Se questa è stata la grande novità del festival di Epidauro 2008, come titolavano le brochures distribuite dal London Mime Festival, stiamo freschi.
Era da molto tempo che non vedevo tanto inutile spreco di tecnologia e mezzi (e quindi soldi) a servizio di uno spettacolo così inutile.
Va detto, gli attori hanno una discreta preparazione atletica (che tuttavia può essere acquisita seguendo un qualsiasi corso di ginnastica, senza nulla togliere ai corsi di ginnastica, chiaro, ma non stiamo parlando di teatro). Discreta preparazione atletica che, peraltro, viene continuamente sfoggiata in questo forsennato correre su e giù dal grande praticabile obliquo sul quale si svolge parte della storia.
E’ vero anche che gli attori devono aver studiato mimo, e ci tengono a mostrarlo, visto che a un certo punto della storia, in maniera piuttosto ingiustificata, si mettono a fare “il muro” con le mani. Da questo particolare riusciamo forse a dedurre che la scuola di riferimento è quella di Marcel Marceau. Ma a parte questa citazione, la disciplina (il mimo, appunto) sembra essere stata completamente obliata dai loro corpi.
Se un regista (in questo caso una regista) ha la presunzione di mettere in scena la storia di Edipo, che quasi tutti più o meno bene conosciamo, vorrà ben significare che la regista in questione ha altro da dire, al di là della trama trita e ritrita? Invece lo spettacolo risulta una sterile, involontariamente comica e a tratti splatter, riproposizione della storia di Edipo, con un linguaggio che sicuramente non può essere definito quello del mimo, o quello dei gesti. Si tratta, piuttosto, di una grossolana rappresentazione corporea che fa pensare più a quei giochi che si facevano in gita, in cui si dovevano rappresentare con il corpo i titoli dei film.
I personaggi non hanno spessore, e soprattutto (horribilis!) sentiamo la mancanza della parola. Si avvicendano così momenti in cui vorremmo che gli attori parlassero, abbandonando un silenzio che, più di una scelta, appare un a priori dettato dalla regia per vendere meglio uno spettacolo all’estero.
Alla tragedia di Edipo si sostituisce quindi quella degli attori, imbrigliati in questa griglia tecnica assolutamente inefficace.
Per fare il mimo non basta non parlare.
Seeking Oedipus
Theatre of Silence/ Ex- Machina Theatre
scritto e diretto da Aspasia Gasparatos
assistente alla regia: Vassia Paraskevopoulou
con: Aspasia Kralli, Giorgis Tsambourakis, Ilias Meletis, Malamatenia Gotsi, Kostis Koronaios, Jason Bitter-Kourounis
luci: Lefteris Pavlopoulos
movimento: Zoi Chatziantoniou
costumi: Ioanna Tsami
durata: 70′
applausi del pubblico: 2′ 26”
Visto a Londra, London Mime Festival, il 15 gennaio 2009