La notte poco prima della foresta. Il debutto di Antonio Latella col disagio vomitato di Koltès

Clemens Schick in Die Nacht kurz vor den Wäldern|Al Teatro Carignano Clemens Schick in Die Nacht kurz vor den Wäldern
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Die Nacht kurz vor den Wäldern (la notte poco prima della foresta) di Bernard-Marie Koltès con Clemens Schick per la regia di Antonio Latella. Visto a Torino, Teatro Carignano, l’11 ottobre 2011 in prima assoluta per Prospettiva 2011

Al Teatro Carignano Clemens Schick in Die Nacht kurz vor den Wäldern
photo: Andrea Macchia

Con la prima assoluta di “Die Nacht kurz vor den Wäldern” (La notte poco prima della foresta), messo in scena da Antonio Latella, si è aperta lunedì la terza edizione di Prospettiva, dedicata quest’anno agli Stranieri in Patria: un tema quanto mai attuale, visto il disagio di tanti a vivere, riconoscersi e sentirsi riconosciuti in questo Paese.
Anzi gli ‘indignati’ – italiani (che in parte si riuniranno domani in corteo a Roma) e non – potrebbero riprendere dal monologo di Bernard-Marie Koltès la denuncia contro “il clan degli inculatori e chiavatori nascosti, i tecnici su scala internazionale, quattro mettinculo che decidono per noi lassù…”.

Nelle parole di un uomo senza nome, che cerca per strada la solidarietà di un passante piuttosto che l’amore di una prostituta, certe considerazioni suonano taglienti, e non importa se non le ascoltiamo in italiano (o, meglio, lo facciamo importar poco, perché la lotta coi soprattitoli è sempre ardua): a Torino il monologo è andato in scena in tedesco, interpretato da Clemens Schick, trattandosi di una coproduzione tra spielzeit’europa Berliner Festspiele e Stabile/Mobile, la nuova compagnia del regista napoletano dopo la fine dell’esperienza al Nuovo Teatro Nuovo.

All’ingresso in sala Schick è già in proscenio; non sappiamo quando sia cominciata la sua corsa sul posto, né come di preciso abbia cominciato a parlare, così come non si potrebbe determinare cosa precede le parole, se non questa corsa solitaria nella penombra.
A torso nudo sotto il completo a giacca grigio, quest’uomo in fuga ha modi e gesti che capita di vedere per strada, una leggera sfrontatezza da ribelle.

La scena è vuota, senza fondale né quadratura nera, solo luci a vista: quello che accade potrebbe essere ovunque, come a dire che la condizione dello straniero non si lega a uno specifico contesto nazionale. L’estraneità del protagonista è radicale, riguarda il linguaggio e le abitudini di igiene corporea, il rifiuto di sottomettersi agli schemi prestabiliti dall’ordine sociale, la rivendicazione dell’esperienza soggettiva, anche estrema.

Clemens Schick in Die Nacht kurz vor den Wäldern
Clemens Schick in Die Nacht kurz vor den Wäldern (photo: Andrea Macchia)

Schick riesce a tenere insieme i passaggi continui di questo flusso di coscienza attraverso una gestualità e una mimica a tratti cinematografica, sempre diretta, capace di materializzare con poche mutazioni di postura incontri e scontri con i personaggi di volta in volta evocati; soprattutto, c’è una precisa impalcatura ritmica nella recitazione, scandita dalla corsa continua.

Da immagine fisica il movimento diventa un battito, il tempo dell’articolazione verbale; diventa scansione martellante dal sound techno di una voce off sparata addosso all’attore, che segna la prima cesura interna dello spettacolo.

Latella affida il senso di violenza prima all’inserto sonoro e poi alla luce abbagliante di una griglia di proiettori a mezz’altezza rivolti verso la platea, aprendo uno squarcio nella fitta sequenza di parole, suggerendo l’aggressione attraverso le scosse che colpiscono il corpo di Schick.

In questa dimensione scenica, così puntata sull’interpretazione recitativa, la direzione registica è chiara, anche nella scelta di mantenere la centralità del testo e della parola portata fisicamente dall’attore: una strada che rende la qualità della scrittura, nonostante l’ostacolo della lingua straniera, e riesce a restituirne la complessità. Anche se proprio conducendoci nella lucida vertigine di Koltès, Latella sembra non volersi spingere troppo visceralmente, oltre i bagliori affascinanti della bellissima luce verde della sua foresta.

Die Nacht kurz vor den Wäldern (la notte poco prima della foresta)
di Bernard-Marie Koltès
traduzione dal francese: Simon Werle
drammaturga: Catherine Schumann
con Clemens Schick
regia: Antonio Latella
musiche: Franco Visioli
luci: Simone De angelis
costumi: Graziella Pepe
movimenti: Francesco Manetti
assistente alla regia: Daniele Fior
traduzione soprattitoli a cura di Luca Scarlini
produzione: Spielzeit’europa – Berliner Festspiele e Stabile/Mobile Compagnia Antonio Latella
durata: 1h 12′
applausi del pubblico: 2′ 58”

Visto a Torino, Teatro Carignano, l’11 ottobre 2011
Prima assoluta

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