Due testi di Natalia Ginzburg per un cast che vede protagonisti, fra gli altri, Daria Deflorian e Valerio Binasco
Nanni Moretti sceglie il Teatro Stabile di Torino e, in particolare, Valerio Binasco, per concretizzare una sfida alla quale pensava da tempo, lasciare cioè la cinepresa per dirigere uno spettacolo dal vivo. “Diari d’Amore” diventa inevitabilmente un evento sold out, perfetto per l’inaugurazione della stagione teatrale prima di una lunga tournée italiana e francese.
Nonostante il regista romano si circondi, in questo suo primo lavoro teatrale, di una serie di ancore di salvezza, gli va riconosciuto un bel coraggio nell’imbarcarsi in una sfida del genere, a settant’anni compiuti e con una brillante e lunga carriera al cinema.
Iniziamo proprio dai punti fermi, da quegli elementi di sicurezza che contraddistinguono lo spettacolo.
Primo tra tutti il testo di Natalia Ginzburg, di cui sceglie un dittico da poco pubblicato da Einaudi, “Fragola e Panna e Dialogo”. Le parole inutili, quotidiane e la definizione di personaggi deboli, privi di passioni travolgenti ma semmai travolti dalla vita stessa, sembrano usciti da uno dei suoi film. Due commedie dove si ride della disperazione di esseri discutibili, appartenenti ad una classe sociale che declina con loro.
C’è un legame tangibile con le opere di Cechov, per quanto riguarda il passato ma anche con la quotidiana perdita d’identità alla quale assistiamo ogni giorno. Eppure i due testi sono stati scritti nella seconda metà degli anni Sessanta, a pochi anni l’uno dall’altro.
Una secondo aspetto sul quale la regia, o meglio le regie, poggiano è il coté cinematografico insito nelle singole storie. La Ginzburg le aveva pensate infatti per una diffusione televisiva, e così lo spettatore diventa un “impiccione”, quasi un disturbatore. La quarta parete è molto bel visibile come i confini fisici (mura, finestre, porte) che delimitano lo spazio. Un teatro d’appartamento molto statico in entrambi i casi, quasi un set dove, se ci fosse la macchina da presa, sarebbe ferma, al centro. Non occorrono dettagli o stacchi di montaggio. Tutto è chiaro, nitido, evidente proprio perché si svolge nella protezione di un ambiente domestico ridotto all’essenziale.
Al levarsi del sipario troviamo i due protagonisti a letto, nella loro camera. E’ il momento del risveglio mattutino e intorno, oltre ai comodini, c’è poco altro. La maggior parte dell’azione si svolge qui. Valerio Binasco è uno straordinario scrittore in declino che parla del più e del meno con la moglie, Alessia Giuliani. E’ la prima volta che i due attori condividono il palco, ma si crea una complicità intensa. Dalla domestica ai vestiti da indossare, dal lavoro perso alla figlia piccola, poco a poco si definisce il ritratto di una coppia in crisi. Inaspettata una confidenza che cambia le cose o meglio le cambierebbe perché, anche a fronte di una notizia che esce dal quotidiano per scombussolarlo, sembra non cambiare nulla. Il pubblico ride amaramente di questa coppia in pigiama che sembra non riuscire ad uscire dal letto, che non vuole affrontare una quotidianità imprigionante ma che, allo stesso tempo, non riesce neppure a cambiarla.
Le luci si spengono bruscamente, come al concludersi di un girato ben riuscito, e torna il sipario. Poco dopo, nello stesso modo, ci troviamo davanti ad un salotto borghese. Due divani laterali, una porta centrale sul fondo e poco altro.
Qui a farla da padrone sono le donne. Una splendida Daria Deflorian nei panni di una buffa domestica invischiata ma allo stesso tempo indifferente rispetto allo scontro/incontro di una ricca signora con la giovane amante del marito (Arianna Pozzoli e Giorgia Senesi).
La moglie è ben cosciente delle avventure del consorte, che le racconta con onestà le sue esperienze extraconiugali ma, anche in questo caso, una complicazione sembra mettere in crisi la squallida routine che la coppia ha costruito per il quieto vivere.
L’arrivo sul finale dell’unico uomo di famiglia sembra presagire un regolamento di conti o comunque una soluzione che non può che essere sopra le righe ma, nuovamente, vince il consolidamento di uno status quo.
La scelta di Binasco come interprete di questi non-uomini garantisce allo spettacolo una qualità alta del recitato, che ben si coniuga con la minuziosa opera di “levare” che Moretti mette in campo qui come nei film. Una scommessa ardua ma riuscita.
Fino al 12 novembre al Teatro Storchi di Modena e poi, dal 14 al 26 novembre, al Piccolo di Milano.
DIARI D’AMORE
Dialogo | Fragola e panna
due commedie di Natalia Ginzburg
regia di Nanni Moretti
con Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi
scene Sergio Tramonti
luci Pasquale Mari
costumi Silvia Segoloni
direzione di produzione, casting Gaia Silvestrini
assistente alla regia Martina Badiluzzi
assistenti al casting Martina Claudia Selva, Benedetta Nicoletti
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Carnezzeria Srls, Emilia Romagna Teatro ER T / Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Châteauvallon-Liberté scène nationale, TNP Théâtre National Populaire à Villeurbanne, La Criée – Théâtre National de Marseille, Maison de la Culture d’Amiens, in collaborazione con Carrozzerie n.o.t, coordinamento Aldo Miguel Grompone
durata: 1h 30′
applausi del pubblico: 3′ 58”
Visto a Torino, Teatro Carignano, il 21 ottobre 2023
Prima nazionale
Non occorrono dettagli