Krapp ha sempre seguito il percorso artistico di David Batignani, attento indagatore della dimensione intima dei rapporti umani.
Avevamo parlato sia di Caravan Kermesse che di Assolutamente solo, l’ultimo lavoro che vede il giovane attore in scena con il padre Mario, in uno spettacolo solo apparentemente di trasformismo.
In realtà lo spettacolo non è sulla trasformazione fisica ma sulla trasmissione del gene identitario, sul succedersi emotivo intergenerazionale e sul confronto padre/figlio.
Lo spettacolo era stato presentato in anteprima al Kilowatt Festival 2010, facendoci un’ottima impressione per l’acume scenico, la portata delle scelte registiche mai banali e la capacità di tessere un sistema di accesso non superficiale, da parte del pubblico, ai codici semantici.
In “Assolutamente solo” (a Milano, al Pim off, il 19 e 20 marzo) tutti gli spettatori vedono lo stesso spettacolo, ma poi ciascuno è costretto a leggerlo nella sua individuale trasposizione sensibile.
La naturale obiezione che si potrebbe porre a questo argomento è che questo sempre avviene. La altrettanto naturale risposta è che sì, questo avviene sempre, ma esistono spettacoli dal codice più dozzinale in cui il sentire comune, la pancia “nazionalpopolare” finisce per indurre risate collettive facili, stimolata da quelli che vengono, in gergo tecnico, definiti ammiccamenti.
Tutto questo è invece estraneo alla filosofia che anima il lavoro di Batignani. In primis perché è un lavoro attento e studiato, perché Batignani non lavora su quello che tutti leggono allo stesso modo, ma si incunea nella sensibilità del differente. Per questo non ammicca, non fa scelte da pret-à-porter, anche su tematiche in merito alle quali si potrebbe ogni tanto indulgere verso il senso comune.
Lui resta in quella terra di mezzo che guarda al trascorrere inesorabile delle cose cercandone la ragione profonda, non solo psicanalitica ma anche sociale, che è il lascito forse più grande del teorema kantoriano sul teatro.
E’ stato quindi un piacere, in quella sera di fine luglio, scoprire il nuovo lavoro di David, in scena con il padre, e la mattina dopo incontrarli entrambi, vicini, diversamente uguali e ugualmente diversi.
Scorrere lungo il percorso d’arte del giovane talento è un piacere anche per la dimensione artigianale che chiunque può leggere approfondendo il suo percorso di formazione, che va dal diploma in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, alla formazione per tecnici teatrali presso il Teatro Studio di Scandicci e il Teatro alla Scala di Milano, passando per la vicinanza come assistente dell’artista-scultore Marco Bagnoli. Dal 2003 è responsabile tecnico della compagnia Piccoli Principi, partecipando nel 2007 alla realizzazione dello spettacolo “Ba Ba” di cui è interprete assieme a Véronique Nah.
Poi “Caravan Kermesse”, e quel giro in roulotte dove parte la ricerca di un linguaggio personale di grande interesse, che ha posto le basi per questo ulteriore interessantissimo passo.