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Emigranti di Slawomir Mrozek: una storia del sottosuolo per laLut

Massimiliano Poli e Angelo Romagnoli (photo: lalut.org)
Massimiliano Poli e Angelo Romagnoli (photo: lalut.org)

“Emigranti”, scritto dal polacco Slawomir Mrozek, è il primo passo del progetto europeo Playing Identities: Migrazione, Creolizzazione, Creazione, finanziato dal Programma Cultura 2007/2013 dell’Unione Europea, che vede coinvolti, tra gli altri, Italia, Francia, Polonia, Ungheria e Romania.
Jerzy Stuhr, attore e regista polacco, protagonista negli anni Settanta della prima rappresentazione di “Emigranti” per la regia di Andrzej Wajda, dirige Massimiliano Poli e Angelo Romagnoli in una storia del sottosuolo. Lo spettacolo racconta infatti le vicende di due emigrati costretti a condividere uno spazio sotterraneo, attraversato da tubi fognari, durante la notte di capodanno.
Attraverso dialoghi serrati, sarcastici e grotteschi, in un reciproco scambio di crudeltà e affetto, vicinanza e sopraffazione, violenza e altruismo, si delineano le figure di due uomini: un intellettuale fallito e frustrato, fuggito per motivi politici, e un uomo del popolo, ignorante e ostinato, in cerca di fortuna per la famiglia che ha lasciato. Due figure schiacciate dal bagaglio di paure e speranze che appartengono a chi viene strappato dalla propria terra e dalla propria cultura.

Fanno da sfondo suoni, luci e rumori di un mondo urbano che scorre sopra: una prostituta che passeggia alla luce dei fari delle auto, suoni di una festa, fuochi artificiali. Una vita altra, che più non appartiene ai due reietti.

Nonostante lo spazio del Teatro dei Rinnovati sia dispersivo a causa della distanza che impone tra spettatori e palco, grazie a una buona prova d’attore Poli e Romagnoli mantengono con il pubblico uno stretto rapporto di attenzione e coinvolgimento, che accompagna tutta la durata dello spettacolo riuscendo a mantenere, cosa non facile, il delicato equilibrio dal sapore pinteriano tra elemento tragico ed elemento comico insito nel testo.

L’imponente scenografia, che richiama nelle forme le colonne di un oscuro tempio pagano, impone una staticità che viene superata con poche ma efficaci soluzioni, che conferiscono dinamismo e ritmo e ben si prestano allo svolgimento degli eventi.
La sensazione è quella di un buon lavoro, che convince senza tuttavia entusiasmare: si poteva forse osare di più, soprattutto per quanto riguarda alcune scelte registiche, in particolare tenendo conto dell’imponente scenografia, del calibro degli attori e del testo che, scritto nel 1974, dimostra tuttavia una grande attualità, superando la prova del tempo.

EMIGRANTI
di Slawomir Mrozek
traduzione: Silvano De Fanti
produzione: Fondazione Teatro Due
un progetto di laLut – centro di ricerca e produzione teatrale
con il sostegno di Regione Toscana – Sistema Regionale dello Spettacolo
in collaborazione con Comune di Siena/festival Voci di Fonte
regia: Jerzy Stuhr
interpreti: Massimiliano Poli, Angelo Romagnoli
musiche e spazio sonoro: Stefano Jacoviello
luci: Luca Bronzo
realizzazione spazio scenico: Mario Fontanini
durata: 1h 25′
applausi del pubblico: 2′ 45”

Visto a Siena, Teatro dei Rinnovati, il 31 marzo 2010

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