavoro dantesco è anche esperienza linguistica. Viaggiamo attraverso un plurilinguismo che è esplorazione dei vari sensi della scrittura e dell’opera. Più prosaicamente, percorriamo, attraverso le cantiche e i personaggi incontrati, le molteplici identità e gli infiniti dialetti del Belpaese, in quest’anniversario che coincide con i 160 anni dell’Unità d’Italia.
E allora, per accennare ad alcuni eventi previsti per questo Dantedì, incuriosisce “Giro d’Italia, la Divina Commedia nelle lingue e nei dialetti d’Italia” progetto di Giovanni Guerrieri, Sandro Lombardi e Federico Tiezzi, con la collaborazione scientifica di Francesco Morosi e Daniele Musto. L’appuntamento, che fa parte di “Attraversamenti danteschi” a cura di Accademia Mutamenti, Arca Azzurra, Lombardi-Tiezzi e I Sacchi di Sabbia, andrà in onda stasera su Radio 3 Suite alle ore 20.05.

È nell’Ottocento risorgimentale che Dante, modello di cultura religiosa e civile, viene riletto come espressione del cammino della nazione verso la libertà e l’unità. È in primis nell’Inferno, poi nel Purgatorio, che le terzine dantesche si frantumano in una pluralità di rivoli linguistici. Il corollario sono le traduzioni e le riproposizioni di Dante in una miriade di lingue e dialetti. Ne sono artefici scrittori di fama e filologi, ma anche semplici appassionati, magari con una cultura elementare, come agrimensori e artigiani.
Nel Novecento d’altra parte, proprio mentre l’Italia contadina sembra avviarsi al tramonto, alcuni poeti di periferia cercano di salvaguardarne la civiltà partendo dalla lingua. Sono decine le riscritture dialettali della “Commedia”. Tutte insieme disegnano l’Italia dei campanili e dei particolarismi.

Rinverdire quell’Italia composita è proprio il senso del progetto messo a punto da Guerrieri, Lombardi e Tiezzi. Gli attori coinvolti sono tra i migliori del panorama teatrale italiano. Eccoli, con le regioni e i traduttori di cui si fanno cantori: Elena Bucci (Bologna, Giulio Veronesi 1937); Laura Curino (Piemonte, Luigi Riccardo Piovano 1975); Monica Demuru (Sardegna, Pietro Casu 1929); Davide Enia (Sicilia, Giovanni Girgenti, 1954); Iaia Forte (Napoli, Domenico Jaccarino 1871); Federica Fracassi (Milano, Carlo Porta 1817); Licia Lanera (Bari, Gaetano Savelli 1971); Maurizio Lastrico (Genova, Giovan Battista Vigo 1890); Roberto Latini (Roma, Aurelio Ranieri 1972); Saverio La Ruina (Calabria, Salvatore Scervini 1988); Sandro Lombardi (Firenze, Dante in originale); Paolo Pierobon (Venezia, Giuseppe Cappelli 1875); Sabrina Scuccimarra (Abruzzo, Angelo Umberto Scarano 1961).

Alcuni di questi artisti sono coinvolti anche in un progetto che partirà il 2 aprile. S’intitola “Tutte quelle vive luci (Istantanee Dantesche per 7 attori nudi)” ed è un film a episodi sulle tracce della “Divina Commedia”.
Dal teatro al cinema: cinque cortometraggi raccontano il viaggio personale di Saverio La Ruina, Roberto Latini, Francesca Mazza, Paolo Mazzarelli, Lino Musella e Anahì Laura Traversi dentro i versi e le immagini dell’oltretomba dantesco. A tenere le fila del discorso c’è Liv Ferracchiati, nei panni di guida virgiliana.
Ideato e diretto da Antonio Mingarelli, il progetto è una coproduzione di Utovie Teatrali, Marche Palcoscenico e Amat, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Esso sottolinea l’importanza dell’arte e della bellezza apportatrici di civiltà e consolatrici in un’epoca buia.
Le “luci” indicate nel titolo disegnano la rinascita. Riconoscono l’apporto pluridisciplinare di artisti eterogenei per stile, codici e linguaggi. Un nuovo viaggio, dunque, da Castrovillari a Torino, dal V canto dell’Inferno alla Rosa dei Beati di Paradiso XXXIII. A condividerlo, i videomaker Matteo Delbò, Gino Ferrari, Lorenzo Letizia, Giulio e Franco Mazza, Roberto Passuti, Antonio Romagnoli, Fabrizio Rosso, Alberto Sansone e Barbara Weigel.
“Tutte quelle vive luci” andrà in diretta streaming gratuita in anteprima nazionale venerdì 2 aprile alle ore 21 (pagina facebook di Utovie Teatrali e di Amat, con repliche a pagamento dal 3 al 15 aprile).

Dante però travalica i confini nazionali. “VideoDante” è il progetto di teatro virtuale degli Instabili Vaganti inserito tra gli eventi di “DANTE 700 nel Mondo”, programma patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Oggi sarà presentato il trailer di “VideoDante # Indonesia”, progetto con Made Suteja, performer di danza tradizionale balinese, Kadek Budi Setiawan, performer e costruttore di teatro delle ombre, Elly Eviana, danzatrice, e Rosemainy Buang, musicista.
Da ieri è invece disponibile online “Wounded Soul”, il terzo episodio della web serie “VideoDante # India”.
“VideoDante # India” è una coproduzione tra l’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi e il Consolato Generale d’Italia a Calcutta. Valendosi delle opportunità del web, coniuga la performance di Nicola Pianzola e la musica di Riccardo Nanni con la danza dell’indiana Anuradha Venkataraman, accompagnata dal giovane videomaker Ashwin Iyer. La regia di Anna Dora Dorno stempera l’oltretomba dantesco nella spiritualità orientale.
Possiamo solo immaginare il sorriso sornione di Dante all’impatto tra i versi del XIII canto dell’Inferno, dedicato ai suicidi, e la solenne danza yoga delle mani delle “mudra”, che film, racconti esotici e buddismo hanno reso familiare.
L’Occidente e le Indie: due culture millenarie s’incontrano. «Nel terzo episodio della serie indiana – afferma Anna Dora Dorno – il paesaggio dantesco incontra la nostra situazione attuale attraverso le suggestioni del testo scritto da Anuradha, che parla dell’esodo di massa dei lavoratori indiani verso le campagne a causa del Covid, della loro pena, della loro condanna verso la povertà.»
“Wounded Soul”, il terzo episodio di “VideoDante # India”, è visibile sul canale Youtube di Instabili Vaganti; mentre per vedere gli episodi di “VideoDante” finora realizzati, visitare il sito ufficiale di Instabili Vaganti.

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