In una città come Brescia, in passato piuttosto restia allo sviluppo di realtà culturali, non è facile per il teatro indipendente radicarsi. Eppure negli ultimi anni si stanno affermando sul territorio realtà interessanti, tra cui alcune di particolare rilievo, quali la Residenza Idra e il festival Wonderland.
Un dato confortante in proposito è anche la continuità di un festival dedicato all’attore come Ecce Histrio, rassegna estiva di produzioni locali con la direzione artistica di Paolo Peli, nient’affatto disertata dal pubblico, nonostante la stagione tradizionalmente avversa al teatro.
Organizzato dall’associazione culturale bresciana SR, il festival si è tenuto nelle strutture offerte dal centro culturale Il Chiostro, che comprende una sala teatrale d’epoca di grande fascino e un chiostro medievale molto suggestivo, allestiti peraltro con grande e insolita generosità di mezzi tecnici.
Giunto alla sua quarta edizione, il festival ha presentato quest’anno un cartellone molto diversificato non solo nei temi proposti, ma anche per i generi, spaziando da allestimenti di grandi classici (“Ricorda con rabbia” di Osbourne con la regia di Gian Marco Pellecchia e Giulia Pizzimenti, che chiude stasera e domani la rassegna) al monologo d’attore (“Catena Bella” di Pietro Mazzoldi sul ciclista Pavesi, “E il naufragar m’è dolce in questo mare”, riflessione sulla poesia italiana con Matteo Bertuetti), passando per la rilettura della rivista (“Rivista e corretta” di Luciano Bertoli, e la satira con inserti musicali “Rido per non piangere” di e con Alberto Gamberini), approcciandosi anche alle forme del teatro contemporaneo con giovani talenti come Francesca Cecala, Monica Ceccardi e Silvia Quarantini, attrici di notevole esperienza già apprezzate nelle produzioni più sperimentali del CTB, lo Stabile di Brescia.
Di particolare interesse è la sezione In fieri, in cui il festival ha ospitato quest’anno nuclei di spettacoli attualmente in preparazione o lavori al loro debutto assoluto (“Victoria è il mio nome”, di e con Alice Salogni, “Primo canto, per voce e per tempesta” di Rajeev Badhan con Elena Strada, “Z, storia di un randagio” di e con Francesca Cecala, “Eve – cabaret femminicida” di e con Monica Ceccardi e Silvia Quarantini, di cui vi parleremo nello specifico nei prossimi giorni).
Segnali giovani e confortanti, insomma, in un panorama culturale più generale molto difficile, ma per il quale non è comunque così scontato disperare.