Le intelligenti trovate del sovrintendente Fortunato Ortombina per la Fenice di Venezia non smettono di colpire giusto nel segno in seguito all’annuncio della quarta rinascita della casa dell’opera veneziana.
Per adeguarsi, infatti, alle limitazioni legate al contenimento del Coronavirus, sapendo che anche i tempi nei quali è possibile occupare i teatri sono ridotti, si è deciso di continuare questa particolarissima stagione, dilazionata fra estate e autunno, con una scelta peculiarissima: il “Dido and Aeneas” presentato da Henry Purcell la prima volta probabilmente nel 1869.
Un capolavoro del melodramma britannico che, non a caso, con i suoi tre brevi atti non arriva ai 60 minuti.
Con la regia e la coreografia di Giovanni Di Cicco, il pubblico della Fenice è quindi presto tornato a riempire i palchi e la chiglia installata dopo il lockdown per assistere ad una replica a metà tra contemporaneità e tradizione classica.
Guardando infatti sin da subito ai costumi scelti da Carlos Tieppo per Didone, quanto anche per Belinda, il gusto dei tessuti plissettati domina su ogni altra cosa, unendo un’essenzialità di linee che sembra rifarsi al meglio dell’haute couture per la sera ad un insieme di rimandi che non possono che far pensare alla Medea pasoliniana. Sull’onda lunga, dunque, delle pettinature e non solo della Callas, si imposta la figura principe di Didone, impersonata da una ottima Giuseppina Bridelli, che ne consegna un’interpretazione molto più tragica che non epica, ben in linea con i secoli di rielaborazioni già sottese nel libretto secentesco di Nahum Tate.
Mettendo gli occhi sul cast nel suo complesso, si capisce presto quanto le scelte siano azzeccate in relazione alla conformazione dell’opera: tutti interpreti ottimi, tra i quali non ce n’è alcuno che spicchi davvero sugli altri: tutti applauditi, ma nessuno applauditissimo, forse anche per la difficoltà del pubblico di affezionarsi in così poco tempo tanto ad un personaggio quanto anche alle peculiarità interpretative dei cantanti in scena.
Al di là di queste considerazioni generali, da cui si potrà quindi presto evincere che il lavoro, come presentato alla Fenice, risulta ben godibile e ottimamente inscenato, non si può non notare che alcuni elementi di singolarità non sono comunque mancati: la maga impersonata dal contralto Valeria Girardello è forse la presenza scenica più interessante, portatrice di toni cupi e sospetti in grado di evocare, grazie alla peculiarità vocale ma anche attoriale della cantante, quel sentore sinistro proprio di una classicità prossima all’Ade.
Tra le danze di streghe e furie si passa presto a quelle dei marinai, con un abile cambio di costume e l’inserimento di alcune corde navali nelle scelte coreografiche messe in atto da Melissa Cosseta, Angelica Mattiazzi, Alice Pan e Fabio Caputo, e giunge presto il trionfo dell’interpretazione di Antonio Poli in Enea con l’aria Joves commands shall be obey’d.
Il momento migliore in assoluto del lavoro giunge però con il finale, tanto per il sostegno fornito dalle note di Purcell cantate nell’aria Thy hand Belinda da una commoventissima Bridelli, quanto anche per le scelte di scena messe in atto in seguito al suicidio del suo personaggio.
Il coro risale infatti con movimenti sempre sacrali dallo spazio prossimo all’orchestra in platea verso la pedana inclinata della chiglia e si raccoglie intorno al corpo morto di Didone cantando le seguenti parole: With drooping wings you Cupids come, / To scatter roses on her tomb. / Soft and Gentle as her Heart / Keep here your watch, and never part.
In tutto ciò le luci si abbassano per tenere un fascio dall’alto diretto soltanto ad una danzatrice vestita interamente di bianco, velata fino alle mani con un tessuto traforato: saranno poi i suoi pacatissimi movimenti a chiudere la vicenda, la preghiera di un angelo pronto a portare Didone verso il suo nuovo Eden contemporaneo.
DIDO AND ÆNEAS
opera in tre atti
libretto di Nahum Tate
dal quarto libro dell’Eneide di Virgilio
musica di Henry Purcell
personaggi e interpreti
Dido, regina di Cartagine Giuseppina Bridelli
Belinda, sua confidente Michela Antenucci
Un’ancella Martina Licari
La maga Valeria Girardello
Prima strega Lara Lagni
Seconda strega Chiara Brunello
Mercurio / Un marinaio Matteo Roma
Enea Antonio Poli
maestro concertatore e direttore Tito Ceccherini
regista e coreografo Giovanni Di Cicco
scene Massimo Checchetto
costumi Carlos Tieppo
light designer Fabio Barettin
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti
danzatori Associazione Deos Danse Ensemble Opera Studio
in lingua originale con sopratitoli in italiano e in inglese
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
durata: 1 ora
applausi del pubblico: 6′ 20”
Visto a Venezia, Teatro La Fenice, il 6 settembre 2020