Endgame: Eugenio Allegri

Eugenio Allegri (photo: Paolo Ranzani)
Eugenio Allegri (photo: Paolo Ranzani)

Si è spento ieri sera a Torino un maestro della commedia dell’arte, protagonista del “Novecento” di Baricco per oltre 20 anni

Collegno (TO), 21 febbraio 1956 – Torino, 6 maggio 2022

Quasi non ci si crede ancora. Eugenio Allegri, 66 anni, se ne è andato ieri sera.
La notizia data poco fa dalla famiglia.
Immediate le reazioni del mondo dello spettacolo a lui più vicino.

«Eugenio è stato un grande attore ma soprattutto un grande amico – lo ricorda Gabriele Vacis – Dal padre Capuleti di “Romeo e Giulietta” al Fulgenzio di Goldoni, da “Novecento” a Cyrano ha segnato profondamente l’esperienza del Teatro Settimo. Gli vogliamo bene e gliene vorremo per sempre. Ciao amico».

Nei prossimi giorni presso il Teatro Carignano di Torino verrà allestita la camera ardente.
Lo Stabile lo ricorda anche nelle parole del direttore artistico Valerio Binasco:

«Eugenio Allegri è stato un attore poeta. Emanava un fascino speciale, unico, perché era capace di esercitare la forza di seduzione della recitazione senza adoperare mai la forza. Adoperava solo la dolcezza, perfino quando gli capitava di interpretare ‘i cattivi’. Quando lo vedevi in scena ti ritrovavi dinnanzi a un artista che immediatamente percepivi come un potenziale ‘protagonista’, ma insieme lo percepivi anche come se si fosse smarrito, come se la sua timidezza lo avesse portato al centro della scena per caso. Un po’ come succedeva in tanti film di Chaplin, quando Charlot si ritrovava al centro dell’attenzione per un qualche accidente. Era chapliniano, Eugenio, ma c’era qualcosa in lui anche di Gogol. E questo gli donava una qualità molto rara in un attore: la grazia».


“Lo sai, è morto Eugenio Allegri”. Un amico si sporge dalla grande tavolata dove stiamo pranzando, nel mezzo di un festival, tra un momento e l’altro, tra uno spettacolo, un workshop e una performance. Non capisco le sue parole, o forse fingo di non sentirle, non voglio ascoltarle.
Cerco conferme, scrivo a persone care. E’ vero. Eugenio se n’è andato.

Il mio primo incontro con lui ha coinciso con una delle primissime videointerviste che ho realizzato per Krapp. Eravamo al Teatro Modena di Genova e portava in scena “I pensieri lunghi di Berlinguer“, nel 2013. Un artista dall’animo buono, maestro di quella commedia dell’arte che riusciva a reinterpretare e divulgare. Un artigiano accogliente che non disdegnava di aprire le porte della sua bottega, reale o virtuale, a chiunque lo desiderasse con curiosità. E poi c’è l’attore, quella voce inconfondibile e lieve che ha scritto una pagina della storia del teatro di oggi, con quel “Novecento” che l’ha portato ovunque, su e giù per lo stivale, per anni e anni.

L’ultimo incontro l’anno scorso, l’ultima intervista, nuovamente video. Un altro incontro fertile, con immutata disponibilità, al Caffè Muller di Torino, per un viaggio nella commedia dell’arte (virtuale causa pandemia) che mi ha riportato ad abbracciare forte uno dei più grandi artisti italiani, meno male che l’ho fatto.
Davide Sannia


Klp lo vuole ricordare riproponendo proprio questa ultima videointervista, realizzata a inizio 2021.

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