DIVINAMENTE ROMA
Festival Internazionale della Spiritualità
seconda edizione
3 | 13 aprile 2009
La città di Roma torna ad accogliere le note, le voci, i racconti di altre genti, di altre culture, per rintracciare un sentire comune, un’univoca vocazione alla comprensione, alla pace, mettendo al centro del discorso – non solo artistico – l’uomo, con le sue immutate domande, i suoi bisogni più alti, la sua spiritualità, oltre ogni singolo, differente credo.
Così dal 3 al 13 aprile, tra teatri, chiese, musei, siti storici della capitale si intrecciano le maglie di una rete di proposte di spettacolo eterogenee per stile e linguaggio (dalla musica tradizionale alla classica, dalla danza alla recitazione alla performance), che compongono il ricco cartellone della seconda edizione di DIVINAMENTE ROMA festival internazionale della spiritualità, diretto da Pamela Villoresi, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, dall’Associazione ARMUSER e dall’Ente Teatrale Italiano.
Ad aprire il calendario degli appuntamenti romani, una singolare installazione che rimanda come un filo rosso a Divinamente New York, che nello scorso mese di febbraio ha trasferito oltreoceano il format del festival, con artisti chiamati a raccontare al pubblico americano il loro rapporto con le radici, con Dio, con l’altro: dalla stessa Villoresi a Moni Ovadia, da Antonella Ruggiero a Yungchen Lhamo, agli artisti di Accademia Perduta Romagna Teatri, che hanno rappresentato sulla facciata del Palazzo del Consolato Italiano a Park Avenue Natività, spettacolo d’architettura visuale. Questo originale Presepe, realizzato con le più innovative tecniche che assemblano cinema, fotografia, musica, animazioni 3D, computer grafica, fa ora da prologo a Divinamente Roma, visibile dal 3 al 5 aprile sulla facciata di Palazzo Valentini.
Negli spazi che custodiscono la storia di Roma, i Musei Capitolini, si realizza in scena il commovente incontro tra Edith Stein e Etty Hillesum, protagoniste de La matassa e la rosa, testo di Giuseppe Manfridi affidato all’intensa interpretazione di Pamela Villoresi e Sabina Vannucchi, e proposto sia in lingua inglese che in italiano (sabato 4 aprile).
Giora Feidman, il re del klezmer, incontra Roma ed il Conservatorio di Santa Cecilia, portando in Spirit of klezmer un bagaglio di culture del mondo, connaturato al nomadismo musicale di tutti i suonatori di questa antica tradizione (domenica 5 aprile).
Con le radici al cielo riempie invece dei suoni e delle parole dei mistici della tradizione mediterranea gli spazi del Goethe Institut, mescolando la musica mutlietnica dei Radiodervish con la voce di Valter Malosti (lunedì 6 aprile).
Un tempo luogo di detenzione per adolescenti difficili, il complesso monumentale di S. Michele a Ripa accoglie Tre le sbarre la luce, spettacolo itinerante in 12 quadri, che racconta altrettante storie di perseguitati per motivi religiosi, scritte e messe in scena da giovani attori diplomati all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico”, con la supervisione di 4 tutor e orchestrate da Piero Maccarinelli (martedì 7 aprile).
Nell’antica area degli Horti Sallustiani, parco monumentale appartenuto a Giulio Cesare e poi allo scrittore Sallustio, echeggiano le sonorità di Majâz, dei fratelli Joubran, maestri nell’arte dell’oud, che fondono musica turca, flamenco, antiche suggestioni, rafforzati dai virtuosismi delle percussioni di Yousef Hbeisch (mercoledì 8 aprile)
È una musica legata alla terra, alle tradizioni e ai riti del sud d’Italia, fisica ed emotiva, che si completa nelle danze vorticose, di piazza, quella dei Tarantolati di Tricarico, che con Sacre Terre riempie il Teatro India di energia in movimento e di ritmi trascinanti (giovedì 9 aprile).
Al Teatro Valle è ancora protagonista la grande danza internazionale: dopo il successo dello scorso anno, torna l’Ensemble di Micha Van Hoecke, per incastrare tra parole, corpo e note le tessere preziose di un Mosaico della spiritualità, con la partecipazione straordinaria di Pamela Villoresi (venerdì 10 aprile).
L’energia positiva e la forza emotiva della danza unica ed inconfondibile di Carolyn Carlson traducono in poesia fisica le allegorie di Giotto nella coreografia Des vices e des vertus, che si completa – in un ipotetico confronto tra oriente ed occidente – con il passo a due Li, nel quale la dualità dello yin e dello yang si abbina alle suggestioni del taoismo (sabato 11 aprile).
Ad anticipare nel pomeriggio le emozioni della danza della Carlson, l’inedito spazio del Teatro dei Dioscuri, all’interno del complesso architettonico di S.Andrea del Quirinale, ospita la versione inglese – presentata in anteprima a New York – de Il curato e il pagliaccio di Sandro Gindro, affidata a David Sebasti (sabato 11 aprile),
Nella domenica di Pasqua la Chiesa di Santa Maria in Trastevere accoglie la celebre Misa criolla, una delle opere corali latinoamericane più famose al mondo che fonde musiche liturgiche e popolari con melodie tipiche del Sudamerica, scritta nel 1963 da Ariel Ramirez e qui interpretata dagli Opus Cuatro (domenica 12 aprile).
Il festival si chiude con una dedica speciale al pubblico dei più piccoli negli spazi mutevoli del Museo Explora: Verdementa di Elisabetta Jancovich è una fiaba cosmopolita ritmata dalla musica dei Dirotta su Cuba e raccontata dalla voce di Nicola Pecci che insegna ai più piccoli l’importanza della pace e della fratellanza come valori quotidiani e universali (lunedì 13 aprile).
Dopo gli intensi e fortunati incontri della prima edizione, anche quest’anno dunque Divinamente Roma vuole offrire al pubblico della capitale nuovi ed intensi momenti di confronto, di conoscenza, di riflessione, grazie all’arte di grandi maestri e giovani promesse della scena anche internazionale, oltre ogni aprioristica divisione di fedi, culture, lingue e territori.
«Le religioni diventano spesso pretesto per aggressioni e guerre – dichiara Pamela Villoresi -. Ognuno si sente garante di verità assoluta e pare non aver più bisogno della verità dell’altro. Un maestro, Sufi Ibn Arabi, scriveva che Dio non è contenibile da tutti i nostri libri, né dal suo mondo né dal suo cielo ma solo dal cuore di chi lo cerca. L’acqua è del colore del recipiente che la raccoglie. Ma l’uomo finge di non saperlo e si adopra più per trovare i punti di rottura che quelli d’incontro. Questo progetto ambisce ad essere un mezzo di comprensione – attraverso lo spettacolo – dei diversi percorsi religiosi e spirituali».
ETI – Ufficio Stampa Silvia Taranta, Bianca Vellella 06/44013239.258
DIVINAMENTE ROMA
3 | 13 aprile 2009
Gli spettacoli sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili
posto unico numerato
€ 16,00 intero – € 12,00 ridotto di legge – € 10,00 Scuole, Cral, Associazioni
biglietterie
Teatro Valle 06.68803794
Teatro India 06.684000311
info: 06/44013260
www.enteteatrale.it – www.divinamente.info