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Dieci anni di Klp… li ricordiamo così!

Laura Chianese a casa di Krapp|Verso Santarcangelo 2012|Ubu 2011|Da Inequilibrio 2012 Bianchi

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Verso Santarcangelo 2012
Verso Santarcangelo 2012 (photo: Klp)
Oggi Klp compie 10 anni. Nel 2004 nasceva come un blog privato del tutto informale di appunti personali sul teatro contemporaneo.

In questi anni, oltre ad aver pubblicato più di 4000 articoli, tanti redattori sono passati, alcuni sono anche rimasti, e altri ne verranno.
C’è chi è partito (Parigi la meta più gettonata, ma anche Londra, la Svizzera e perfino il Messico…) e chi è già tornato. Chi si è sposato e chi si è lasciato.
E intanto, spettacolo dopo spettacolo, stagione dopo stagione, sono nati anche cinque bellissimi bambini: Eleonora, Emma, Federico, Camilla, Nora; e altri forse sono già in arrivo…

Per festeggiare questo decennio passato insieme, ci siamo chiesti qual è il ricordo teatrale più vivo che ci è rimasto impresso nel cuore, in negativo o positivo.
Ecco cosa abbiamo risposto.

Di questi 10 anni di teatro non posso dimenticare…

Dopo i Premi Ubu 2011, la redazione affronta l’Ubu night a modo suo, in un locale milanese
Le sere d’estate passate al festival Teatro & Colline di Calamandrana, borgo fra le colline astigiane che ha perso una rassegna piccola ma di valore, un gioiellino incastonato in uno splendido paesaggio, ora più povero. (Daniela Arcudi)

“The Andersen Project” di Robert Lepage nel 2006. In stampella, dopo essermi fracassato la caviglia nella notte di movida finale della prima edizione della buonanima “Festa del Cinema di Roma”: la festa di “Fascisti su Marte” alla Limonaia di Villa Torlonia. Uno dei miei primi spettacoli memorabili nell’anno in cui mi sono trasferito nella capitale. Da uno dei miei riferimenti emotivi e cerebrali, il canadese e alieno Robert Lepage. Accompagnato lì, all’Auditorium di Renzo Piano, da una cara amica e da colei che sarà, dopo sei anni, la mia compagna.
Ancora negli occhi la sorpresa del racconto e della macchina teatrale che mi esplodevano davanti. Con gratitudine, e la caviglia risaldata, ricordo. (Giacomo D’Alelio)

Mario, Marco e Renzo nella pineta di Castiglioncello durante Inequilibrio 2012
“Infinities” di Ronconi. Per la prima volta mi ha fatto sperare che non finisse mai. Ma è stata una volta sola. Solo anni dopo ho incontrato qualcosa che ancora non mi fa smettere di sperare. (Carolina Truzzi)

… la chiusura, a Bologna, del Teatro San Martino. (Giulia Taddeo)

“Kitèmmùrt” di Gaetano Ventriglia (2008) per la forza e l’emozione trasmessa dal protagonista. (Marco Menini)

L’insegnamento di Claudia Castellucci, che mi ha umilmente mostrato per la prima volta la letterale infinitezza degli spazi del mezzo teatrale. Una enormità che mi ha riempito di entusiasmo come chi vede per la prima volta, e di un agghiacciante senso di immobilità impotente, una recrudescenza tardiva di “che fare?”. (Carlo Lei)

Svezzamento precoce al teatro
Quando mi arrivò la telefonata del responsabile acquisti del Cirque du Soleil: ordinò in un sol colpo tanta pubblicità su Klp quanta ne facevamo in un anno. (Bruno Bianchini, fondatore di Klp)

Michele di Mauro in “Un anno con 13 lune” al Festival delle Colline Torinesi: la prima volta che ho pianto a teatro. Un anno dopo, mentre ripensavo ancora a quell’emozione e cercavo notizie sullo spettacolo nel web, ho incontrato Klp. Una coincidenza?! (Rita Borga)

Pina forever (Mario Bianchi)

“L’uomo è un abisso. Gira la testa se ci guardi dentro” (G. Buchner). Il lavoro su Buchner di Claudio Morganti, Rita Frongia e il gruppo LGSAS mi ha accompagnato nell’entrare in profondità in questa frase che riassume per me attualmente il senso del teatro tutto. (Azzurra D’Agostino)

RezzaMastrella. Inarrivabili. (Salvatore Insana)

Non ci sono nomi e titoli che tengano. In 10 anni, la cosa che mi ha segnato e che ogni volta, ripetendosi, mi risegna e stupisce è semplicemente il fatto del teatro: la sua capacità di essere così lontano dalla quotidianità, e di inserirsi naturalmente in essa. Ogni volta che il “qui e ora” succede qualcosa rimane nel cuore o ci urta; e se lascia indifferenti, turba per questo.
Non è “intrattenimento culturale”, è qualcosa di vivo. (Martina Melandri)

Di teatro si parla meglio a tavola. Su questo la redazione concorda, a tutte le età (VolterraTeatro 2011)
Essere accompagnato dentro i Cantieri della Goldonetta, prendere parte a una messa, in scena, come se la performance fosse un’eucaristia, pagana, una transustanziazione al contrario: il corpo instintuale che diventa qualcos’altro, un ascensore che mi ha elevato. Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards – Dies Irae, Cantieri della Goldonetta, Firenze, 2004. (Guido Mencari)

Arrivo in ritardo a “Missione Roosvelt” dei Tony Clifton Circus. Suono il citofono dell’appartamento dove si svolge la prima parte della performance e mi rispondono una cosa tipo: “Bella pe’ ttte”. Visto che devo recensirlo e non ho occasione di seguirlo un altro giorno, tiro fuori il mio spolverino da KGB e mi apposto, in attesa che i Tony e il pubblico scendano. Li seguirò in giro per il quartiere Ostiense, in un delirante tragitto pensato per loro, cercando di stare abbastanza vicino per carpire commenti sulla prima parte o avere aneddoti da raccontare, ma stando attento a non farmi troppo sgamare… Far finta di giocare al cellulare è un’ottima tecnica per appuntare le cose più curiose di uno spettacolo da pedinatore! (Michele Ortore)

Riunione di redazione 2013 a Milano, ospiti di casa Truzzi. Cibo e alcool anche stavolta non mancano
L’entrata nella redazione di Klp, un cambio di sguardo notevole per chi alle parole aveva sempre privilegiato il corpo, un processo arricchente di oggettivazione. (Stefania Zepponi)

“Il tempo degli assassini” di Pippo Delbono, visto in un fatiscente teatrino parrocchiale di provincia. Non ricordo cosa lo portò ad esibirsi lì, ma lo spettacolo fu talmente intenso da farci sembrare di essere alla Scala di Milano…  (Andrea Alfieri)

Una parte di redazione per gli stati generali di Klp a VolterraTeatro 2011
Gli “stati generali” di Klp in occasione dei 25 anni di VolterraTeatro, nel luglio 2011. Un interessante momento di aggregazione e discussione. Sedici redattori accorsi a Volterra, l’attività su Twitter con #klpvolterra, la mostra di Renzo, la “Lectio Magistralis” di Bruno, l’incontro con altre realtà come Fanny & Alexander, Teatro delle Albe, Tamburo di Kattrin, il festival dentro il carcere con il primo Mercuzio della Compagnia della Fortezza, le passeggiate nel borgo medievale con Emma e le mangiate collettive al ristorante di fronte al carcere! (Simone Pacini)

Le prove di “Carnezzeria” (Emma Dante) in un palazzo diroccato all’Albergheria a Palermo. (Katia Tamburello)

Attenzione all’ospitalità in casa Krapp: potreste finire ai fornelli come Laura
Se chiudo gli occhi penso all’emozione degli applausi sul palcoscenico, a quel silenzio magico – sospeso e concreto – che si crea in sala durante gli spettacoli più riusciti, alle risate e alle lacrime, a quella sensazione indescrivibile che nasce dalla pancia e che si prova davanti ad uno spettacolo perfetto. Se potessi fare un regalo a Klp gli racconterei di uno degli spettacoli più belli degli ultimi anni, “Kiss and Cry” di Jaco Van Dormael e Michèle Anne De Mey. Una poesia danzata sulle punte delle dita, un racconto delicato e sospeso. Buon compleanno Krapp, ecco un piccolo regalo per te! (Giulia Menegatti)
 

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